IL PIANO

Sblocca Italia, i nuovi edifici saranno tutti broadband ready

Passano gli emendamenti sulle semplificazioni. Eliminati gli oneri accessori per la posa della fibra. Credito d’imposta più selettivo per mettere a segno gli obiettivi del piano banda ultra larga

Pubblicato il 17 Ott 2014

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Una pioggia di emendamenti passati mercoledì notte alla Commissione Ambiente alla Camera ha cambiato l’articolo del decreto Sblocca Italia che si occupa di banda ultra larga. E non tutti faranno piacere agli operatori telefonici. Se da una parte aumentano le semplificazioni, infatti, dall’altra “viene reso più selettivo il credito d’imposta per chi fa le nuove reti nelle aree di digital divide, in modo da ricondurre meglio questa misura nell’alveo del piano banda ultra larga”, ha spiegato Antonello Giacomelli, sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico.

Le semplificazioni per gli operatori sono numerose, tuttavia, e sono quelle già da tempo richieste dall’associazione Asstel. “Il catasto delle infrastrutture, lo sportello unico per i permessi di scavo- perché adesso gli operatori per ottenerli sono costretti a fare un giro caotico tra gli enti- l’obbligo a essere broadband ready (cioè abilitati al cablaggio della fibra, Ndr.) per i nuovi edifici. Ma anche, finalmente, l’eliminazione degli oneri accessori per la posa di fibra, che viene quindi equiparata a opera primaria”, continua Giacomelli.

Il credito d’imposta (50 per cento sull’investimento, solo per il 2015) è reso più selettivo per renderlo più compatibile con il piano banda ultra larga, dove l’incentivo pubblico è del 30 per cento al massimo. “Adesso funzionerà così: gli operatori avranno tre mesi di tempo per presentarci piani di copertura a 30 e a 100 Megabit nelle aree di digital divide. Se due operatori vogliono coprire la stessa zona, vince il credito d’imposta colui che intende portare la velocità più alta. Questo aspetto era ambiguo invece nel decreto originario”. “Chiariamo, in questo modo, nel rispetto dei principi del piano banda ultra larga, che in Italia ci sono due digital divide distinti da colmare: a 30 e a 100 Megabit. Questo stesso spirito si ritroverà nel piano banda ultra larga che il Governo presenterà entro fine ottobre”, ha aggiunto.

Va ricordato che il decreto deve ancora passare all’esame dell’Aula, dove non è detto che tutti gli emendamenti saranno accolti (in particolare quelli più delicati, che riguardano il credito d’imposta).

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