Shopping ibrido, siamo alla svolta. E’ l’integrazione di canali fisici e digitali il trend delle nuove abitudini di acquisto generato nel mondo dalla pandemia. E destinato a diventare routine. Non basta: oggi il 62% dei consumatori è disposto a cambiare le proprie abitudini di acquisto per ridurre l’impatto sull’ambiente. Lo rivela il nuovo report “Consumer want it all” di Ibm, secondo cui saranno tecnologie chiave come Intelligenza artificiale, cloud ibrido e blockchain a sostenere i nuovi modelli di business.
Le sfide imposte dalla pandemia
“I rivenditori – si legge nel report – devono affrontare molte sfide oggi: concorrenza intensa, aspettative diversificate dei clienti, complessità operativa e pressione sui costi continua, il tutto mentre affrontano continue interruzioni e incertezze”. Per questo i brand leader nella vendita al dettaglio “stanno trasformando continuamente e rapidamente il business, l’esperienza dei clienti e le supply chain grazie a tecnologie come AI, cloud ibrido e blockchain per andare incontro a queste molteplici preferenze”.
I nuovi scenari dello shopping
Secondo il report il 72% dei consumatori intervistati privilegia ancora il negozio fisico come metodo di acquisto primario, in tutto o in larga parte; i motivi principali per cui gli intervistati scelgono di recarsi in negozio includono l’opportunità di toccare e valutare meglio i prodotti prima di acquistarli (50%), di poter scegliere (47%) e la possibilità di procedere immediatamente all’acquisto (43%), anche se l’esperienza che i consumatori cercano in negozio varia a seconda della categoria di prodotto.
Ancora, il 27% degli intervistati riferisce di preferire lo shopping ibrido, gli appartenenti alla Gen Z sono più propensi a scegliere questa modalità rispetto agli altri. Lo studio rivela inoltre che dal 2020 la sostenibilità ha assunto sempre più rilievo per i consumatori e influenza sia le decisioni di acquisto che le preferenze di brand.
Cresce l’attenzione alla sostenibilità dei prodotti
I consumatori “purpose-driven”, cioè quelli che scelgono prodotti e marchi in base ai valori trasmessi, come la sostenibilità, rappresentano ora il più grande segmento tra i consumatori intervistati (44%). E il 62% degli intervistati è disposto a cambiare le proprie abitudini di acquisto per ridurre l’impatto ambientale, rispetto al 57% di due anni fa.
La metà degli intervistati afferma di essere disposta a pagare un sovrapprezzo medio del 70% per avere prodotti sostenibili, circa il doppio rispetto a quanto indicato nel 2020. Tuttavia, esiste un divario tra le intenzioni e le azioni: in riferimento agli ultimi acquisti effettuati, solo il 31% degli intervistati riferisce di aver comprato solo o in gran parte prodotti sostenibili.
Il cambio di passo dei consumatori
“Sebbene molti dei consumatori intervistati riconoscano ancora il valore aggiunto della tradizionale esperienza di shopping in negozio, c’è ora una grande aspettativa in termini di flessibilità nel costruire il proprio percorso di acquisto – a seconda delle abitudini prevalenti per la propria fascia d’età, gli strumenti disponibili e la categoria di prodotto – dice Mark Mathews, Vp of Research Development and Industry Analysis presso la National Retail Federation -. Questo approccio ‘ibrido’ segna un cambiamento fondamentale nel comportamento dei consumatori”.
“L’indagine mostra che nell’ultimo anno la sostenibilità è diventata sempre più importante per i consumatori – spiega Luq Niazi, Global Managing Director Ibm Consumer Industries –. È sempre più essenziale che i brand diano evidenza di scelte e opzioni sostenibili in ogni fase dell’esperienza del cliente. Allo stesso tempo, lo shopping ibrido ha preso piede nella maggior parte delle categorie di acquisto, in particolare per i beni destinati alla casa e all’abbigliamento; mentre i negozi fisici continuano a giocare un ruolo predominante per la spesa alimentare, lo shopping ibrido sta crescendo anche in questa categoria”.