IL REPORT

Sanità digitale e startup al femminile: mercato da 1 miliardo di dollari

McKinsey ha analizzato il FemTech, settore in forte espansione destinato a rivoluzionare le cure per le donne grazie a soluzioni sviluppate da aziende guidate da imprenditrici. Nel 2021 finanziamenti pari a 2,5 miliardi

Pubblicato il 24 Ago 2022

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La Female Technology (FemTech) rivoluziona l’assistenza sanitaria per le donne. È la conclusione del report McKinsey The dawn of the FemTech revolution che ha analizzato le prospettive di crescita di un settore di mercato costituito da startup e aziende tecnologiche sempre più impegnate nella realizzazione di soluzioni in grado di soddisfare le esigenze sanitarie delle donne.

Le dimensioni di mercato

Le stime per le dimensioni attuali del mercato FemTech vanno da 500 milioni a 1 miliardo di dollari mentre le le previsioni sui ricavi sono a due cifre.

Sul fronte della salute digitale, le aziende FemTech ricevono attualmente il 3% di tutti i finanziamenti previsti per la salute digitale. I finanziamenti hanno raggiunto 2,5 miliardi di dollari all’inizio di dicembre 2021.

La maggior parte delle 763 aziende censite da McKinsey sviluppa soluzioni per migliorare l’assistenza sanitaria per le donne in una serie di ambiti specifici, tra cui la salute materna, la salute mestruale, la salute pelvica e sessuale, la fertilità, la menopausa e la contraccezione, così come una serie di patologie  generali di salute che colpiscono le donne in modo particolare (come l’osteoporosi o le malattie cardiovascolari).

Anche se si tratta di un mercato ancora agli inizi, la ricerca indica comunque che le imprese del settore sono molto dinamiche.

È il caso di Progyny, un’azienda che gestisce dei benefit legati alla fertilità, quotata in borsa nel 2019 con una valutazione superiore a 1 miliardo di dollari; la sua attuale capitalizzazione di mercato è di circa 4 miliardi di dollari. Oppure di Maven Clinic, una clinica virtuale per la salute delle donne e della famiglia, che è stata valorizzata per oltre 1 miliardo di dollari in un recente investimento di serie D.

 Il ruolo delle imprenditrici

Il FemTech è guidato in misura significativa da imprenditrici: più del 70% delle startup FemTech ha almeno una fondatrice donna, rispetto a una media del 20%. Questo offre un assist importante alla realizzazione di un sistema sanitario più inclusivo e consapevole.

McKinsey ha dimostrato, infatti, che quando gli uomini si dedicano a risolvere un problema di salute, è più probabile risolvano una condizione che riguarda il loro stesso genere mentre i team guidati dalle donne, invece, puntano a soluzioni che riguardano entrambi i sessi.

In questo senso le soluzioni FemTech non stanno solo raggiungendo il successo commerciale, ma stanno contribuendo a creare le condizioni per un’innovazione continua nel comparto sanitario. “Poiché le donne non sono solo consumatrici, ma sono le principali responsabili delle decisioni sanitarie per sé stesse e spesso per le loro famiglie, migliori risultati di salute per le donne possono portare a migliori risultati per la società”, si legge nel report.

Diagnosi e cura, ecco come cambieranno

Le aziende FemTech potrebbero rivoluzionare l’assistenza sanitaria in diversi modi. Le prime evoluzioni si sono viste in una serie di aree, tra cui:

  • Migliorare l’erogazione delle cure: Cliniche virtuali come Tia e servizi di consegna delle prescrizioni direttamente al consumatore come quelli di The Pill Club, tutti permettono alle donne di accedere alle cure in un modo più conveniente e incentrato sul consumatore.
  • Consentire l’auto-cura: I tracker e i wearable offerti da aziende come Bloomlife, e la diagnostica a domicilio come quella fornita da Modern Fertility, sono tra le soluzioni FemTech che stanno aiutando le donne a prendere maggiore responsabilità della loro salute e dei dati relativi alla salute.
  • Migliorare le diagnosi: Le aziende di diagnostica clinica stanno spingendo la frontiera scientifica per affrontare bisogni medici insoddisfatti in aree come l’endometriosi (DotLab) e la nascita pretermine (Sera Prognostics).
  • Affrontare le aree stigmatizzate: le aziende stanno affrontando di petto quelli che erano considerati argomenti stigmatizzati, come la salute mestruale (Thinx), la salute sessuale (Rosy Wellness), la cura pelvica (Elvie), e la menopausa (Elektra Health).
  • Fornire cure personalizzate: Soluzioni su misura per segmenti di popolazione stanno emergendo per le donne nere (come Health in Her Hue), popolazioni Lgbtq+ (Folx Health), e donne in paesi a basso e medio reddito (Kasha).

“Guardando al futuro – proseguono gli esperti di McKinsey – gli early movers possono cogliere alcune opportunità in ambiti non ancora esplorati, aiutando a soddisfare i bisogni di popolazioni poco servite, come le comunità a basso reddito o appartenenti a minoranze”.

Le collaborazioni con i mercati tradizionali

Il settore FemTech presenta anche significative opportunità di partnership per i player storici dei settori tradizionali. L’Oréal, per esempio, ha recentemente annunciato una partnership con l’app di monitoraggio del ciclo mestruale Clue per approfondire la conoscenza della relazione tra questo e la salute della pelle.

Cos’è il Fem Tech

La Female Technology (FemTech) è un’espressione che viene applicata per descrivere software, prodotti e servizi che utilizzano la tecnologia per migliorare o semplicemente analizzare la salute delle donne. Il concetto ha un’origine relativamente recente: il termine fem tech è stato coniato nel 2016 dall’imprenditrice danese Ida Tin, fondatrice di Clue, app per il monitoraggio del ciclo mestruale e della fertilità. Da allora il termine è stato ampiamente usato per indicare un settore molto ampio, che comprende anche innovazioni tecnologiche nelle cure infermieristiche della donna, specialmente durante la gravidanza.

 

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