“La cosa impressionate è la risposta dell’Europa al Digital Day: 40 ministri, più di 400 partecipanti ci consentono di dire che si parte da Roma, come 60 anni fa”. Lo dice in un’intervista a CorCom Roberto Viola, direttore generale della DG Connect della Commissione europea, spiegando il senso dell’iniziativa che fa parte delle celebrazioni per i 60 anni dai trattati di Roma.
Viola, qual è l’importanza di questa giornata?
L’importanza di questa giornata è nei numeri. Le faccio un esempio: sulle strade nel mondo muoiono milioni di persone, la maggior parte a causa di errori umani. La guida autonoma può essere una soluzione, perché significa molta più sicurezza, con strade più pulite e meno traffico. I computer non bevono, né si drogano: è molto importante mettere la parola fine a queste stragi. Al di là di questo aspetto, in ogni caso, è evidente, anche per l’Italia, la valenza della guida connessa anche dal punto di vista industriale.
Uno dei focus del Digital Day è sull’high performance computer: perché è così importante?
Oggi ci sono circa il 50% di tipi di tumore che non sappiamo come curare. Una risposta, sempre a titolo di esempio, potrebbe essere nei supercomputer e nei big data. Pensi che le informazioni contenute nel genoma umano occuperebbero diversi terabyte, oggi ci vorrebbe un camioncino per trasportare questi dati. Poter tracciare una mappa in tempo reale di noi stessi vuol dire dare vita al medico del futuro, alla medicina personalizzata, che potrà dare risposte in tempo reale. Immaginiamo cosa potrebbe significare, ad esempio, anche per l’Alzheimer, o per il Parkinson, patologie per le quali è fondamentale mappare il cervello umano.
Tra i temi in primo piano c’è anche Industria 4.0
La trasformazione dell’industria nel digitale vale 110 miliardi di euro, e l’Italia è il secondo Paese industriale in Europa. Questo dato ci aiuta a a capire cosa ci sia in gioco per il Paese in questo campo.
Carenza di competenze digitali tra i giovani. Come si può invertire questa tendenza?
Sui posti di lavoro nell’Ict e nell’informatica sappiamo che c’è un dramma in arrivo: una quantità posizioni disponibili, quasi un milione nel settore, ma non ci sono abbastanza giovani che hanno competenze informatiche adeguate alla richiesta del mercato. Tanti giovani senza lavoro, e tanto lavoro senza giovani: un paradosso. Oggi lanceremo un nuovo progetto, che si chiama ‘digital opportunity’: permetterà agli studenti di lavorare nelle grandi imprese informatiche e di acquisire crediti universitari, una sorta di Erasmus del digitale.
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