Nel Dl manovra “saranno approvati emendamenti che iniziano un percorso di tassazione delle imprese che operano nel digitale”. Il vice ministro all’Economia, Luigi Casero, conferma così l’orientamento del Governo a intervenire nel tema della cosiddetta web tax. Nel corso di un convegno alla Camera, Casero ha parlato della necessità di fermare “questo drenaggio di risorse verso altri Paesi”. Gli interventi fiscali, ha precisato, non riguarderanno gli utenti, ma le imprese con “guadagni molto alti sulla rete”, attraverso la “regolarizzazione delle piattaforme”.
Tra gli emendamenti presentati quello di Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, che prevede l’applicazione della tassazione a tutti i gruppi multinazionali con ricavi consolidati superiori a 1 miliardo di euro e che effettuino cessioni di beni e prestazioni di servizi nel territorio dello Stato per un ammontare superiore a 50 milioni di euro. Rispetto a una prima versione, che fissava l’asticella a 50 miliardi di euro di ricavi, la platea viene molto allargata. Si tratta di una sorta di norma ponte in attesa di raggiungere accordi a livello internazionale.
Nel capitolo entrate, rientra anche uno dei temi più gettonati, ovvero la tassazione degli affitti brevi, quella che è stata ribattezzata “tassa Airbnb” e su cui si sono concentrate circa 200 proposte.
Il voto degli emendamenti alla manovra-bis inizierà lunedì in Commissione Bilancio della Camera. Secondo il calendario stabilito oggi, i giorni di lavoro più intensi dovrebbero essere giovedì 25 e venerdì 26 maggio, con l’obiettivo di arrivare entro sabato 27 a dare mandato al relatore entro le 13.00. Tra lunedì e martedì dovrebbero essere votati gli emendamenti dall’articolo 1 all’articolo 11, tutti quelli cioè relativi alle entrate. L’obiettivo della Commissione è di esaminare quanto prima il tema web tax, su cui governo e Parlamento sono congiuntamente al lavoro.
Anche dal G7 di Bari è arrivata una prima spinta politica per trovare, in ambito internazionale, un accordo sulla web tax. I ministri delle Finanze del G7 daranno mandato all’Ocse per studiare, per la primavera del prossimo anno, le prime proposte concrete su cui ragionare per trovare un modello comune per la tassazione dell’economia digitale.
La partita sulla traduzione pratica di questo impegno politico sarà tutta da giocare. Una delle proposte italiane, quando sarà superato il vecchio concetto di “stabile organizzazione”, è quella di studiare una sorta di contatore digitale, un modello per tradurre il traffico dati (numero e durata dei contatti, posizione geografica) in parametri che determinino i ricavi, soprattutto degli Ott che ha appena chiuso con l’amministrazione finanziaria italiana un accordo che prevede il versamento di oltre 300 milioni di euro.