Un’Italia spaccata a metà: per una parte che finisce grosso modo ai confini meridionali del Lazio, ce n’è un’altra che inizia in Campania e comprende in modo pressoché omogeneo tutte le regioni del Mezzogiorno. A dividere – segnala Skuola.net – è la modalità con cui le famiglie hanno iscritto i loro figli a scuola, ma anche le scelte degli studenti lasciano intravedere una spaccatura.
Il dato che stupisce di più è sicuramente quello delle modalità d’iscrizione alle Superiori, che attesta come il digital divide sia un fenomeno ancora molto presente, soprattutto in determinate aree geografiche.
Si scopre che la Puglia e la Campania sono il fanalino di coda per cultura tecnologica: meno della metà delle famiglie di queste regioni, infatti, ha seguito la procedura online mentre la maggioranza ha preferito l’iscrizione “fisica”, quella che si fa andando di persona nelle scuole.
Numeri che, se messi a confronto con le percentuali di Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia (dove più dell’80% delle famiglie ha iscritto i figli servendosi di Internet), dovrebbero far riflettere: i genitori dei ragazzi in età scolastica dovrebbero appartenere a generazioni che hanno una certa confidenza con le nuove tecnologie, se non altro perché ormai la maggior parte dei lavori ruota attorno al web. Eppure non è così, anche perchè è l’intero meridione che arranca: le regioni con i tassi più alti di iscrizioni online sono tutte localizzate al Centro-Nord (Lazio, Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna e Liguria superano tutte il 76% delle totali; Umbria, Marche, Abruzzo, Sardegna sono comunque sopra il 59%). Parallelamente, le percentuali più basse si registrano invece tutte al Sud (anche Calabria, Sicilia, Basilicata e Molise seguono la tendenza, tutte sotto quota 60%).
Il liceo continua a essere la prima scelta dei teen italiani, tanto che lo predilige il 52% di loro. Su tutti, il preferito è lo Scientifico, anche se le iscrizioni al Classico sono in crescita diversamente da quanto accadeva un anno fa. Più o meno le stesse del 2015 rimangono le percentuali di chi opta per un istituto tecnico (1 ragazzo su 3) mentre continuano a scendere le iscrizioni ai professionali.