Sconti del 10% per le polizze sugli immobili se i clienti utilizzano un sistema d’allarme connesso. L’iniziativa fa parte delle promozioni della compagnia assicurativa Zurich, nell’ambito della partnership con il produttore di sistemi d’allarme Cocoon. La politica commerciale di Zurich, sottolinea Sc Magazine, non è particolarmente originale, dal momento che anche altre grandi compagnie di assicurazioni si stanno orientando nella stessa direzione, ma sottolinea il valore che il settore sta attribuendo in modo sempre più massiccio all’internet of things e ai suoi sviluppi.
Il ramo delle assicurazioni sula casa aveva finora offerto sconti ai clienti sull’installazione di sistemi d’allame e tariffe più basse sui premi per chi aveva installato questi sistemi d’allarme da molto tempo. Questo perché una casa protetta da un sistema d’allarme è il 300% meno presa di mira dai ladri di una senza. Ma al di là di questo aspetto, gli allarmi connessi via Internet aggiungono una serie di requisititi di sicurezza, perché danno la possibilità di avere più sotto controllo cosa sta succedendo nella casa grazie a una serie di strumenti di monitoraggio e di analisi che possono essere consultati attraverso applicazioni per smartphone.
Man mano che il mercato delle smart home continuerà a crescere negli anni a venire, le compagnie di assicurazione continueranno a escogitare modi per “sponsorizzare” questo genere di soluzioni. Così, secondo i dati Accenture, nel 2015 il 17% delle assicurazioni aveva già lanciato – o stava per farlo – un prodotto che incentivava l’utilizzo di soluzioni e tecnologie per la smart home: un salto in avanti importante anno su anno, se si considere che nel 2014 la percentuale era ferma al 5%.
In ogni caso le sfide per le compagnie che scelgono questo approccio sono molte, almeno in attesa che il mercato delle smart home decolli veramente, e superi la fase degli early adopter per sbarcare sul mercato di massa, dove oggi troverebbe ancora barriere importanti, come i prezzi ancora alti dei device, la domanda limitata lato consumer, e il “ciclo lungo” di sostituzione dei device. Al di là di questi aspetti, l’ostacolo più importante oggi è l’elevata frammentazione tecnologica degli ecosistemi per le smart home, in una situazione in cui gli utenti hanno ancora bisogno di una moltitudine di device e applicazioni che spesso non sono in grado di comunicare tra loro e non possono essere gestite da un’unica cabina di regia.