Come succede nelle battaglie elettorali, dove l’ago della bilancia sono sempre più spesso i cosiddetti “indecisi”, anche nella sfida per la leadership nel mercato degli smartphone a fare la differenza sono sempre più i consumatori “floating”, fluttuanti, quelli cioè disponibili e propensi a passare da un brand all’altro a seconda della convenienza o dell’attrattività di un nuovo modello.
A sfoderare questo paragone è stato il presidente di Samsung per il Regno Unito e l’Irlanda, Andy Griffiths (nella foto), che ha sottolineato come la “fedeltà” conquistata dai due brand metta molti consumatori nella condizione di non voler nemmeno prendere in considerazione l’idea di passare alla concorrenza. Così Apple e Samsung si trovano oggi a competere per una fetta di utenti che rappresenta soltanto il 20% del totale del Regno Unito. “Ci sono gruppi di persone che sono irremovibili sui propri gusti, che si tratti di Samsung o di Apple, e tra questi due gruppi ci sono invece persone che fluttuano, e sono quelle per accaparrarci le quali combattiamo”, ha detto Griffiths al Guardian alla presentazione del nuovo Galaxy S6 Edge+ e del Note 5.
“Oggi possiamo contare su due terzi della base Android nel Regno Unito – ha spiegato – E abbiamo un alto livello di mantenimento dei nostri clienti. Il fatto è che c’è un mercato in cui dominano due marchi, e in cui in molti potrebbero prendere in considerazione l’idea di scegliere indefferentemente l’uno o l’altro: non stiamo facendo altro che contenderci a vicenda la stessa fetta di consumatori”.
A confermare questa lettura i dati di Consumer Intelligence Research Partners, che evidenziano come una situazione simile si stia verificando anche sul mercato statunitense, dove negli ultimi due anni il 20% degli utenti di iOs è passato ad Android, mentre il 16% degli utenti Android è passato a iOs.
Intanto la contesa per gli “utenti indecisi” si è intensificata man mano che il mercato degli smartphone sta giungendo a saturazione, con i potenziali nuovi clienti che quindi diminuiscono per tutti, e in cui spesso si invogliano le persone a compare uno smartphone quando già ne hanno uno. L’obiettivo, in questo caso, diventa convincere chi ha già uno smartphone a sostituirlo, acquistandone un altro più moderno e performante.
“In generale la saturazione significa che si deve smuovere il mercato ogni volta che sembra fermarsi – prosegue Griffiths – invogliando le persone a volere ogni volta uno smartphone migliore dell’ultimo”. Anche per questo i riflettori iniziano a essere puntati sul mercato dei phablet, “un segmento che oggi è tre volte più grande di quanto lo fosse lo scorso anno, e che è destinato a una crescita esponenziale, passando dall’attuale percentuale di un phablet venduto su 10 smartphone a uno su 5,5”.
Anche se si tratta di una tendenza di lungo termine, rimane una nota “di colore” nella visione di Griffiths, che spiega così la tendenza a commercializzare smartphone con schermi sempre più grandi: “Le telefonate – afferma – sono ormai tra le ultime cose che si fanno con questi device”