L’Europa è in ritardo nella realizzazione della Sepa (Single
Euro Payments Area) perché non si è costituita la massa critica
per un unico, vero sistema dei pagamenti. Lo ha detto Massimo
Arrighetti, amministratore delegato di Sia-Ssb a margine
dell’International Payments Summit “Do you Sepa? – Drawing
the future of the European payments market” in corso di
svolgimento a Milano.
“I numeri, purtroppo, non ci sono ancora: basti pensare che a
quasi tre anni dalla partenza del nuovo bonifico conforme agli
standard Sepa, la quota in Europa è inferiore al 10%, mentre in
Italia siamo addirittura al 3% – ha ricordato Arrighetti – La crisi
ha indubbiamente condizionato la migrazione verso strumenti di
pagamento armonizzati, ma anche l’intervento della Commissione
Europea (che introduce i cosiddetti essential requirements, ferma
restando la possibilità di mantenere varianti nazionali) rischia
di frenare ulteriormente questo processo. Non si può correre il
rischio di ricominciare tutto da capo, mettendo in discussione le
iniziative e gli investimenti che l’intero sistema bancario ha
sostenuto finora”.
“Da sempre, come Gruppo Sia-Ssb, riteniamo la Sepa il futuro dei
sistemi di pagamento a livello europeo – ha concluso – Ci
lavoriamo ormai da 8 anni, come dimostra ad esempio
l’infrastruttura tecnologica paneuropea Step2 realizzata e
gestita per la Euro Banking Association, nella convinzione che lo
sviluppo di soluzioni innovative possa sostenere quel nuovo mercato
dei pagamenti elettronici che porterà benefici concreti ai
cittadini europei, alle imprese e alle pubbliche
amministrazioni”.
Dello stesso avviso Carlo Tresoldi, presidente di Sia-Ssb secondo
cui “le difficoltà nel recepimento della Direttiva sui servizi
di pagamento negli ordinamenti nazionali dei diversi Paesi
dell’Area euro hanno posticipato i tempi di realizzazione della
SEPA”
“In tal senso va giudicato positivamente l’intervento della
Commissione Ue che, su richiesta del mercato e delle banche
centrali, ha evidenziato la necessità di stabilire con precisione
una data finale entro cui i bonifici e gli addebiti diretti
standardizzati a livello europeo dovranno sostituire quelli
domestici – ha precisato Tresoldi – Tuttavia, la Commissione Ue
ha al tempo stesso stabilito anche i cosiddetti essential
requirements, ovvero una serie di standard tecnici che dovrebbero
caratterizzare i nuovi strumenti di pagamento, ma che non sono
completamente omogenei rispetto agli standard unici adottati finora
dalle banche commerciali. Ciò significa dare enfasi alle
differenze con il rischio che ciascun soggetto mantenga i propri
sistemi e con il conseguente declino del progetto Sepa.
L’obiettivo, quindi, di semplificare la vita dei cittadini
europei e di realizzare efficienza a livello di imprese e di
tesorerie, potrebbe essere vanificato. E’ auspicabile che
un’indicazione positiva arrivi domani da Bruxelles dove è in
programma un public hearing tra rappresentanti delle banche ed
altri operatori del settore proprio per discutere il documento
consultivo con le proposte dei nuovi requisiti di base”.