Trasformare la smart city in una “piattaforma delle piattaforme”. È la sfida raccolta da Cisco per contribuire a costruire l’Italia del futuro, facendo leva su “Digitaliani”, il maxi programma da 100 milioni di dollari avviato nel 2016. Due le città da cui parte la “rivoluzione”: Milano e Perugia.
“Safer Milan” è l’iniziativa messa in campo insieme al Comune con l’obiettivo di rendere la città più sicura grazie all’uso di nuove tecnologie, soprattutto sul fronte cybersecurity, ma anche di favorire l’innovazione e attività di formazione.
“Cuore del progetto è Security Operation Center – racconta a CorCom, Fabio Florio CDA leader & BDM smart communities di Cisco – che integrerà i sistemi di sicurezza fisica, di monitoraggio del traffico e ambientale già in funzione, con reti e piattaforme adeguatamente protette utilizzando le più evolute soluzioni di cybersecurity”.
Ad alimentare questo “cuore pulsante” ci sarà un hub dedicato allo sviluppo di soluzioni innovative per la sicurezza. “Qui – spiega Florio – startup, università, aziende potranno lavorare insieme, contribuendo a rendere Milano un esempio di eccellenza internazionale e di attrazione nel settore dell’innovazione”.
Ma la tecnologia – questa è la vision che Cisco ha abbracciato – da sola non basta a trasformare le città, rendendola più intelligente e vicina ai bisogni dei cittadini. Ecco perché uno dei pilastri del progetto riguarda l’education e la formazione continua.
La digital trasformation fa evolvere in maniera straordinariamente veloce sistemi e tecnologie abilitanti, è dunque cruciale investire sulla formazione: la sfida è dare chance competitive ai giovani che si affacceranno su un mercato del lavoro sempre più orientato al digitale.
“Nel quadro dell’iniziativa Safer Milan, Cisco mette a disposizione i contenuti e le piattaforme del suo programma Cisco Networking Academy – prosegue il manager – per attivare nuovi percorsi formativi sullo IoT e sulla cybersecurity negli istituti tecnici milanesi nonché percorsi di alternanza scuola-lavoro”.
Più centrato sulla PA, invece, il progetto lanciato insieme al Comune di Perugia che vede Cisco impegnata nella realizzazione di una Circoscrizione 4.0.
“Vogliamo dare ai cittadini la possibilità di accedere da remoto a tutti quei servizi comunali che necessitano di un’interazione con l’impiegato e per in quali, dunque, la classica fruizione da remoto non funziona”, sottolinea Florio.
La prima postazione è stata inaugurata nel quartiere perugino di Ponte Felcino, presso la sede della circoscrizione. La sede è dotata di una postazione ad alto tasso di tecnologia, realizzata utilizzando soluzioni di telepresenza e di collaborazione online Cisco che permettono al cittadino di dialogare direttamente con l’addetto allo sportello in modo user friendly. Ci si può vedere su due schermi da 55 pollici ad alta definizione, si possono condividere documenti e scambiarli utilizzando uno scanner.
Le applicazioni che permettono il perfetto funzionamento di Circoscrizione 4.0 sono state realizzate dalla startup perugina K-Digitale per Cisco.
Nessuno dei due progetti sarebbe stato possibile senza una forte concentrazione sulle performance delle reti. Come spiega Paolo Campoli, head of Global service provider business per il Sud-Europa di Cisco, la sfida delle smart city si vince soprattutto se si offre all’utente finale una user experience completa.
“Servono reti ultraveloci ma anche servizi ultraveloci – evidenzia Campoli – I software di Cisco sono in grado di rilevare dove ci sono dei rallentamenti e intervenire per rimuovere in problema. Per fare questi ricorriamo alla tecnologia sviluppata da AppDynamics (la società rilevata a inizio 2017 ndr) che fornisce informazioni sulle performance delle applicazioni distribuite in esecuzione in cloud pubblici o privati e su come sfruttare tutta la potenza della rete in Fibra o 5G”.
Nella visione di Cisco la rete non è un “mezzo di trasporto” ma una piattaforma abilitante in grado di interagire con altri terminali e quindi parte di un’architettura più completa. “La rete del modello Cisco non si occupa solo del trasporto delle informazioni demandando in esclusiva al cloud e ai terminali le funzioni intelligenti – dice Campoli – ma è essa stessa intelligenza laddove è in grado di interagire al meglio con applicazioni e servizi”.
“La vera sfida tecnologica nelle smart cities è passare da piattaforme verticali ad un’integrazione orizzontale, una piattaforma che permetta lo scambio e metta a valore i dati provenienti da tutti i verticali – conclude il manager – Il primo elemento che realizza questa integrazione orizzontale è la security, che deve essere pervasiva attraverso tutti i verticali e deve essere offerta in modo nativo dalla Rete. E qui mettiamo ancora la rete al centro, dove Cisco, sviluppando le reti dei maggiori service provider, garantisce la cybersecurity nativa e lo scambio sicuro dei dati tra le applicazioni verticali delle smart cities”.