LA TRIMESTRALE

Samsung mette a segno margini record, ma l’incertezza sul futuro pesa in Borsa

Utili operativi in crescita del 59% e ricavi in aumento dell’8%. Il gruppo però, rimasto orfano del fondatore e presidente Lee Kun-Hee, stima una flessione dei profitti nel prossimo quarter

Pubblicato il 29 Ott 2020

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Samsung chiude il terzo trimestre dell’anno con risultati in linea con le attese. Gli utili operativi sono in rialzo del 59% su base annua, a 12,35 trilioni di won coreani, l’equivalente circa di 10,89 miliardi di dollari. Il colosso coreano ha motivato il bilancio con il boom della domanda per i suoi smartphone, inclusi i nuovi modelli, a partire dal Galaxy Note 20. In generale, le vendite di smartphone e altri prodotti al consumo sono balzate nel trimestre del 50%. Ciononostante, il titolo Samsung è sotto pressione alla borsa di Seoul, in calo di oltre il 2%, non solo per l’effetto del crollo di Wall Street che sta zavorrando il listino, ma anche per l’outlook del gruppo, che ha reso noto di stimare una flessione dei profitti nel trimestre che terminerà il prossimo 31 dicembre. Il pessimismo si spiega con la debolezza della domanda per i suoi memory chip e con l’intesa competizione nel mercato degli smartphone e dei prodotti elettronici, ma non solo.

Pesa anche la morte di Lee Kun-Hee, fondatore e presidente di Samsung Electronics, scomparso domenica scorsa all’età di 78 anni, e il passaggio di consegne al figlio Lee Jae-yong, che oltre a una gravosa eredità deve affrontare un’enorme pressione per affrontare la transizione di Samsung verso tecnologie e servizi sempre più diversificati. Allo stesso tempo, Lee è al centro di una prolungata battaglia in tribunale, dove deve difendersi dall’accusa di crimini finanziari legati a uno scandalo di corruzione, e si trova nella necessità di raccogliere denaro per pagare le astronomiche tasse di successione indispensabili per rafforzare il controllo sull’impero lasciato da suo padre.

Così la situazione globale ha favorito Samsung

Come detto, comunque, dal punto di vista finanziario, Samsung sembra essere in ottima forma. Oltre all’aumento del 59% dell’utile operativo rispetto all’anno precedente, l’azienda ha registrato ricavi in crescita dell’8% a 66,96 trilioni di won (59 miliardi di dollari), il massimo trimestrale storico. “Anche se la pandemia da Covid-19 continua in tutto il mondo, la riapertura delle economie chiave ha portato a un aumento significativo della domanda dei consumatori”, ha affermato Samsung in una nota. L’emergenza sanitaria ha però comportato anche qualche vantaggio: il business dei semiconduttori di Samsung ha registrato una forte ripresa dopo un 2019 fiacco, guidato dalla forte domanda di Pc e server causata dal fatto che milioni di persone sono state costrette a a lavorare da remoto, tipicamente da casa. Nel frattempo, le sanzioni e i divieti che l’amministrazione Trump ha imposto a Huawei hanno intaccato uno dei più grandi rivali di Samsung sui fronti degli smartphone, dei chip per i dispositivi mobile e delle apparecchiature di telecomunicazione in generale. Washington ha anche inibito l’attività di alcuni produttori cinesi di semiconduttori con l’accusa di spionaggio industriale, riducendo la concorrenza di Samsung nel mercato dei chip Dram.

Un vantaggio competitivo minato da diversi interrogativi per il futuro

“Le cose non sarebbero potute andare meglio per Samsung”, commenta Young Woo Kim, amministratore delegato di Sk Securities. “Mentre lo spazio ridotto di Huawei nel mercato globale degli smartphone sarà alla fine riempito da aziende come Oppo, Vivo e Xiaomi, queste aziende comunque acquisteranno i processori Samsung per i loro dispositivi”. La domanda più cruciale a lungo termine per Samsung è se si evolverà oltre la dimensione dei chip di memoria, degli smartphone e degli schermi.

A differenza di Apple, infatti, che genera ottimi profitti da un ecosistema di software e servizi messi a disposizione sui vari dispositivi, Samsung deve ancora forgiare un modello di business efficace per la raccolta e l’utilizzo dei dati dei clienti per creare applicazioni evolute. Ciò è in parte dovuto al fatto che a Samsung manca un software proprietario come sistema operativo per i suoi smartphone, che sono alimentati da Android.

Nel campo dei semiconduttori, Samsung afferma che mira ad espandersi oltre il suo predominio nei chip di memoria, attraverso investimenti da più di 100 miliardi di dollari nel prossimo decennio in chip logici a maggior valore aggiunto, in quanto progettati per eseguire una gamma più ampia di funzioni. Secondo gli analisti, il mercato dei chip avanzati dovrebbe esplodere nei prossimi anni, trainato dagli sviluppi relativi ai servizi wireless 5G, all’intelligenza artificiale, al network computing e alle auto a guida autonoma. Una cosa è certa. “Samsung dovrà essere molto ambiziosa per avere successo, come ai vecchi tempi quando prometteva di battere Nokia nei telefoni cellulari anche se allora non aveva nemmeno una presenza sul mercato”, dice C.W. Chang, analista di Nomura. “La forza di Samsung è la sua vasta scala e la forza produttiva, ma il suo futuro dipende sempre più dalla formazione di partnership globali per entrare in nuove tecnologie e mercati, in particolare nei servizi”, rimarca Kim di Sk Securities.

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