Sap è di nuovo in marcia: il chief financial officer Werner Brandt
assicura che la società tedesca del business software è tornata a
firmare grossi contratti. "Cominciamo a rivedere le
transazioni di una certa dimensione”, afferma Brandt. "E’
un trend che abbiamo rilevato verso la fine del 2010 e che sta
proseguendo”.
Parlando nell’ambito di una conferenza sulla tecnologia
organizzata da Ubs a Londra, Brandt ha spiegato che i clienti di
Sap sono stati restii a investire nel 2009 e all'inizio del
2010 a causa della crisi finanziaria, ma che la situazione ha
cominciato a cambiare a metà dello scorso anno. Oggi, secondo il
Cfo di Sap, le aziende hanno generato un flusso di cassa
sufficiente e sono disposte a investire in tecnologia e, anche se
l'aumento dei prezzi del petrolio, causato dai disordini in
Libia, potrebbe avere ripercussioni sulla spesa hitech, Brandt
"non pensa che le imprese smetteranno di investire, se la
tecnologia può migliorare il loro rendimento”.
A livello globale, è il Brasile secondo Brandt il mercato di punta
per l'azienda del software più grande d'Europa, non solo
per gli eccezionali tassi di crescita, ma anche perché diverse
grandi imprese brasiliane si stanno espandendo all’estero.
Più difficile conquistare il mercato cinese. Brandt ammette che,
nonostante circa 2.700 clienti, "non stiamo ancora crescendo
in Cina come potremmo". Ma Sap potrà puntare, per espandere
il business nel Paese asiatico, su due elementi: accrescerà il
numero di consulenti che promuovono i suoi software e servizi e
farà leva sulla neo-acquisita Sybase, la società californiana che
fornisce software mobile e per database per aziende, che ha già
una forte presenza in Cina.
In un'intervista con il Wall Street Journal rilasciata
all'inizio di questo mese, il co-Ceo Jim Hagemann Snabe ha
confermato le previsioni di Sap per le vendite del 2011: il revenue
del software e dei servizi collegati dovrebbe crescere del 10%-14%
quest'anno e l’azienda si è impegnata a raggiungere i 20
miliardi di euro di vendite entro la metà di questo decennio,
contro i 12,5 miliardi del 2010.