La storica rete telefonica pubblica commutata (Pstn) del Regno Unito sta raggiungendo la fine del suo ciclo di vita e sta diventando sempre più soggetta a guasti e difficile da mantenere: secondo il recente rapporto Connected Nations dell’Ofcom, nel solo 2024 il numero di incidenti significativi legati alla resilienza della Pstn è aumentato del 45%.
In questo scenario, BT lancia un appello ai fornitori di infrastrutture nazionali critiche (Cni) del Paese – tra cui settori quali sanità, acqua, energia, servizi di emergenza, governo locale e centrale, incendi e sicurezza – ad abbandonare l’obsoleta rete fissa analogica in rame entro la fine di dicembre 2025.
Dismissione della rete Pstn entro gennaio 2027
La rete Pstn del Regno Unito sarà dismessa entro la fine di gennaio 2027. Per supportare le organizzazioni con servizi Cni che attualmente si affidano alla rete tradizionale, il governo ha recentemente annunciato il Pstn Critical National Infrastructure Charter, che delinea le misure di salvaguardia che i fornitori di comunicazioni (CP) e gli operatori di rete (NO) metteranno in atto durante questo cambiamento dell’infrastruttura di connettività del Regno Unito. BT è uno dei firmatari della Carta e l’ha salutata come un’importante pietra miliare per sottolineare l’urgenza di abbandonare le infrastrutture obsolete, senza lasciare indietro nessuna azienda.
Un passaggio necessario, ma la strada è ancora lunga
La transizione dalla Pstn sta avendo un impatto su un’ampia gamma di sistemi pubblici critici. Tra questi, i sensori di monitoraggio dell’acqua, le linee telefoniche per medici e farmacie, gli allarmi antincendio e antifurto, gli allarmi degli ascensori, le linee telefoniche di emergenza lungo le strade, i punti di assistenza nelle stazioni ferroviarie e alcune vecchie macchine per il pagamento con carta.
Il passaggio del Regno Unito dalla connettività analogica a quella digitale è riconosciuto come un passo necessario da Ofcom e dal governo. Mentre BT ha eliminato quasi 300.000 linee aziendali legacy nel 2024, i suoi dati mostrano che molti fornitori di Cni si affidano ancora alla connettività analogica obsoleta per i servizi mission-critical. BT esorta quindi queste organizzazioni ad agire subito e a lavorare con il suo team di specialisti per rivedere il loro patrimonio tecnologico per identificare eventuali dispositivi impattati, verificare se questi dispositivi sono compatibili con la connettività alternativa e passare a reti digitali più affidabili nel 2025. Questo aiuterà i clienti a mitigare i crescenti rischi di interruzione delle comunicazioni e a preparare il futuro delle loro attività.
Sfide aperte verso la connettività digitale
I nuovi dati di BT evidenziano i progressi ancora da compiere in tutti i settori della Cni per sfruttare i vantaggi della connettività digitale. A dicembre 2024, il 60% dei clienti Cni di BT non ha ancora messo in atto una strategia per la transizione alle reti digitali. Tuttavia, si stanno compiendo progressi significativi in settori chiave: l’80% dei clienti BT nel settore dell’energia e il 64% nel settore idrico hanno un piano in atto o sono in fase avanzata nel loro percorso di migrazione, dimostrando un forte slancio verso un’infrastruttura digitale più affidabile e pronta per il futuro.
“Con l’invecchiamento della rete fissa in rame che diventa sempre più fragile, è semplicemente troppo rischioso gestire i servizi pubblici essenziali del Regno Unito su reti obsolete – afferma Bas Burger, Ceo di BT Business -. BT si è impegnata a trasferire questi servizi su una connettività moderna a prova di futuro ben prima della chiusura della rete analogica in rame, ma non possiamo farlo da soli. Esortiamo tutti i fornitori di infrastrutture critiche nazionali ad agire subito per proteggere i loro servizi e sfruttare i vantaggi a lungo termine del passaggio al digitale. Lo switch-off dell’analogico sarà troppo tardi per attenderlo. Stiamo lavorando con i clienti per rivedere il loro parco tecnologico, testare i loro dispositivi critici e passare a una connettività più affidabile entro la fine del 2025”.