Sap conferma e rafforza il suo nuovo modello di business basato sul cloud computing già annunciato a inizio anno, con il passaggio dal modello di vendita di software on-premises a quello erogato sulla nuvola. Il colpo di acceleratore si lega al nuovo contesto creato dalla pandemia di Covid-19: l’azienda tedesca del business software ha abbandonato gli obiettivi di reddività di medio termine e ha avvisato gli investitori che la sua attività avrà tempi di recupero dagli impatti della pandemia più lunghi del previsto.
L’annuncio non è stato gradito dagli investitori, che si aspettavano una ripresa più veloce per Sap: l’azienda hitech europea ha aperto sulla Borsa di Francoforte con un crollo del 20% del valore del titolo – riporta Reuters – bruciando 35 miliardi di dollari dal suo valore di mercato.
Ribaltate le fonti di guadagno
La nuova strategia tarata sul cloud, guidata dal Ceo Christian Klein, significa che Sap chiede ancora una volta agli investitori di essere pazienti sulla crescita degli utili. “Siamo ad un punto di inflessione”, ha dichiarato Klein in conference call con la stampa. “Non ho intenzione di sacrificare il valore portato ai clienti in nome dell’ottimizzazione dei margini nel breve periodo”.
I nuovi obiettivi di Sap guardano ora al 2025 anziché al 2023 e prevedono un ribaltamento del valore delle sue fonti di guadagno. I ricavi dal cloud – dai servizi basati su abbonamento e gestiti su data centri remoti – triplicheranno a 22 miliardi di euro entro il 2025 e porteranno in secondo piano i guadagni dall’attività tradizionale della vendita di licenze, per decenni la fonte primaria di ricavi e utili per Sap.
I ricavi totali adjusted nel 2025 sono previsti a 36 miliardi di euro e l’utile operativo adjusted a 11,5 miliardi, pari a un margine del 31,9% che è più o meno in linea con i risultati di Sap del terzo trimestre.
Le nuove sfide sul cloud
Il cambio di prospettiva segue un anno turbolento per Sap. A fine 2019 il ceo Bill McDermott ha annunciato l’uscita dall’azienda in cui era entrato nel 2002 e che guidava dal 2009. Sap si è affidata a un tandem di amministratori delegati, Klein e Jennifer Morgan, senza i risultati sperati. A fine aprile Klein è diventato l’unico ceo dell’azienda. A quel punto si era in pieno lockdown e il coronavirus stava già colpendo le attività di Sap, ma il gruppo tedesco ha confermato allora l’impegno sugli obiettivi di medio termine indicati da McDermott che prevedevano una crescita dei margini di profitto di un punto percentuale ogni anno per cinque anni, fino al 2023.
La strategia però era stata fissata in tempi pre-Covid, commenta l’analista Josh Greenbaum di EAConsult, che aggiunge: “Penso sia il momento giusto per accettare l’impatto sui margini e fare la transizione al cloud. Chiaramente le pecurliari condizioni economiche create dalla pandemia aiutano a giustificare questa scelta”. Sarà ovviamente fondamentale per Sap mantenere alto il livello di competitività nei confronti di player del cloud più innovativi. In Germania, per esempio, cresce un competitor con ambizioni globali, l’azienda Celonis, specialista del data mining.
Sap ha tagliato la guidance per il 2020, dicendo che i nuovi lockdown decisi da diversi governi colpiscono duramente il suo business e i suoi clienti e allungano i tempi della ripresa per l’intera economia.
La remise en forme di Sap
A gennaio Sap aveva annunciato una remise en forme, ovvero una ristrutturazione che costerà fra gli 800 e i 950 milioni di euro: l’azienda è solida e l’obiettivo del riallineamento di attività e risorse è la business transformation. In quell’occasione il gruppo aveva comunicato gli obiettivi al 2023 dicendo che intendeva triplicare il fatturato dei servizi cloud a 35 miliardi di euro annuali. “Non un programma di tagli, ma una rimessa in forma”, aveva detto il Cfo Luka Mucic; i tagli al personale (4.400 persone) saranno affiancati dall’assunzione di nuove figure, al punto che Sap prevede di far crescere lo staff totale a 100.000 risorse entro fine anno.
A marzo, l’azienda ha delineato con più precisione i contorni della sua ambiziosa strategia per un radicale cambio di pelle: nella visione ereditata dal ceo Bill McDermott si tratta di completare la trasformazione digitale e puntare tutto sul business del cloud indossando la nuova veste di piattaforma digitale.
Da anni Sap è impegnata nella transizione, ma il percorso è incompleto, secondo gli analisti: l’attività di vendita di licenze e supporto per il software enterprise è la prima fonte di entrate (circa tre quarti del fatturato), ma in stallo. Il traino alla crescita è tutto nel cloud, che però non ha ancora i numeri per diventare la nuova fonte primaria di ricavi e utili per Sap.
Per premere sull’accelatore e ribaltare gli equilibri, facendo del cloud e del digitale il business numero uno, l’azienda punta sulla piattaforma digitale S/4 Hana, ha annunciato la disponibilità dei servizi anche su Google Cloud e ha messo a segno una serie di acquisizioni, come quella di Qualtrics International, che permettono di competere con giganti come Oracle e Salesforce.com.