Che fine ha fatto il Digital champion? Nei giorni in cui il commissario per il Digitale Diego Piacentini si è insediato, Riccardo Luna, ex Digital champion – le dimissioni nei giorni precedenti la firma con l’agenzia di stampa – diventa direttore dell’Agi. Con l’addio di Luna che fine farà la figura del digital champion? Sarà ricompresa nelle competenze di Piacentini oppure Renzi nominerà un nuovo DC?
Per ora a Palazzo Chigi le bocche sono cucite. Ma in passato il commissario straordinario al digitale – nel caso specifico Francesco Caio ai tempi del governo Letta – era stato nominato anche digital champion. Quindi non è da escludere che Renzi, convinto che la guida delle strategie del digitale debbano essere decise a Palazzo Chigi, decida di assegnare al manager di Amazon anche il ruolo che finora è stato di Luna.
Tra l’altro a sostenere le probabili intenzioni del premier ci sono anche le norme del nuovo Codice dell’amministrazione digitale. Nel comma 6 si legge che il commissario “rappresenta il presidente del Consiglio nelle sedi istituzionali internazionali nelle quali si discute di innovazione tecnologica, Agenda digitale europea e governance di Internet e partecipa, in ambito internazionale, agli incontri preparatori dei vertici istituzionali al fine di supportare il Presidente del Consiglio dei ministri nelle azioni strategiche in materia di innovazione tecnologica”. In pratica, oltre ad avere poteri di coordinamento centrale progetti e poteri speciali di indirizzo nei confronti delle PA (compreso quello di commissariamento), Piacentini svolgerà anche le funzioni finora espletate da Luna.
E Riccardo Luna? Il neo direttore dell’Agi lascia il suo “testamento” sull’Huffington Post e ammette di aver fatto un passo indietro – anzi di lato – per evitare confusione di ruoli.
“Con questa mossa (la nomina di Piacentini ndr) il digitale per anni considerato un settore a parte e marginale della agenda politica è entrato nella stanza dei bottoni, quella dove si fanno le strategie e si prendono le decisioni più importanti. È esattamente quello per cui in tanti ci siamo battuti in questi anni. (…) Mi è sembrato il momento giusto per fare un passo indietro, anzi di lato (…) Era giusto riconsegnare la fascia da capitano. Era giusto per ragioni istituzionali: per evitare confusione di ruoli e di voci e dare tutta la forza possibile al nuovo commissario”.