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R&S, l’Ue chiude il gap con Usa e Cina. Ma serve stimolare gli investimenti nel digitale



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Le aziende europee hanno aumentato i loro investimenti del 9,8% nel 2023, superando la crescita dei due Paesi leader, svela l’Industrial R&D Investment Scoreboard della Commissione. Ma Bruxelles deve crere le condizioni per aumentare la spesa privata in innovazione, soprattutto nell’Ict, dove l’America regna incontrastata. E l’Italia non è ancora tra i big

Pubblicato il 20 dic 2024



investimenti R&D in UE

L’industria europea si mette al passo sugli investimenti in ricerca e sviluppo: ribaltando un trend decennale, le aziende dell’Ue hanno aumentato i loro investimenti in R&D del 9,8% nel 2023, superando la crescita degli investimenti aziendali in R&D negli Stati Uniti (+5,9 %) e in Cina (+9,6 %) per la prima volta dal 2013, secondo la nuova edizione dell’Industrial R&D Investment Scoreboard della Commissione europea.

Nel 2023 l’Ue era seconda a livello mondiale negli investimenti privati in R&D (18,7%), dietro agli Stati Uniti (42,3 %), ma davanti alla Cina (17,1%), al Giappone (8,3%) e ai paesi del resto del mondo (13,%).

Nonostante il rallentamento della crescita globale della spesa in R&D (+7,8 % rispetto al +12,6 % nel 2022), le prime 2000 imprese mondiali hanno investito un importo record di 1257,7 miliardi di euro in ricerca e sviluppo nel 2023. Le prime 50, tra cui 11 imprese dell’Ue, hanno contribuito al 40,1% degli investimenti, rivelando una forte concentrazione dell’R&D tra i grandi player. L’Italia, però, non compare tra i big: sono le imprese di Germania, Francia e Paesi Bassi a spendere di più in ricerca.

I settori che investono di più in R&D sono hardware Ict, software Ict, salute e automotive.

L’Ue si mette al passo sull’R&D. Ma deve ancora crescere

Lo studio sottolinea che il quadro di valutazione più recente conferma che, sebbene le imprese europee siano attori globali rilevanti, la struttura industriale soffre ancora di debolezze in materia di innovazione rispetto ai principali concorrenti. Inoltre, l’Ue deve stimolare ulteriormente gli investimenti privati, sviluppare settori chiave, come le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) e la sanità, affrontare le disparità tra gli Stati membri e promuovere la diffusione delle tecnologie e la creazione e la crescita di attori con sede nell’Ue.

Come visto, nell’ultimo decennio, quattro settori (software, hardware Ict, sanità e settore automobilistico) hanno rappresentato oltre i tre quarti degli investimenti globali in R&D. L’Ue guida gli investimenti in R&D nel settore automobilistico.

Il settore del software Ict, in particolare, è quello che è cresciuto più velocemente in tutto il mondo, con un Cagr decennale del 13,3%, seguito da salute (7%), hardware Ict (6,9%) e automotive (6,3%).

L’Europa guida nell’automotive. Ma è in ritardo nelle Ict

Nel settore automobilistico le imprese con sede nell’Ue rappresentavano il 45,4% degli investimenti globali in R&D di questa industria nel 2023 e hanno investito oltre il doppio rispetto ai loro omologhi statunitensi e giapponesi e oltre il triplo rispetto ai concorrenti cinesi.

Invece gli investimenti in R&D delle società di software Ict dell’Ue sono rimasti marginali su scala mondiale, mentre le imprese con sede negli Stati Uniti costituiscono il 70% della R&D globale del settore e la Cina ha costituito importanti società che investono in R&D. Le aziende statunitensi rappresentano anche il 43,3% della R&D totale del settore hardware Ict, dove i grandi attori della Repubblica di Corea e di Taiwan stanno acquisendo rilevanza globale nella produzione di semiconduttori.

A sua volta, il settore sanitario ha il maggior numero di aziende nella top 2000, ovvero 437, comprese quelle biotecnologiche più piccole. Tra queste, 238 imprese con sede negli Stati Uniti sono all’avanguardia nella R&D nel settore sanitario (52% del totale mondiale), mentre il numero di imprese cinesi nel settore sanitario è aumentato da 13 a 63 in 10 anni, avvicinandosi all’Ue (64 imprese nel 2023).

Gli investimenti globali nel settore dell’energia hanno registrato un aumento del 21% nel 2023, attestandosi a 23,8 miliardi di euro, superando il settore aerospaziale e della difesa e appena al di sotto del settore chimico.

Anche le pmi tra i grandi investitori R&D in Europa

Diffuse in 19 Stati membri, le prime 800 imprese con sede nell’Ue per spesa in ricerca e sviluppo hanno investito 247,7 miliardi di euro in R&D nel 2023, con una crescita dell’8,7% rispetto all’anno precedente.

Il settore automobilistico è in testa alla lista Ue 800, rappresentando il 34,2% degli investimenti di R&D delle imprese dell’Ue, seguito dal settore sanitario (19,3%), dall’hardware Ict (14%) e dal software Ict (7,8%). Alcune delle imprese dell’Ue nei settori dei semiconduttori, dei componenti automobilistici e delle biotecnologie hanno registrato aumenti straordinari degli investimenti in R&D, con una crescita da due a cinquanta volte nell’ultimo decennio. Tali aumenti degli investimenti suggeriscono una continua diversificazione e un significativo potenziale di crescita in queste aree.

Tra le prime 800 imprese dell’Ue vi sono 99 piccole e medie imprese (pmi) con meno di 250 dipendenti. La maggior parte di loro (74) sono nel settore sanitario e hanno sede in Svezia, Francia, Danimarca e Germania. Le pmi francesi guidano gli investimenti in R&D (34% del totale), seguite dalla Svezia (21,3%) e dai Paesi Bassi (16,6%). Queste pmi hanno investito 2,4 miliardi di euro in R&D nel 2023, con un aumento del 3,7% rispetto all’anno precedente.

Il quadro italiano: Pharma, banche e telco i big spender

In Italia è l’industria farmaceutica a investire di più in R&D, seguita dal settore bancario, dalle tlc fisse, dall’aerospazio e difesa e dall’automotive. A livello di singola impresa, Tim guida per volume di investimenti, seguita dai big della farmaceutica, della finanza, dell’energia e dell’aerospazio.

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