Raffaele Donini è assessore ai Trasporti, Infrastrutture, Programmazione Territoriale e Agenda Digitale dell’Emilia Romagna e racconta a CorCom le strategie della Regione per raggiungere gli obiettivi nazionali ed europei
Assessore Raffaele Donini nel 2017 avete fatto numerose conferenze stampa sui progetti della banda ultra larga regionale e diffuso tanti comunicati. Facciamo il punto ad After, il Festival del Digitale, sull’attuazione dell’agenda digitale?
Stiamo galoppando, abbiamo dati sorprendenti, oso definirli meravigliosi. Il nostro punto di forza è Lepida che ci ha permesso questa velocità di realizzazione. Il nostro programma prevede di portare i 30 mega a tutti i cittadini emiliano-romagnoli, quelli residenti nelle aree bianche a fallimento di mercato, entro il 2020 ma siamo già a al 52,8% . Sono in totale 10 i cantieri aperti finora nel territorio regionale per la realizzazione di infrastrutture in fibra ottica. Siamo a buon punto: in sostanza più della metà dei cittadini è già cittadino digitale. Per i 100 mega siamo circa al 20%. Il piano procede molto bene per la digitalizzazione delle scuole, assicuriamo 1 giga ad istituto, e sono ben 885 su 1.900 gli interventi realizzati. Un dato eccezionale: le nostre scuole digitali rappresentano il 60% di quelle nazionali. Su dieci ben sei sono in Emilia- Romagna. Sui municipi ben 298 su 333 hanno 1 giga, in pratica abbiamo finito i lavori. Si marcia veloci anche sui punti Wi Fi, parlano i numeri: 1860 che stiamo convertendo con Emilia Romagna WI FI, un sistema libero, senza necessità di credenziali e veloce. Entro il 2020 taglieremo il traguardo dei 4mila punti attivi. Fondamentale è anche l’infrastrutturazione delle aziende e qui 26 milioni di euro sono già stati messi a bando e aggiudicati. Sono pronti i cantieri per cablare 160 distretti artigianali e produttivi. Ripeto: stiamo Galoppando.
Quali sono i maggiori ostacoli a livello operativo di questo piano?
Grazie ad un sano atto di terrorismo psicologico si è già fatto il puntiglioso lavoro con i Comuni per abbattere tutte le barriere. Dove troviamo del morbido andiamo avanti, se c’è del duro saltiamo e mettiamo in coda.
Vantate di essere riusciti ad aver strappato il 10% dei fondi nazionali destinati alla digitalizzazione. Come ci siete riusciti?
La ragione è legata al fatto che siamo la prima regione digitalizzata e siamo abituati a spenderli i soldi, per quelli europei arriviamo al 98%. Spenderemo tutto, in tempi veloci e con una rendicontazione trasparente.
Un buon esempio, una buona pratica di questo processo di acculturazione digitale?
Sicuramente uno degli interventi che più mi ha colpito è quello sulle scuole, sono veramente tante quelle che stanno lavorando con le lavagne digitali e che utilizzano le aule informatiche o le video conferenze. Non faccio nomi, ma ne ho viste tante di buone pratiche. Quando vedo bambini dell’età di mio figlio che studiano con il tablet o con strumenti che la mia generazione ha conosciuto e iniziato ad usare in età adulta vedo occhietti ludici. Per dirla con altre parole: il vostro entusiasmo è la mia ricompensa. Ci sono tanti esempi virtuosi anche nella pubblica amministrazione. Voglio ricordare che rispetto ad altre regioni in Emilia-Romagna abbiamo più Unioni di Comuni che hanno necessità di un forte scambio e condivisione di dati e per lavorare bene serve un sistema digitale robusto che supporti la gestione associata. Interessanti anche i Fab Lab presenti nel territorio, dove i piccoli imprenditori possono prototipare le loro invenzioni. Una buona pratica è sicuramente questo Festival. Non è un caso, mi si passi l’orgoglio, che il primo Festival digitale è stato organizzato in Emilia Romagna e a Modena in particolare. Il prossimo anno si sposta a Reggio Emilia e nel 2019 a Bologna.
Il vostro contributo all’Agenda Digitale Nazionale?
C’è una forte collaborazione e coordinamento. Ovviamente la nostra esperienza è stata molto importante per il Ministero e il Governo. Per esempio il nostro modello di Wi Fi è stata una buona pratica presa a riferimento. Noi siamo in prima linea per migliorare la qualità delle infrastrutture è il digital divide è un nostro nemico. Siamo in guerra.