LO STUDIO

Robot e blockchain, passa da qui la disruption per le banche

Il Fintech stravolgerà il settore, ma gli istituti dovranno essere capaci di creare nuove catene del valore per mettere a frutto le opportunità del digitale. Servono nuove architetture per l’analisi dei dati e l’automazione dei processi. L’analisi di Idc

Pubblicato il 18 Gen 2017

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Tra il 2017 e il 2020 la disruption digitale cambierà, come nessun cambiamento precedente, il volto del settore bancario e il Fintech stravolgerà radicalmente lo status quo. La fotografia è scattata da Idc che ha studiato lo sviluppo del Fintech.

Entro il 2020 le principali tecnologie identificate come disruptive – tra le quali blockchain, cognitive computing e software robot – saranno in uso presso il 50% delle banche di tutto il mondo, accelerando il processo di trasformazione digitale di questi innovatori del 30%.

Il 95% delle banche mondiali ha già in atto – a un diverso stadio – una strategia di digital transformation. Ma per percorrere appieno la strada della trasformazione digitale, queste banche dovranno essere capaci di accogliere le nuove tecnologie per offrire servizi finanziari innovativi, riscrivere le modalità di interazione con i clienti, cambiare i modelli di gestione del core business. Dovranno essere in grado di creare nuove catene del valore integrando le competenze degli operatori FinTech per continuare a recitare ruoli di primo piano in un mercato aperto.

Gli investimenti in blockchain stanno crescendo con grande rapidità. Questa tecnologia ha le potenzialità per impattare su quasi ogni attività del settore finanziario – interna ed esterna – ed è destinata a rivoluzionare nel breve termine il mercato dei pagamenti e del trade finance. Le tecnologie cognitive sono già impiegate nell’ambito del finance soprattutto per risolvere problematiche come il rilevamento di frodi o minacce. Verranno in future usate anche per semplificare la gestione da parte dei clienti dei prodotti finanziari. I software robot, “bots”, ovvero le tecnologie Rpa (robotic process automation) sono in uso in molte banche per gestire processi complessi sostituendosi all’uomo. Abbatteranno i costi operativi (meno errori) e incrementeranno la soddisfazione dei clienti (decisioni più rapide).

Secondo Idc, queste tre tecnologie rappresentano la vera e propria base sulla quale le banche potranno costruire le nuove architetture per l’analisi dei dati, l’automazione dei processi, la gestione dei processi decisionali. Soppianteranno molte funzionalità dei sistemi legacy, accelerando nel complesso la trasformazione digitale del comparto finanziario.

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