CENSURA ONLINE

Russia, in vigore la “blacklist” dei siti

In capo all’Esecutivo il “registro” per regolare l’attività dei portali contenenti informazioni ritenute illegali e contrastare la pedopornografia. Ma la questione è controversa: il popolo della Rete grida alla censura

Pubblicato il 30 Lug 2012

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Entra in vigore oggi in Russia una legge mirata a limitare l’accesso degli utenti Internet alle informazioni illegali che sulla carta “rappresentano una minaccia per la vita dei bambini, la salute e lo sviluppo”. Per i legislatori è una norma contro la pedopornografia sul Web, ma il raggio d’azione è controverso, e già Wikipedia ha dimostrato tutto il suo dissenso, scioperando e nei fatti oscurando le sue pagine in russo, listate a lutto. “Immaginatevi un mondo senza conoscenza libera, aperta a tutta l’umanità”, ha scritto l’enciclopedia virtuale usata in gran parte del mondo, a parte casi come la Cina, dove la censura è particolarmente severa con la Rete. E secondo Wikipedia il Parlamento russo punta proprio – con la norma – a creare una sorta di firewall, come già fatto da Pechino, che controlli e blocchi tutti i siti sospettabili di tramare contro la sicurezza dello Stato.

La legge, firmata sabato dal presidente russo Vladimir Putin e pubblicata nella Gazzetta ufficiale Rossiyskaya Gazeta questa mattina, prevede l’istituzione di un registro federale che regoli l’attività dei siti web contenenti informazioni proibite dalla legge, costringendo i loro proprietari o fornitori di servizi a chiuderli. La gestione del registro viene delegata direttamente al potere esecutivo.

Ma non è l’unico testo che sotto la nuova presidenza di Vladimir Putin (insediatosi lo scorso 7 maggio) ha suscitato forti perplessità e anche sdegno, non solo tra gli appassionati del Web. Nuove norme su Ong, diffamazione, e un altro progetto sulla pubblicità nei blog – strumento numero uno nelle mani degli oppositori di Putin – hanno fatto gridare alla stretta sui diritti. Oltre all’inasprimento delle ammende per chi manifesta senza permesso.

Tornando alla legge sul Web, non sono mancate levate di scudi e qualche significativo commento a mezza bocca. “Devono essere rispettati i diritti e le libertà fondamentali delle persone, incluso il diritto di informazione, da un lato, e dall’altro, il diritto alla protezione da contenuti dannosi”, ha detto il premier Dmitri Medvedev commentando la legge in questione quando era ancora solo una proposta. “La rete deve essere libera”, ha aggiunto.

Tuttavia, un certo numero di importanti società Internet russe e straniere, tra cui Wikipedia, Yandex, VKontakte, LiveJournal, e il blogger di opposizione Aleksey Navalny, sono convinti che si tratti di censura. Quest’ultimo per spiegare il suo pensiero ha usato un esempio limite: “Nei commenti a qualsiasi sito web / blog / forum lasciano un link a ‘come cucinare Lsd con grano saraceno e vernice verde’: il sito entrerà subito nella black list dei siti proibiti, e il suo host inizierà a correre per tribunali per mesi, cercando di dimostrare di non essere un cammello”, ha scritto Navalny nel suo LiveJournal. “Allo stesso tempo, chi vuole davvero una ricetta per suicidarsi, trova ancora tutto il necessario entro tre secondi” ha aggiunto.

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