DIGITAL TRANSFORMATION

Rughetti: “Per un’Italia più digitale non bastano gli addetti ai lavori”

Il sottogretario di Stato per la Semplificazione e la PA al convegno organizzato da CSI Piemonte: “Dobbiamo lavorare a un programma complessivo. Il Governo si è mosso per questo obiettivo, ma ora serve una maggiore integrazione fra tutti gli attori”

Pubblicato il 13 Apr 2016

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Dobbiamo essere consapevoli che il digitale oggi deve diventare uno degli elementi essenziali per la comunità, per la sua crescita e per il suo benessere. La strategia sul digitale non deve essere solo per addetti ai lavori: dobbiamo lavorare a un programma complessivo, ovvero a un progetto per il Sistema Paese definendo chiaramente finalità e risorse”. È questo il pensiero del Sottogretario di Stato per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Angelo Rughetti che, intervenendo al convegno “Competenze e culture digitali a confronto”, che si è tenuto questa mattina a Roma, presso la Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”, ha spiegato che “il Governo si è mosso per questo obiettivo, ma ora serve una maggiore integrazione fra tutti gli attori”.

All’evento organizzato dal CSI Piemonte per fare il punto sulla diffusione delle competenze digitali a livello nazionale è intervenuto anche il Presidente del Comitato Tecnico Scientifico del CSI Giulio Lughi: “C’è un’intensa produzione di documentazione intorno ai temi dell’Agenda Digitale – ha sottolineato Lughi -. Alcuni sono chiaramente individuabili, dalla banda larga alle infrastrutture, dai servizi digitali PA-cittadini all’innovazione digitale per le imprese, altri come le competenze e le culture digitali rischiano di funzionare come termini ombrello, in quanto più complessi e articolati”.

Dai lavori del convegno è emerso che discutere di questi temi non significa solo parlare di digitalizzazione tecnologica e che per superare il ritardo l’Italia deve assolutamente distinguere i due piani di intervento, quello delle competenze e quello delle culture. Se le prime vanno viste come insiemi di saperi che permettono di procedere operativamente, a corto raggio d’azione e su breve durata, le seconde, invece, vanno interpretate come capacità articolate di sviluppare le proprie competenze con una visione a largo raggio e di lunga durata, sviluppando scelte strategiche in funzione della complessità della società contemporanea.

È necessario evitare ogni frammentazione degli interventi – ha aggiunto l’Assessore all’Innovazione della Regione Piemonte Giuseppina De Santis -. Così come l’autostrada del Sole è stata concepita e realizzata nel suo insieme e non a singoli tratti, così anche gli interventi sul digitale devono avere una regia coordinata per avere successo. Il CSI ha storicamente avuto un ruolo importante in questo senso per il territorio piemontese. Oggi stiamo lavorando per creare le condizioni affinché possa continuare a essere un grande player ICT in linea con le attuali esigenze del settore”.

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