Sharing PA, Ivana Pais: “Valorizzare le idee dei cittadini”

Parla la sociologa della Cattolica: “Due le sfide da vincere: come introdurre logiche di condivisione nelle amministrazioni e in che modo gli enti pubblici possono migliorare le politiche di sostegno ai progetti dal basso”

Pubblicato il 18 Lug 2016

ivana-pais-160712163232

«Più partecipazione, più comunicazione, più volontà di mettere in gioco le proprie idee con quelle dei cittadini”.

Secondo Ivana Pais, professore associato di sociologia economica alla Cattolica di Milano, è questa la ricetta per far crescere la sharing economy nella pubblica amministrazione.

C’è chi pensa che sharing economy, nel senso di economia collaborativa e condivisa, sia una sorta di ossimoro se applicata all’amministrazione che, per sua natura, è gerarchica e burocratica. Lei che idea si è fatta?

Bisogna fare chiarezza. L’approccio “sharing” alla PA può essere di due tipi: capire come introdurre logiche di condivisione nelle procedure pubbliche e, sull’altro fronte, in che modo la pubblica amministrazione può incrementare la sharing economy nelle politiche che coinvolgono i cittadini. Ad oggi, in Italia, si sta sviluppando soprattutto questo secondo filone su settori specifici.

Quali i settori più coinvolti?

La mobilità sta facendo da apripista: car sharing e car pooling sono i progetti più diffusi a livello di amministrazioni locali. Ma anche in questo caso vanno fatte delle distinzioni.

In che senso?

Il car sharing non può essere considerato servizio di sharing economy in senso stretto perché, se è vero che ottimizza le risorse, non cambia la modalità di fruizione della mobilità. Al contrario il car pooling cambia questo approccio perché, oltre all’ottimizzazione delle risorse, c’è anche una dinamica di relazione nuova che è uno degli elementi caratterizzanti. In questo senso la sharing economy sta ponendo interessanti questioni: dal rapporto tra distruzione di valore nei settori tradizionali e creazione di nuovo valore alla necessità di ripensare il sistema regolatorio, fino alla definizione di una nuova cittadinanza attiva e “produttiva”.

Ma se la mobilità “condivisa” ancora non è giunta a maturazione, ci sono esperienze già mature invece?

Alcune esperienze di crowdfunding sono interessanti. Penso, ad esempio, al Comune di Milano che ha lanciato dei bandi su tematiche di interesse pubblico. L’amministrazione ha raccolto progetti di associazioni, poi pubblicati su una piattaforma di crowdfunding. Le iniziative che raggiungevano il 50% di finanziamento tramite canali propri – va detto che erano progetti di associazioni – venivano poi finanziate per la restante percentuale dal Comune. Ecco, in questo caso, la pubblica amministrazione ottimizza le risorse e crea anche nuove modalità relazionali con i cittadini.

E sono anche forme di spending review dato che, come nel caso del Comune di Milano, le iniziative erano sostenute anche con risorse diverse da quelle pubbliche?

Non esattamente. E spiego perché: per intervenire sulle buche delle strade, ad esempio, servono modelli di finanziamento tradizionali. Il crowdfunding è efficace laddove la PA ravvisa un interesse pubblico in progetti pensati dalla cittadinanza attiva. E il senso della sharing economy sta qui: integrare forme già collaudate di servizi pubblici a servizi nati dalla condivisione.

A proposito di condivisione, c’è chi pensa che la gestione associata nei Comuni debba essere considerata una forma di sharing economy…

Non basta la collaborazione per dire che si sta facendo sharing economy. Ripeto: se il progetto non va a cambiare la dinamica relazione e la modalità di fruizione del servizio, non si può parlare di sharing economy. Almeno non in senso stretto.

Il progetto di legge sulla sharing economy, al vaglio del Parlamento, può rappresentare un volano anche per la PA?

Non credo che quel provvedimento possa impattare sulla PA, ma certo va monitorato l’iter parlamentare. Forse è presto per dirlo.

Lei crede che si debbano comunque disegnare delle cornici normative?

Credo che sia necessaria una regolazione che non ingabbi l’innovazione, che sia in grado di intervenire in maniera “morbida” a sostegno dello sviluppo delle piattaforme italiane che soffrono di un problema dimensionale.

In Italia, patria delle piccole e medie imprese, si dice ancora che “piccolo è bello”, però.

Non in questo caso: bisogna dare alle nostre piattaforme di sharing economy la possibilità di competere con in grandi big internazionali. La sfida regolatoria, a mio avviso, è questa.

C’è anche una sfida culturale da vincere, però.

Il tema della diffusione della cultura è un tema centrale in tutti i processi di trasformazione. Nella pubblica amministrazione è particolarmente importante perché i dipendenti pubblici devono poter avere gli strumenti per abbracciare e trasformare in servizi le spinte innovative che vengono da basso.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati