Il presidente esecutivo di Google, Eric Schmidt, esortato il governo nordcoreano a concedere alla popolazione l’accesso a Internet se vuole incrementare la crescita. “Il mondo sta diventando sempre più connesso, perciò la loro decisione di rimanere virtualmente isolati è destinata ad avere conseguenze negative sulla loro visione del mondo e sulla loro economia”, ha detto Schmidt, incontrando la stampa a Pechino al termine del viaggio iniziato il 7 gennaio scorso nel Paese asiatico retto da Kim Jong Un.
Il top manager di Mountain View, che a suo tempo si è premurato di definire la visita una “missione umanitaria privata”, ha ribadito che la Corea del Nord “deve agire e permettere alle persone di usare Internet: è una loro scelta ed è tempo, a mio parere, di iniziare o rimarranno indietro”. Su una popolazione di circa 25 milioni di persone, infatti, solo 4.000 possono navigare in rete (in pratica i membri della classe dirigente). La maggior parte dei nordcoreani usa un sistema di Intranet, ma non ha accesso al World Wide Web e, in ogni caso, la rete è sottoposta a controlli e censure.
Accompagnato nella visita dall’ex governatore del New Mexico, Bill Richardson, che da una ventina di anni fa la spola tra Usa e Corea del Nord, Schmidt ha anche sollecitato il governo di Pyongyang a “decidere una moratoria sui missili balistici e su eventuali test nucleari”.
Richardson e Schmidt non hanno avuto occasione di incontrare il nuovo leader nordcoreano Kim Jong-un, figlio del defunto “caro leader” Kim Jong-Il. Hanno comunque affrontato con i rappresentati dell’esecutivo il caso di Pae Jun-Ho, cittadino Usa di origine coreana in prigione a Pyongyang da due mesi con l’accusa di spionaggio per “azioni ostili” contro il Paese.
Negli incontri con Schmidt e Richardson gli esponenti del governo nordcoreano hanno espresso il desiderio di migliorare i rapporti con Stati Uniti e Corea del Sud, la nazione confinante da cui si è divisa con la guerra del 1950-53.