LAVORI AL VIA NEL 2018

Roma a banda ultralarga: ecco il piano Open Fiber-Acea

Sul piatto 400 milioni di euro per portare la fibra in circa 1,3 milioni di unità immobiliari in cinque anni. L’inizio dei lavori nel primo semestre 2018. Previste ricadute occupazionali per 1.500 persone. All’orizzonte la creazione di una società ad hoc per lo sviluppo di progetti di smart city

Pubblicato il 03 Ago 2017

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Saranno avviati nel primo semestre 2018 i lavori per portare la banda ultralarga a firma Open Fiber in circa 1,3 milioni di unità immobiliari a Roma. Il tutto a fronte di 400 milioni di euro di investimento, che garantiranno ricadute occupazionali per 1.500 persone. Un piano ambizioso che partirà dalla zona Sud della Capitale, sarà completato nell’arco di 4-5 anni e che vede in campo, oltre alla società della fibra, la municipalizzata Acea che metterà a disposizione l’infrastruttura di proprietà (o comunque quella nella propria disponibilità), fornendo i dati cartografici e il supporto necessario per la realizzazione della rete. E la multiutility capitolina non è escluso che contribuisca alla realizzazione fisica della rete.

I termini e le condizioni per l’avvio della partnership industriale “esclusiva” – le due aziende si sono impregnate reciprocamente a non avviare discussioni con terzi fino alla scadenza del Memorandum of understanding siglato oggi nella sede di Acea a Roma (come anticipato da CorCom)- sono stati annunciati da Stefano Antonio Donnarumma e Tommaso Pompei, gli Ad delle due società alla presenza dei rispettivi presidenti Luca Lanzalone e Franco Bassanini. Il Mou – con durata fino al 31 dicembre 2017 – assegna ad Open Fiber il compito di individuare l’architettura di rete “e, qualora Acea manifesti interesse in svolgere tale attività, fornire a quest’ultima le specifiche tecniche per la progettazione e la realizzazione delle opere”, si legge nel documento dell’intesa, fornire servizi di rete e commerciali ad Acea in modalità wholesale (come la locazione di porzioni di rete, di collegamenti e di servizi attivi); assicurare il passaggio del know-how tecnico e tecnologico a favore di Acea, funzionale allo sviluppo dei propri servizi (telecontrollo degli impianti e/o servizi di tipo Smart City). “Qualora Acea lo richieda si legge sempre sul documento – le parti potranno costituire una società, a maggioranza Acea, per lo sviluppo di progetti nell’ambito Smart City”.

“Roma avrà una rete in fibra ottica Ftth capillare e diffusa che consentirà a cittadini, imprese e pubblica amministrazione di raggiungere livelli di connessione mai avuti prima – ha sottolineato l’Ad di Open Fiber Tommaso Pompei -. L’intesa con Acea rappresenta un passaggio fondamentale nel consolidamento del nostro piano industriale. Stiamo implementando la realizzazione della nostra infrastruttura in tutte le città metropolitane, vogliamo farlo anche nella Capitale”.

Da parte sua l’Ad di Acea, Stefano Antonio Donnarumma ha evidenziato “la ferma volontà di Acea di utilizzare la sua capillare infrastruttura per fare di Roma una città sempre più all’avanguardia a livello tecnologico, attraverso uno sviluppo pienamente sostenibile. Grazie a questo grande progetto di cablaggio la Capitale sarà infatti in grado di utilizzare al meglio, al massimo delle sue possibilità, le infinite applicazioni che una efficiente e moderna rete di Tlc consente, riuscendo a fornire ai cittadini moltissimi altri utili servizi. Una di queste applicazioni – ha proseguito Donnarumma – permetterà di avviare il monitoraggio e l’automazione avanzata delle reti elettriche e idriche, contribuendo alla loro manutenzione preventiva, ad esempio, per quanto riguarda l’individuazione delle perdite occulte nelle tubature”.

Rispetto ad altre città, ha aggiunto il presidente di Open Fiber Franco Bassanini, “a Roma siamo partiti dopo a cablare proprio perché aspettavamo un accordo con Acea che ha il vantaggio di conoscere bene il territorio. Quindi ora recupereremo presto il tempo perduto”.

Per il presidente Acea, Luca Alfredo Lanzalone, l’accordo “persegue un’idea di innovazione tecnologica: si tratta di un progetto industriale ambizioso”. Per quanto riguarda l’invasività dei lavori, ha sottolineato Lanzalone, “tendiamo a scavare il meno possibile e per questo è importate un accordo sulle infrastrutture: in questo modo potremo minimizzare l’impatto usando quanto già esiste. Probabilmente si inizierà da Roma Sud per motivi di facilità di accesso all’infrastruttura”.

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