Prezzi dei biglietti del treno più alti per colpa di un algoritmo, che penalizza soprattutto i pendolari. Il caso è scoppiato a seguito della mobilitazione di Assoutenti che denuncia fino a 33 euro in più per l’abbonamento mensile nella tratta Torino-Milano e fino a 38 euro per la Milano-Genova. Il sistema di calcolo, che sarebbe sbagliata da 10 anni, riguarda circa 7mila abbonamenti per le corse su treni regionali che hanno inizio e termine in regioni diverse. Le associazioni minacciano di rivolgersi alla autorità giudiziaria per il risarcimento di quanto indebitamente pagato.
Sotto accusa la commissione Trasporti della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome adottato, secondo Trenitalia, nel luglio del 2007: “Sono infatti gli enti locali a dover aggiornare il sistema di calcolo – scrive la società – e a farsi carico degli esborsi necessari a mantenere gli impegni sottoscritti nei Contratti di servizio stipulati con Trenitalia”. Su richiesta di Trenitalia, la Conferenza si riunirà entro la fine di febbraio.
“La determinazione delle tariffe nel trasporto regionale è competenza esclusiva delle Regioni e delle Province Autonome – spiega la compagnia ferroviaria – L’algoritmo cui fanno riferimento oggi i media è quello definito e approvato in sede di Commissione Trasporti della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome nel luglio del 2007. Riguarda il modo per calcolare il costo dei biglietti e dei circa 7mila abbonamenti per le corse su treni regionali che hanno inizio e termine in regioni diverse. Parliamo quindi di tariffe sovraregionali. In quell’occasione, fu deciso di calcolarle sommando il costo delle tratte regionali secondo i prezzi in vigore in ciascuna regione e applicando alla somma un correttivo matematico che tenesse conto di una serie di fattori”
“Quel che deve in ogni caso essere garantito – ha precisato – è che il costo del servizio trovi comunque la necessaria copertura economica che, nel trasporto regionale, si ottiene dalla somma dei ricavi da tariffe e ricavi da corrispettivi pubblici contrattualmente fissati dalle Regioni a Trenitalia. I ricavi da abbonamenti sovraregionali concorrono a determinare quell’equilibrio”.
“Abbiamo già posto la questione all’attenzione della Commissione Trasporti della Conferenza delle Regioni – ha annunciato Trenitalia – Ci si attende che si riunisca a breve e affronti definitivamente il caso con l’obiettivo di individuare una nuova formulazione del calcolo, che venga incontro alle istanze portate avanti da Assoutenti ma nel contempo preservi l’equilibrio economico dei Contratti di servizio”.
Trenitalia ha intanto incontrato anche Assoutenti, riconoscendo ufficialmente la necessità di ottimizzare il modello di calcolo delle tariffe. “L’azienda condivide il disagio e le recriminazioni dei comitati pendolari che lamentavano il fatto che con l’algoritmo applicato gli abbonamenti sovraregionali arrivano a costare fino al 33% in più di quanto dovrebbero essere tariffati “, spiega una nota. Per l’azienda, dunque, serve “un riallineamento tariffario rispetto ai maggiori oneri fatti pagare agli abbonati sovraregionali in questi ultimi anni, così da garantire equità e giusto trattamento ai pendolari che quotidianamente usufruiscono del servizio”.
“Ci aspettiamo, da aprile, il riallineamento tariffario – dice Enrico Pallavicini, portavoce dei comitati pendolari di Assoutenti – In caso contrario segnaleremo tutto all’Autorità di regolazione dei trasporti e alle Procure per l’eventuale individuazione di reati e nel contempo manderemo decine di migliaia di viaggiatori dai giudici di pace con in mano gli abbonamenti pagati dal 2007 a oggi a un prezzo superiore al dovuto. Le Regioni rischierebbero un esborso nei confronti dei viaggiatori molto più elevato rispetto a quanto Trenitalia vuole le sia garantito”.
Già nelle scorse settimane, dopo le proteste per i rincari fino al 35% sugli abbonamenti per i treni ad alta velocità, Trenitalia aveva dimezzato tali aumenti, con rimborso della differenza a chi aveva già acquistato il nuovo titolo di viaggio per il mese di febbraio. Una mossa transitoria – così l’aveva definita l’azienda di trasporto – in vista del lavoro del tavolo tecnico appositamente costituito per studiare entro giugno nuovi strumenti di welfare per i pendolari.