Si è tenuto oggi a Roma, presso la sede del Parlamento Europeo in
Italia, “Skills 4 Cloud”, un evento organizzato da Microsoft
che ha riunito attorno a un tavolo alcuni esperti europei in
materia di Internet e servizi online. L’obiettivo è stato
discutere e concordare alcune linee guida per consentire un
maggiore sviluppo della società dell’informazione e trarre
benefici dall’avvento del cloud computing.
“Abbiamo deciso di organizzare questo evento per facilitare il
dibattito sul cloud computing a livello istituzionale, perché
riteniamo necessario che si trovi a questo tema uno spazio
importante all’interno dell’agenda politica”, ha dichiarato
Pietro Scott Jovane, Amministratore Delegato di Microsoft Italia.
“Il business model di Microsoft è basato sui partner – oltre
25mila imprese in Italia – che insieme a noi stanno abbracciando
una vera e propria rivoluzione tecnologica rappresentata dalla
cloud. Stiamo assistendo sul campo a una serie di indubbi benefici
sia in termini di business, sia in termini sociali. Ma ci sono
anche delle questioni chiave che hanno bisogno di essere affrontate
con il supporto delle Istituzioni. In prima istanza: privacy e
sicurezza, che secondo la London School of Economics rappresentano
per il 68% delle aziende i veri ostacoli all’adozione di
soluzioni cloud-based. Elementi che ci portano a considerare
appunto la collaborazione tra Istituzioni e imprese come la
conditio sine qua non per consentire la trasformazione della cloud
e permettere a tutti – cittadini, imprese, enti della PA – di
sperimentarne i benefici”.
Secondo Gianni Pittella, Vice Presidente del Parlamento Europeo,
“la strada delle nuove tecnologie è quella giusta. Vanno
utilizzate come leva per ampliare gli ambiti della
democrazia”.
“E’ una nuova sfida a vantaggio degli utenti quella che il
cloud computing sta portando avanti. Su temi di tale portata è
necessario che ci sia un maggior contatto tra politica e
stakeholders. In Europa il sistema è molto più avanzato di quello
italiano”, ha dichiarato l’On. Marco Scurria. “È
fondamentale che vengano realizzati tavoli di confronto permanenti,
una sorta di intergruppo italiano, che, con precise scadenze, si
riunisca e si relazioni a fronte di un costante monitoraggio della
realtà. La tecnica, sicuramente più veloce ed agile della
politica, non deve intraprendere strade che non siano di generale
interesse. Partendo da questi presupposti si può lavorare perché
politica e tecnologia vadano avanti insieme per migliorare la
qualità della vita e del lavoro dei cittadini e mi metto in prima
fila, come unico italiano nell’ intergruppo europeo perché in
Italia quanto prima si possano raggiungere almeno gli stessi
standard europei”.
Secondo Linda Lanzillotta, parlamentare dell’Api ed ex ministro
per gli Affari Regionali, “le nuove tecnologie forniscono alla
pubblica amministrazione una grandissima opportunità”. Tuttavia,
ha rilevato, “l’Italia manca di strategia, di vision, di
governance capaci di indirizzare il sistema pubblico verso scelte
condivise di innovazione. Il rischio è di perdere una grande
opportunità per dare efficienza e qualità ai servizi della
pubblica amministrazione”.
Anche secondo Luigi Nicolais, parlamentare PD ed ex ministro per
l’Innovazione, “il cloud computing è un’occasione di
ammodernamento della PA, in particolare può essere un supporto
importante alla creazione di un sistema interoperabile tra le
diverse amministrazioni. Si tratta, infatti, di una tecnologia di
avanguardia che agevola l’interoperabilità e la condivisione
delle banche dati. Ovviamente, è poi necessario riempire questa
infrastruttura di servizi a vantaggio dei cittadini”.
“Crediamo che il cloud computing sia il futuro e sia chiaro che
non si tratta di una tecnologia alla quale ci si può
contrapporre”, ha sostenuto Franco Pizzetti, Presidente
dell'Autorità Garante per la Privacy. “Si tratta di un tema
che va affrontato con grande consapevolezza. Noi ci impegneremo a
dare alle Pubbliche Amministrazioni e alle Piccole e Medie Imprese
linee guida chiare e condivise per supportare l’adozione di
scelte consapevoli e responsabili. O si arriva, però, a regole
internazionali assistite da forme di controllo o il rischio è
quello di andare in contro a problemi gravi in materia di privacy e
di sicurezza”.
Secondo Luigi Perissich, Direttore di CSIT, “attualmente il tasso
di adozione dell’ICT è molto basso in Italia, ma stiamo
assistendo all’emergere di una nuova classe imprenditoriale più
attenta agli sviluppi dell’innovazione, che speriamo sarà in
grado di cogliere appieno il valore aggiunto offerto dalla piena
adozione del cloud computing. C’è la necessità, quindi, per le
aziende di incrementare gli investimenti di Ricerca e Sviluppo per
poter diventare veri attori di questa rivoluzione tecnologica”.