LA LETTERA

Russia, i big della web economy fanno lobby per l’anti-Putin

Trentasette imprenditori firmano una lettera a sostegno di Alexey Navalny, attivista anti-corruzione e oppositore dell’attuale governo, che a settembre si candida a sindaco di Mosca

Pubblicato il 07 Ago 2013

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I big della web economy russa si trasformano in lobby di pressione politica a favore di un candidato anti-Putin. Trentasette uomini d’affari del settore Internet, alcuni alla guida di siti molto popolari, hanno espresso oggi il loro sostegno al principale oppositore del presidente Vladimir Putin, Alexey Navalny, da diversi anni attivista anti-corruzione ma il mese scorso condannato per truffa, e candidato a sindaco di Mosca nelle elezioni dell’8 settembre.

Gli imprenditori della Rete hanno svelato il loro intento in una lettera pubblica di sostegno a Navalny. Tra loro Yuri Virovets (capo del sito Headhunter.ru), Vitaly Tatsii, che sovrintende al popolare sito d’informazione cinematografica Kinopoisk.ru e Dmitri Navocha, numero uno di Sports.ru.

“Noi sosteniamo questo candidato (…) e firmiamo un contratto sociale con quest’uomo politico” scrivono i firmatari dell’appello elettorale. “Navalny – continuano – difenderà il primato della legge, l’indipendenza dei tribunali e la responsabilità dei funzionari di fronte alla società. Noi gli accordiamo il nostro sostegno con la nostra reputazione, con le nostre risorse in termini di finanze, organizzazione e altro”.

Navalny, avvocato e politico, s’è fatto strada nell’opinione pubblica denunciando sul suo blog e sui social network gli scandali di corruzione all’interno delle imprese pubbliche russe. I suoi attacchi hanno fatto presa soprattutto nel settore delle piccole industrie e delle imprese innovative. Allo stesso tempo, però, è stato condannato a cinque anni di carcere per truffa: secondo le accuse, si sarebbe reso responsabile di distrazione di fondi, da lui negata, nell’ambito di una compravendita con una società pubblica. Il 18 luglio è arrivata la condanna, ma è stato rimesso in libertà all’indomani della sentenza in attesa del processo d’appello.

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