L'ANALISI

Robot sempre più “umani”: in Europa servono regole comuni

Le macchine avranno sempre più capacità di autoapprendimento. Urgente stabilire se possano avere uno status giuridico. L’analisi di Francesca Piro, legal consultant di P4I

Pubblicato il 12 Apr 2017

giovani-robot-161213115148

La tecnologia si sta evolvendo e sviluppando ad un ritmo sempre più accelerato e il prossimo passo del progresso saranno i robot e l’intelligenza artificiale. Che si tratti di giocattoli, di strumentazione medica o di macchinari industriali, urge regolare il loro utilizzo. A tal fine, è opportuno giungere ad una legislazione a livello europeo, ancor prima che ogni singolo Stato membro elabori una normativa differente.

Quest’anno la deputata Mady Delvaux, appartenente al Gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, ha presentato una relazione in materia di “Norme di diritto civile sulla robotica“.

La deputata ha infatti sottolineato come “sempre più aree che riguardano la nostra vita quotidiana sono influenzate dalla robotica e, per far fronte a questa realtà e garantire che i robot siano e restino al servizio dell’uomo, abbiamo bisogno urgente di creare un quadro giuridico europeo“.

Quando si fa riferimento ai robot non s’intendono le armi, ma delle macchine fisiche dotate di sensori e interconnessi in modo da raccogliere dati. Mano a mano le generazioni di robot avranno infatti sempre più capacità di autoapprendimento. Si pensi ad esempio al supercomputer di Ibm, “Watson”, che è volto a rispondere con sicurezza, velocità e precisione a delle domande formulate nella lingua parlata.

Appare quindi estremamente rilevante stabilire se i robot possano avere uno status giuridico. In merito a tale aspetto, Mady Delvaux ha dichiarato che si tratta di una problematica particolarmente complessa per la quale la Commissione europea sta analizzando le varie opzioni possibili.

Nel frattempo si dovrà anche cominciare ad individuare le responsabilità qualora un robot sia coinvolto in un incidente, possibilità che si concretizza ad esempio in relazione alle macchine che si guidano da sole. Al momento esistono due strade percorribili. Una potrebbe essere l’applicazione del principio della responsabilità civile, la quale implica che a rispondere sia il produttore, poiché è nella posizione migliore per limitare i danni, l’altra invece potrebbe essere lo svolgimento di test per valutare i rischi prima di rendere funzionante il robot, suddividendo quindi le responsabilità tra proprietario, costruttore, progettista e programmatore.

In questo scenario è quindi particolarmente importante sfruttare il potenziale economico della robotica e dell’intelligenza artificiale, fornendo al contempo un livello standard di sicurezza e di protezione. A tal fine, il Parlamento vorrebbe impostare dei principi comuni e un quadro giuridico comune a livello europeo.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati