Facebook potrebbe fare la stessa fine di MySpace: l’ha detto Rupert Murdoch, il tycoon dei media, alla vigilia dell’anniversario del debutto in Borsa del social network, il 18 maggio 2012.
In un tweet il magnate di origine australiana ha scritto: “Guardate Facebook! Le ore per utente spese davanti al social network stanno scendendo drasticamente. È il primo gravissimo segnale, come quello che sperimentò MySpace anni fa”.
Il paragone, non certo gradito agli azionisti del colosso fondato da Mark Zuckerberg, ha provocato ulteriori commenti.
“Escludendo Google – ha commentato Colin Cieszynski, senior market analyst di Cmc – ad oggi la performance di Facebook sta nel mezzo, non così buona come Baidu o Linkedin, ma neanche pessima come Groupon o Zynga”. Cieszynski ha poi rilevato che, da settembre 2012, Fb si è tenuta comunque sopra la media se confrontata con i suoi competitor, e lo stock in Borsa potrebbe adesso, nel suo secondo anno di trading, beneficiare da aspettative di mercato più contenute rispetto agli inizi.
Domani sarà un anno dall’Ipo (Initial Public Offering), in base alla quale ogni azione di Facebook venne collocata a 38 dollari, con un valore complessivo dell’azienda stimato in 104 miliardi di dollari; valore che però successivamente precipitò fino a toccare, a settembre, i 17.729 dollari. Da allora il titolo ha ripreso gradualmente quota ma ieri sera ha chiuso a 26,13 dollari per azione, ancora il 31% in meno del valore originario. In questo momento Facebook ha una capitalizzazione di mercato di 63,1 miliardi di dollari, una cifra comunque significativamente inferiore al valore dell’Ipo.
Inoltre il giorno dell’Ipo i sistemi informatici del Nasdaq finirono in loop mentre elaboravano la lista degli ordini prima dell’inizio delle contrattazioni. L’avvio dello scambio delle azioni di Fb rimase bloccato per mezz’ora. Poi per altre tre ore il Nasdaq non riuscì a spedire le conferme degli ordini ai broker, causando confusione e incertezza sulle transazioni. L’Exchange ha stimato in 500 milioni di dollari i danni complessivamente causati dalla società alle vittime delle paralisi di sistemi del Nasdaq in occasione del collocamento. il listino dei titoli tecnologici si è offerto di pagare rimborsi ai clienti per 62 milioni di dollari in contanti: il via libera al piano di maxi-risarcimento è arrivato dalla Securities and Exchange Commission il 25 marzo scorso.
In più la cattiva gestione del debutto in Borsa di Facebook potrebbe costare a Nasdaq Omx Group, società che controlla il listino tecnologico statunitense, una multa stimata in 10 milioni di dollari.
La Borsa tecnologica americana ha stanziato questa cifra il mese scorso in vista di una sanzione da parte della Sec (Securities and Exchange Commission, la Consob statunitense), con cui sta negoziando la chiusura dell’inchiesta.