Si mobilitano i lavoratori della Selex Es contro il piano industriale da 2500 esuberi. Stamattina circa 800 addetti si sono riuniti in assemblea davanti ai cancelli dello stabilimento ex Galileo a Campi Bisenzio, comune alle porte di Firenze. L’assemblea è stata indetta dai sindacati per informare i lavoratori in merito al nuovo piano industriale dell’azienda, che prevede sul territorio nazionale circa 2000 esuberi e la chiusura di alcuni siti produttivi. L’iniziativa sindacale si è tenuta all’aperto perché – come fanno sapere i sindacati – non è stato dato il permesso di far entrare nella fabbrica di Campi anche i lavoratori dello stabilimento fiorentino di via Barsanti, tra quelli a rischio chiusura. All’assembla hanno partecipato, fra gli altri, il presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci, l’assessore alle attività produttive del Comune fiorentino Sara Biagiotti e alcuni parlamentari del Pd.
Per domani il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha convocato, per le 12.30 a Firenze, sindacati e istituzioni locali in vista degli incontri con del 15 e 23 aprile tra azienda e sindacati per capire l’impatto sul territorio del nuovo piano industriale di Selex Es. “Siccome questa è un’azienda a partecipazione pubblica – spiega Daniele Calosi della Fiom-Cgil Firenze – e siamo in assenza di una sponda governativa perché l’attuale governo c’è solo per l’ordinaria amministrazione, e siccome c’è un piano di ristrutturazione gravoso che riguarda 1.938 esuberi in tutta Italia e quasi tutte le regioni, noi chiederemo al presidente della Regione Toscana di farsi promotore di un coordinamento di tutti i governatori e dei sindaci, per avere una sponda almeno da quel punto di vista”. La prossima settimana invece il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, incontrerà l’amministratore delegato di Selex Es, Fabrizio Giulianini.
In mobilitazione anche i circa 400 lavoratori della Selex genovese che hanno manifestato e in corteo per le vie di Sestri Ponente.
Il piano di Selex Es prevede 2.529 esuberi, di cui 1.938 in Italia (su una popolazione aziendale di 12.261 unità produttive) suddivisi in 1.098 indiretti e 840 diretti. In Italia da 48 siti si passerà a 26 entro il 2014, mentre nel Regno Unito da 16 siti si passerà a 10, sempre entro il 2014. Per sostenere il piano di riorganizzazione dell’azienda, che ha il suo quartier generale a Genova, Selex Es propone di utilizzare: mobilità finalizzata alla pensione; cigs a zero ore per gli indiretti e per i diretti che hanno i requisiti per la mobilità/pensione; cigs a zero ore per chiusure collettive per diretti e indiretti”.
Secondo Massimo Masat, coordinatore nazionale Finmeccanica della Fiom, “l’annuncio di 2.529 esuberi nell’insieme del Gruppo e della chiusura di 22 siti rende evidente che l’Azienda intende far pagare ai lavoratori il prezzo di errori industriali e di gestioni manageriali sbagliate.”
“Nella discussione, fra l’altro, non è emerso neanche quali siano i segmenti di mercato che l’azienda intende aggredire in futuro. La mancanza di chiarezza sui progetti di investimento fa trasparire una debolezza strategica per ciò che riguarda le prospettive industriali – prosegue Masat – Dopo aver sottoscritto la messa in mobilità per 850 addetti solo un mese fa, la Fiom non è comunque disponibile a trattare ulteriori esuberi strutturali. La fusione delle tre Selex non può essere scaricata sui lavoratori. Come Fiom, crediamo anzi che si debbano mettere in pratica azioni virtuose per rilanciare la competitività dell’azienda.”
“Il Coordinamento nazionale Fiom di Selex Es ritiene quindi necessario proporre a Fim e Uilm di svolgere assieme assemblee informative in tutti i siti del Gruppo e di programmare prime iniziative di lotta”, conclude il sindacalista.