L'EVENTO GOOGLE

Sgalla: “In Italia serve codice penale digitale”

Il direttore centrale Specialità della Polizia di Stato: “Fondamentale definire sanzioni e responsabilità per il corretto utilizzo della Rete”

Pubblicato il 06 Lug 2017

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“Il Parlamento nella prossima legislatura deve impegnarsi a scrivere un codice penale digitale che metta insieme una serie di fattispecie di reati, tra cui il già individuato cyberbullismo e anche altri. Definire sanzioni e responsabilità per il corretto utilizzo della Rete è fondamentale”.

Ne è convinto Roberto Sgalla, Direttore centrale Specialità della Polizia di Stato, intervenuto oggi a Roma durante l’evento di presentazione “Digitali e Responsabili”, l’iniziativa lanciata da Google con il patrocinio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e del Garante per la Protezione dei dati personali, e con la partecipazione di Polizia Postale e Altroconsumo, per promuovere un dibattito informato sull’importanza dell’ utilizzo responsabile del web.

Non solo repressione di comportamenti illeciti, ma promozione culturale dei diritti e dei doveri dei nuovi cittadini digitali. Questo il compito che le forze di polizia sono chiamate a svolgere nella società 2.0, ha sottolineato Sgalla.

“Un tempo il core business di un poliziotto era la repressione, oggi non è più possibile ragionare solo in questi termini. Il nostro impegno è anche quelli di favorire un utilizzo sicuro e critico della tecnologia in ambito lavorativo e privato, perché se il cybercrime esiste lo si deve anche all’inesperienza degli internauti, che vanno quindi adeguatamente formati e informati sulle insidie del Web. Servono non solo competenze tecniche, ma anche maggiore consapevolezza dei rischi della Rete”.

A tal proposito il Direttore centrale Specialità della Polizia di Stato ha citato alcune best practice, che vedono coinvolte in prima linea le forze dell’ordine.

“Uno strumento che stiamo perfezionando è quello del Commissariato online, che è diventato un luogo di denuncia dove raccogliere aiuti, segnalazioni, e sollecitazioni per un utilizzo sano della Rete. Purtroppo attualmente le denunce che riceviamo vanno trascritte in forma cartacea e auspico che col nuovo codice penale digitale si possa arrivare a classificare come valide ai fini giuridici anche quelle online. Oltre a questo, da qualche anno abbiamo avviato un’ iniziativa, Vita da Social, per rendere i ragazzi più consapevoli sulle opportunità e i pericoli che si celano dietro le nuove tecnologie. Abbiamo incontrato un milione di studenti e 106mila genitori, dati che danno al dimensione di quanto la Polizia di Stato sia impegnata sul fronte dell’alfabetizzazione digitale”.

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