Samaritani: “Condivisione e chiarezza di obiettivi, così si fa l’Italia digitale”

Il direttore generale di Agid spiega le strategie per raggiungere gli obiettivi del piano banda ultralarga e Crescita digitale: “Centrale la collaborazione con Regioni e amministrazioni locali”

Pubblicato il 30 Set 2015

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Piano banda ultralarga , il Crescita digitale e la riforma della PA. Nei prossimi mesi l’Agenzia per l’Italia digitale sarà centrale nei programmi di innovazione per l’Italia. Il direttore, Antonio Samaritani, spiega a CorCom cosa bolle in pentola.

Agid gioca un ruolo centrale nei piani Crescita digitale e Bul: oggi ci sono i progetti e gli obiettivi, Agid sarà in grado di mettere a sistema tutto oppure rischia di rimanere, ancora una volta, vittima di una governance troppo frammentata?

In questi mesi abbiamo lavorato per riorganizzare l’assetto interno dell’Agenzia in modo da poter rispondere al meglio alle necessità operative che derivano dai progetti strategici del Piano Crescita. Abbiamo tappe chiare, scadenze e obiettivi condivisi con i soggetti che operativamente ci permettono di implementare i progetti. Il Dipartimento della Funzione Pubblica, il comitato di indirizzo di Agid, le PA centrali, locali, i privati che giocano un ruolo fondametale in questa partita e il Mise che si occupa dell’attuazione del piano Bul. Abbiamo proposto un percorso che è stato approvato dal punto di vista formale e operativo. È chiaro che la governance sia articolata perché deve mettere Agid in condizione di sviluppare e promuovere servizi destinati a tutti i livelli dell’architettura dello Stato.

A fine anno si punta a consegnare ai cittadini le prime identità digitali. Come vi state muovendo?

Dopo un lavoro di grande condivisione con il Garante Privacy a luglio sono stati emanati i regolamenti tecnici che hanno permesso la partenza ufficiale di Spid. Pochi giorni fa sono arrivate le prime domande di accreditamento da parte degli identity provider che mostrano una risposta molto incoraggiante da parte del mercato. Stiamo lavorando alla stesura degli schemi di convenzione per i gestori di identità e una volta ricevuto l’ok del Garante verranno rilasciate le prime identità digitali a cittadini e imprese. Da prima dell’estate siamo impegnati nel coordinamento con le amministrazioni per l’implementazione di Spid. Abbiamo già incontrato le Regioni e le PA centrali, nelle prossime settimane incontreremo le città metropolitane e cominceremo l’attività di coordinamento nei confronti dei Comuni.

Le PA locali sono pronte?

Esistono complessità che vanno affrontate, come in tutti i progetti articolati, che hanno implicazioni tecniche e organizzative ma in questa fase, ciò che emerge in maniera chiara è la forte mobilitazione di tutti gli attori coinvolti: le Regioni hanno risposto bene – alcune avevano già partecipato alla fase di test – altre stanno lavorando per anticipare di gran lunga i 24 mesi di tempo concessi dalla legge per lo “switch on” e lo stesso vale per le PA centrali. Ora siamo nella fase dell’attuazione che da sempre è la più delicata ma sappiamo bene che Spid, si realizza come progetto strategico per l’innovazione della PA e per la crescita del Paese, soltanto seguendo il percorso già tracciato.

Altro tema caldo è quello dei pagamenti digitali nella PA. A luglio dei 284 enti aderenti a PagoPA, ben 268 erano ancora in fase di sperimentazione mentre quelli attivi erano perlopiù concentrati al Nord. Che fare per accelerare?

