Rizzo: “In Autogrill l’IT fa rima con “trasformazione”

Il Cio svela le strategie della società: “Crediamo che il cloud sia il futuro: è anacronistico resistere al trend a favore della vecchia ricetta ‘fatto in casa è meglio'”

Pubblicato il 31 Ott 2011

Presente in 35 Paesi con 62.500 collaboratori, Autogrill è oggi il
primo operatore al mondo nei servizi di ristorazione e retail per
chi viaggia. Gestisce più di 5.300 punti vendita in oltre 1.200
location e 350 marchi, direttamente o in licenza. La dimensione
internazionale e i volumi del Gruppo hanno trasformato l’IT da
funzione tradizionale intesa come Business Unit in singoli Paesi in
un Centro Servizi unificato, guidato dal 2008 da Daniele Rizzo.
Rizzo, che ruolo gioca l’IT nell’affrontare le sfide
globali?

La nostra storia è fatta anche di acquisizioni e chi è entrato a
fare parte del Gruppo è sempre stato dotato di propri dipartimenti
IT. Abbiamo realizzato così sinergie, mettendo insieme know-how,
esperienze e soluzioni IT, creando un centro servizi IT unificato
per condividere questi asset a livello di Gruppo. In realtà le
sfide più complesse sono state di natura organizzativa e culturale
più che tecnologiche o infrastrutturali. In questo senso la
funzione IT ha fatto da apripista rispetto a un processo più ampio
di trasformazione organizzativa interna.
In quale area funzionale sta investendo maggiormente
Autogrill sotto il profilo IT?

Negli ultimi anni ci stiamo concentrando su tecnologie e strumenti
finalizzati a migliorare le relazioni dell’azienda con i propri
dipendenti, in particolare con chi opera sul punto vendita, dove
c’è il vero contatto tra azienda e clientela, determinante per
l’esperienza d’acquisto e nella raccolta di esigenze e bisogni.
Siamo convinti che condividere esperienze e conoscenze al nostro
interno migliori la relazione con il cliente. In quest’ottica, e
per raggiungere chi per lavoro non ha spesso una postazione fissa
al computer, abbiamo sviluppato il portale business to employee
‘Aconnect’ attraverso una piattaforma aperta, accessibile via
Web anche da casa, sperimentando tra l’altro tecnologie open
source. Il progetto ci servirà per disegnare nuove relazioni
digitali con i nostri clienti che sempre di più chiedono anche di
connettersi alla rete in mobilità.
Quali sono gli ambiti di “criticità”: infrastrutture,
soluzioni software adeguate al business o servizi?

Per diversi motivi tutte e tre le dimensioni sono importanti. A
livello di infrastrutture puntiamo ad avere soluzioni sempre
migliori per garantire i volumi crescenti delle nostre transazioni,
data anche dalla capillarità sul territorio. Nel campo
applicativo, invece, troviamo difficilmente soluzioni già
collaudate e adatte per migliaia di punti di ristoro organizzati in
maniera industriale: spesso dobbiamo sviluppare progetti ad hoc.
Nei servizi la sfida è invece la continuità: il nostro business
è 24×7, tutti i giorni all’anno, con picchi durante gli
esodi.
Qual è il budget stanziato per l’IT quest’anno e per
il prossimo?

Negli ultimi tre anni ci siamo concentrati sull’ottimizzazione
delle risorse Ict, raggiungendo indici di efficienza unici nel
nostro settore. L’obiettivo di quest’anno è continuare a
incrementare gli investimenti nell’Ict che genereranno ritorni di
business concreti e rappresentano un ulteriore valore per il
Gruppo.
Cloud computing, governance dei sistemi e sicurezza: a che
punto si trova Autogrill? Credete nelle potenzialità della
virtualizzazione?

Alcuni ambiti dell’IT – si pensi ad esempio ai servizi e-mail –
stanno entrando nella loro fase di maturità.
Questo significa standardizzazione del servizio e riduzione dei
costi unitari, e ciò si ottiene grazie a economie di scala che
sono in grado di garantire soltanto pochi grandi player di mercato
che offrono i servizi in modalità “chiavi in mano” attraverso
il cloud. È anacronistico resistere al trend in favore della
vecchia ricetta del “fatto in casa è meglio”. Esistono,
tuttavia, alcuni aspetti da considerare con attenzione prima di
‘traslocare’ nel cloud. Ad esempio il valore delle informazioni
trasferite sulla ‘nuvola’ – su infrastrutture che magari sono
all’estero – o piuttosto il lock-in con il fornitore di servizi
cloud, soprattutto quando sono progressivamente integrati e
personalizzati sulle necessità specifiche di un’organizzazione.
Stiamo sperimentando il cloud in ambiti a minore rischio e
definendo criteri generali di accesso a questa risorsa in modo da
raccoglierne i vantaggi minimizzando i pericoli. Sicurezza e
governance sono due ingredienti fondamentali per la riuscita della
ricetta.
Comunicazione interna, collaborazione e lavoro in
mobilità: quali sono le esigenze in Autogrill e come le
affronta?

È proprio l’ambito in cui negli ultimi tre anni abbiamo
investito di più, basandoci su un disegno ambizioso, ovvero
l’idea di connettere oltre 60.000 dipendenti che il gruppo
Autogrill conta nel mondo all’interno di una realtà
organizzativa complessa e articolata. All’inizio del progetto
tracciammo gli elementi fondamentali: accesso al Pc da casa, open
source, Web standard, elevata interazione tra utenti e sito,
multicanalità ecc. Non c’erano molti che sperimentavano in modo
deciso queste soluzioni. Oggi i risultati raggiunti non soltanto ci
confortano, ma molte delle nostre scelte si stanno consolidando
come pratiche di riferimento sul mercato. È un cantiere in
evoluzione, che rappresenta una continua fonte di apprendimento e
innovazione che mai avremmo potuto sperimentare rimanendo negli
ambiti più noti e confortevoli dell’IT tradizionale, come la
gestione dell’infrastruttura.
In sintesi qual è la visione che Autogrill ha
dell’IT?

L’IT è un’ industria giovane, cresciuta con rapidità
straordinaria negli ultimi 50 anni. Dopo un “backstage” giocato
dentro le mura delle organizzazioni sta passando alla ribalta del
grande pubblico grazie a Internet e alla diffusione dei dispositivi
mobili. L’IT è anche la risorsa che ha storicamente consentito
la crescita e l’evoluzione dell’organizzazione, la
razionalizzazione dei processi, l’automazione e condivisione di
informazioni, valori questi che rimangono nel patrimonio di una
funzione IT che deve però evolversi, abbandonando i domini
tradizionali. Oggi occorre coniugare questo aspetto con le
tecnologie emergenti, ma è necessaria una visione
dell’architettura IT che consenta di integrare componenti
diverse, sulla base di standard che tendono a consolidarsi, e
veicolare questa sinergia all’interno dell’organizzazione. La
necessità principale resta lo sviluppo di progetti con ritorni
chiari e condivisi in un contesto d’innovazione continua senza
fine.

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