IL CASO

Security, la Cina dichiara “guerra” a Cisco

Stando a indiscrezioni del China Daily e del Global Times l’azienda americana rappresenterebbe un pericolo per la sicurezza informatica del Paese. Campagna mediatica di regime? Per il momento la “gola profonda” resta anonima

Pubblicato il 25 Giu 2013

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Cisco System è finita nel mirino di due media statali cinesi.

Nonostante il gruppo statunitense abbia negato di aver mai fatto parte del piano di sorveglianza ribattezzato Prism svelato all’inizio del mese dall’ex contractor governativo Edward Snowden, il quotidiano cinese “Global Times”, che è di proprietà dello Stato come tutti gli altri media ufficiali, ha scritto in un editoriale pubblicato in questi giorni che la Repubblica popolare cinese dovrebbe sviluppare “in proprio” la tecnologia per Internet, aggiungendo che gli Stati Uniti possono “attaccare la Cina quando vogliono”. Nel frattempo “China Daily”, altra pubblicazione di regime, ha scritto in un articolo, citando una non meglio precisata “fonte relativa al mondo dell’industria”, che le aziende statunitensi, Cisco inclusa, rappresentano una “terribile minaccia alla sicurezza”.

Secondo l’agenzia Bloomberg, Huawei, il colosso delle telecomunicazioni con sede a Shenzen, starebbe cercando alternative a Cisco. A detta di Ray Mota, fondatore di Acg Research, società di consulenza industriale, l’attacco mediatico cinese contro Cisco potrebbe essere utilizzato da Huawei per “rafforzare la propria posizione con i clienti nella madrepatria”.

Ma oltre agli assalti mediatici, Cisco si trova ad affrontare molteplici sfide in quella che è ormai la seconda economia più grande del mondo, dove la company sta perdendo quote di mercato a favore dei competitor locali, tra cui anche Zte.

Per esempio, secondo Infonetics research, il mercato cinese dei commutatori e dei router è cresciuto dal 2010 del 20% fino a toccare l’anno scorso i 2,58 miliardi di dollari, ma la market share di Cisco, nello stesso periodo, è scesa dal 21 al 18%.

In generale anche Huawei ha perso terreno, eppure la sua quota di mercato nel 2012 era più del doppio di quella di Cisco, mentre Zte, nei 2 anni presi in esame, è salita dal 18 al 29%.

In realtà negli ultimi anni Cisco ha sofferto in Cina, in particolare da quando gli Usa hanno impedito agli operatori wireless di utilizzare strutture prodotte in loco per costruire reti mobili, citando ragioni di sicurezza. Il presidente Barack Obama a marzo ha firmato una legge che proibisce alle agenzie federali di acquistare sistemi IT da aziende cinesi senza l’approvazione dell’Fbi o di altri organismi investigativi americani.

“Continuiamo ad affrontare sfide anche in Cina” ha commentato il Ceo di Cisco, John Chambers subito dopo la firma della legge da parte di Obama. “Siamo fiduciosi nella nostra capacità di fare progressi, ma ci aspettiamo che le sfide in territorio cinese durino ancora per diverso tempo”.

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