Abbiamo l’adesione di 26 banche, 5 istituti di pagamento, Poste e due importanti circuiti: questo significa che sul fronte dei prestatori abbiamo già raggiunto il 90% del target prefissato. Per quanto riguarda le amministrazioni il percorso è il medesimo che permette la diffusione di Spid. Il lavoro più grande è quello di coordinamento con i territori. Stiamo lavorando per velocizzare il processo di adesione in modo da mettere tutti i cittadini in condizione di scegliere in libertà la banca, il canale di pagamento e di avere immediata conferma delle operazioni svolte. Il messaggio che stiamo veicolando alle amministrazioni è di semplificazione dei processi e miglioramento dei servizi offerti. Oggi l’adesione al nodo dei pagamenti significa soprattutto rendicontazione in tempo reale e possibilità di non sottoscrivere più onerosi contratti per la gestione degli incassi. Abbiamo attivato gruppi di lavoro per fare in modo che siano al più presto disponibili su tutto il territorio servizi di prioritaria importanza come il pagamento del bollo auto, la marca da bollo, gli oneri dei Suap e i servizi scolastici gestiti dal Miur.

I piani del governo puntano a rivoluzionare la PA che, però, è fatta anche di “persone”. Ci sono gli skill adeguati?

Questo naturalmente è un punto nodale: esistono i piani strategici, i progetti che generano le condizioni necessarie per conseguire gli obiettivi ma sappiamo che il risultato definitivo dipende dalle amministrazioni e quindi dalle persone che operativamente si trovano a “implementare l’innovazione”.

Come state operando?

Lavoriamo su due fronti: ogni novità che viene introdotta è accompagnata da processi condivisi con i soggetti attuatori e portatori di istanze che ci permettono di comprendere in che modo possiamo metterli nelle condizioni migliori, mentre sul fronte progettuale coordiniamo una coalizione nazionale composta da imprese, associazioni e PA che già autonomamente lavoravano per la diffusione della cultura e delle competenze digitali attraverso progetti specifici e attività di mentoring. La coalizione oggi ci permette di fotografare le competenze presenti sul territorio, di mobilitarle verso, ambiti e obiettivi strategici, di metterle a sistema e di misurarne e i risultati.

Nella prima intervista a CorCom lei ha detto che avrebbe provato a superare la frammentarietà spingendo su una logica win win, con ilcoinvolgimento delle Regioni. Se la sente di fare un bilancio di questi mesi?

A pochi giorni dal mio insediamento in Agid affermavo che c’erano sia i progetti che i sistemi abilitanti e che per proseguire sarebbe servito saldare strategia e operatività in un ottica win-win. Oggi il bilancio è positivo e posso confermare che questa visione ha accompagnato le decisioni e i percorsi intrapresi da Agid in questi primi mesi. Se ogni soggetto che è parte della filiera individua chiari benefici economici, organizzativi e di miglioramento dei processi, si raggiungono gli obiettivi stabiliti. Le amministrazioni che hanno deciso di partecipare alla sperimentazione di Spid già mesi fa e che a dicembre saranno pronte a partire ne sono un esempio, i prestatori di pagamento che lavorano con noi sul nodo dei pagamenti ne sono un altro esempio, gli idp che hanno già fatto richiesta di accreditamento, le Regioni che hanno già lavorato sul Fascicolo Sanitario Elettronico e quelle che lo implementeranno a breve. Il lavoro strategico di Agid sta anche nel fare emergere e nel mettere in evidenza i benefici reciproci che derivano dall’ammodernamento dei sistemi e dallo sviluppo di soluzioni che possano migliorare l’assetto del paese.

La Ue sta lavorando alla creazione del Digital Single Market. Che ruolo può giocare l’Italia?

Il Governo è stato molto impegnato nei mesi passati per portare avanti i temi del Digital Single Market e dell’innovazione digitale come strumento di crescita per l’Europa. Im questo contesto i punti più sensibili, naturalmente, sono quelli che definiscono le condizioni che possono aiutarci a colmare i gap che hanno rallentato la crescita del paese in termini di sviluppo economico.

Migliorare l’interoperabilità e valorizzare l’e-commerce, migliorare l’accesso ai beni e ai servizi digitali in tutta Europa per consumatori e imprese, la creazione di un contesto favorevole a parità di condizioni affinché le reti digitali e i servizi innovativi possano svilupparsi. Stiamo parlando di una cornice fondamentale e indispensabile per supportare e valorizzare il lavoro che stiamo facendo sui progetti strategici di crescita digitale.

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