BIG DATA

Ronnabyte e quettabyte, si apre l’era dei numeri “giganteschi”

Le nuove definizioni stabilite dal Sistema internazionale di unità di misura per identificare la quantità di informazioni pari a 10 alla 27esima e alla 30esima. Introdotti anche due prefissi per descrivere quantità di dati estremamente piccole: “ronto” e “quecto” che stanno, rispettivamente, per 10 alla -27esima e alla -30esima

Pubblicato il 21 Nov 2022

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Arrivano i ‘ronnabyte’ e i ‘quettabyte’. Sono queste le due nuove denominazioni stabilite dal Sistema internazionale di unità di misura (Si) per descrivere le gigantesche quantità di dati che saranno presto prodotte nell’era dei Big Data.

Le quantità descritte dal ronnabyte e dal quettabyte

Così, dopo lo yottabyte, che sta per 10 alla 24esima byte, cioè una quantità di dati che richiederebbe una pila di dvd alti fino al pianeta Marte, avremo ora denominazioni in grado di descrivere un numero persino superiore di dati: il ronnabyte (10 alla 27esima) ed il quettabyte (10 alla 30esima), come si legge in un articolo pubblicato sulla rivista Nature.

Introdotti anche gli speculari ronto e quecto, per numeri molto piccoli

Per simmetria, all’altra estremità della scala sono stati introdotti anche due nuovi prefissi per descrivere quantità di dati estremamente piccole: ‘ronto’ e ‘quecto’, che stanno rispettivamente per 10 alla -27esima e 10 alla -30esima. Per dare un’idea, 1 ronnagrammo sarebbe all’incirca il peso della Terra, mentre un elettrone è pari a 1 quectogrammo. I quattro nuovi prefissi sono stati votati il 18 novembre scorso da rappresentanti dei governi di tutto il mondo, alla Conferenza generale sui pesi e sulle misure, tenutasi nei dintorni di Parigi. Si tratta del primo aggiornamento del sistema dei prefissi sin dal 1991, quando l’aggiunta fu però resa necessaria per il campo della chimica, che aveva bisogno di poter esprimere numeri molto più piccoli.

Introduzione resa necessaria dalla diffusione di nomi informali 

La proposta di modifica, presentata da Richard Brown del Laboratorio nazionale di fisica del Regno Unito dopo un lavoro di cinque anni, si è resa necessaria anche perché erano iniziati a circolare nomi informali per esprimere quelle quantità, come hellabyte e brontobyte. “Sono rimasto inorridito”, ha commentato Brown, “perché erano nomi del tutto non ufficiali”. In passato, termini nati in modo informale sono poi stati adottati dal Sistema internazionale, ma stavolta non è stato possibile poiché i simboli associati a questi due nomi sono già utilizzati all’interno del sistema metrico per altri prefissi o altre unità di misura. “Adesso”, ha concluso Richard Brown, “non sono rimaste altre lettere dell’alfabeto disponibili per nuovi prefissi, quindi cosa accadrà quando, e se, qualche campo scientifico riuscirà a spingersi a grandezze oltre quelle attuali, rimane una questione aperta”.

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