La digitalizzazione delle scuole italiane è ancora da completare e il livello di infrastrutturazione digitale delle scuole non è uniforme. Inoltre bisogna puntare di più sullo sviluppo do competenze digitale sia per i docenti sia per gli studenti. La fotografia è scattata da “Educare Digitale”, il rapporto sullo stato della digitalizzazione nelle scuole italiane realizzato da Agcom.
“La digitalizzazione del sistema scolastico si presenta come un processo estremamente complesso e richiede un’attenta pianificazione dal momento che molto dipende dalla realizzazione di adeguate infrastrutture”, spiega l’Autorità evidenziando come il digitale – inteso come strumento ma anche spazio di apprendimento – sia “condizione necessaria ma non sufficiente per completare il processo di digitalizzazione delle scuole”.
Il presupposto di partenza è dunque che la dotazione di strumenti e di servizi tecnologicamente avanzati rappresenti quella condizione minima necessaria alla quale inevitabilmente affiancare le adeguate competenze di un corpo docente che garantisca sia la gestione digitale della conoscenza, sia l’implementazione di elementi innovativi all’interno del curricolo verticale offerto dalle scuole.
Il rapporto suggerisce che per lo sviluppo di una scuola digitale vanno considerate almeno tre questioni principali:
- – l’esistenza di una connessione ad internet a banda ultra-larga;
- – la creazione di una rete telematica efficiente;
- – un’attività di manutenzione e di aggiornamento necessaria a governare l’effetto dell’obsolescenza tecnica dell’infrastruttura.
In questo senso sono indispensabili non solo le semplici connessioni ad internet, ma linee ultrabroadband, più adeguate alla gestione dei fabbisogni delle scuole. Agcom rileva però che il 3% degli edifici scolastici – prevalentemente primari e dislocati per la maggior parte nel sud Italia – risulta ancora privo di qualunque connessione. Il rapporto mette anche in evidenza l’importanza di una rete telematica che copra tutti gli spazi disponibili all’interno dei plessi scolastici; a questo proposito dall’analisi emerge una relazione positiva tra copertura degli spazi e grado scolastico, a conferma che a mano a mano che il sistema scuola si interfaccia con una platea di età maggiore, diventa più impellente fornire gli istituti di una rete digitale idonea.
Bisogna poi puntare alla competenze digitali. “Per quanto riguarda gli obiettivi didattici e di performance propri di una scuola digitale – scrive l’Agcom – i risultati dell’analisi suggeriscono che sarebbe opportuno intensificare le iniziative a sostegno dello sviluppo di competenze e di cultura digitale, in particolare quelle che mirano ad affinare le capacità tecniche di docenti e studenti, quelle volte all’apprendimento e all’approfondimento di nuove metodologie didattiche e pedagogiche, più costruttive e con le quali migliorare i processi di apprendimento, le esperienze e il saper fare”. La percentuale dei docenti che quotidianamente si avvale di strumenti digitali per le proprie lezioni è ancora molto bassa (in media solo il 47% circa) rispetto alle prospettive di innovazione che la digitalizzazione consente di intravedere.
Entrando nel dettaglio, la situazione migliore, cioè quella delle scuole con alti livelli di connettività e innovazione didattica, vede al top gli istituti dell’Emilia-Romagna, con performance nettamente superiori rispetto al resto d’Italia. Seguono la Lombardia e il Friuli-Venezia Giulia.
Connessione elevata, ma con un approccio didattico tradizionale, sono le scuole della Liguria e della Toscana. Ci sono poi gli istituti con un’elevata innovazione didattica ma un indice di connettività al di sotto della media: si trovano principalmente in Molise, in Campania e in Umbria, oltre che in Sicilia e Sardegna. Qui ci sono scuole virtuose, ma con un “livello di connettività” non adeguato alle competenze e alla propensione degli insegnanti all’utilizzo delle moderne tecnologie dell’informazione.
E poi ci sono le regioni più critiche, con “livelli di connettività” e di “innovazione didattica” inferiori a quelli medi nazionali: sono regioni del Sud Italia (Basilicata, Calabria, Puglia e Abruzzo), ma anche Lazio e Veneto.
Si tratta di territori in cui, secondo Agcom, investimenti infrastrutturali e miglioramento delle competenze e della cultura digitale devono andare di pari passo attraverso l’adozione di interventi complessivi e strutturati volti al raggiungimento di una piena scolarizzazione digitale. “Partendo dal presupposto che bambini e adolescenti in misura sempre maggiore utilizzano tecnologie digitali, e che tutti i livelli (politico, istituzionale e accademico) riconoscono gli effetti positivi della digitalizzazione per lo sviluppo delle società moderne – sottolinea in conclusione l’Autorità – ne consegue un necessario adeguamento anche da parte del sistema educativo.
Lo studio ha poi esplorato l’utilizzo del digitale nella didattica e nella gestione amministrativa delle scuole ed ha evidenziato che l’organizzazione della didattica risulta molto eterogenea sia in relazione alle competenze del corpo docente sia con riferimento alle diverse attività svolte. Per quanto attiene il livello di informatizzazione dei processi amministrativi e gestionali scolastici, la realtà che emerge è quella di un processo ancora da completare visto che molte attività risultano ancora non digitalizzate.
In conclusione, l’analisi condotta dall’Autorità propone “un approccio metodologico grazie al quale monitorare il processo di digitalizzazione delle scuole e al contempo, grazie alla declinazione di obiettivi e di strumenti, utilizzarne i risultati per indirizzare in maniera efficace gli interventi necessari, al fine di garantire un processo di digitalizzazione effettivo, concreto e in grado di consentire al sistema scuola di essere al passo con quanto avviene in altri Paesi”.