Accenture, Tcs e Infosys. Sono questi i tre campioni mondiali dell’IT secondo la società di consulenza per la valutazione del marchio, Brand Finance.
I campioni dei servizi IT
Accenture è il brand di servizi IT più “prezioso” e forte, con un valore di 39,9 miliardi di dollari. Il valore del brand è aumentato del 10% a 39,9 miliardi di dollari e mantiene la prima posizione per il quinto anno consecutivo grazie alla continua strategia di innovazione nel campo dei servizi e della consulenza informatica. Oltre ad essere il marchio di maggior valore nella classifica, Accenture è anche il marchio di servizi IT più forte nella classifica con un punteggio del Brand Strength Index di 87,8 su 100. Digitale, cloud e security i fattori vincenti. Accenture sta costruendo un forte ecosistema digitale formando e alimentando diverse partnership strategiche con marchi tra cui Google Cloud, Microsoft e Meta.
TCS e Infosys, in seconda e terza posizione, aumentano il valore del proprio marchio del 2%. In particolare Tcs (valore del brand aumentato del 2% a 17,2 miliardi di dollari) è il secondo marchio di servizi IT più prezioso nella classifica. Quest’anno l’azienda ha fornito molti programmi su misura man mano che i clienti sono migrati a vari metodi di lavoro ibridi.
Il marchio indiano di servizi IT Infosys (valore del marchio aumentato del 2% a 13,0 miliardi di dollari) ha consolidato la sua posizione tra i primi tre marchi di servizi IT di maggior valore a livello globale.
In quarta posizione, stabile rispetto all’anno precedente, si piazza Ibm Consulting, seguita da Capgemini che quadagan una posizione e si piazza quinta, e da Ntt Data in sesta, che a sua volta ne guadagna tre.
In settima posizione Cognizant, seguita da HCLTech che ha recentemente rinnovato il brand (da Hcl Technologies). In nona e decima posizione, infine, WiPro e Fujitsu.
La classifica Brand Finance Global 500
La classifica generale Brand Finance Global 500 vede Amazon svettare al primo posto come marchio di maggior valore al mondo, nonostante abbia perso 51 miliardi di dollari di valore. Apple perde la sua prima posizione in classifica dopo aver perso 57,6 miliardi di dollari mentre Tesla e BYD sono tra i marchi in più rapida crescita al mondo con l’aumentare della domanda di veicoli elettrici.
In particolare, Amazon ha riconquistato il primo posto come marchio di maggior valore al mondo. Il brand ha perso valore di oltre 50 miliardi di dollari quest’anno, con un rating sceso da AAA+ a AAA a causa delle valutazioni più critiche da parte dei consumatori nel mondo post-pandemia. La ricerca di Brand Finance rileva un gradimento minore del servizio clienti e dei tempi di consegna più lunghi. In concomitanza con la conclusione delle restrizioni dovute alla pandemia i consumatori mostrano una tendenza a tornare a fare acquisti offline.
Apple (valore del marchio in calo del 16% a 297,5 miliardi di dollari) è scesa al secondo posto come marchio più prezioso al mondo. Una “discesa” correlata al calo delle entrate previste a causa delle interruzioni nella catena di fornitura e a un mercato del lavoro più limitato che potrebbe limitare l’offerta di prodotti hadrware.
La classifica vede in discesa nel ranking Samsung Group (valore del marchio in calo del 7% a 99,7 miliardi di dollari), Alibaba.com (valore del marchio in calo del 56% a 10,0 miliardi di dollari), Facebook (valore del marchio in calo del 42% a 59,0 miliardi di dollari) e WeChat (valore del marchio in calo del 19% a 50,2 miliardi di dollari).
Tra i brand in salita, Instagram (valore del marchio aumentato del 42% a 47,4 miliardi di dollari) e Linkedin (valore del marchio aumentato del 49% a 15,5 miliardi di dollari), entrambi cresciuti nel settore tecnologico, con un valore del brand in crescita grazie a strategie efficaci nella commercializzare dei propri servizi.
Fra gli altri “vincitori” i produttori di auto elettriche Tesla (valore del marchio aumentato del 44% a 66,2 miliardi di dollari) e BYD (valore del marchio aumentato del 57% a 10,1 miliardi di dollari) poiché la domanda di auto elettriche cresce come parte di una transizione più ampia verso un’economia a basse emissioni di carbonio