STRATEGIE

Sirti oltre le Tlc, trasporti e utilities nuove frontiere di business

In occasione di un incontro con la stampa specializzata, l’Ad Roberto Loiola ha confermato le linee di sviluppo per il prossimo biennio: avanti tutta sulla diversificazione del portafoglio clienti e delle attività: “Puntiamo a margini più alti”

Pubblicato il 11 Dic 2018

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Diversificazione delle attività, crescita dei margini e nuovo impulso all’innovazione digitale, con un primo sguardo alle soluzioni IoT abilitate dal 5G. Sono queste le direttrici su cui si muoverà la leadership di Roberto Loiola, Amministratore delegato di Sirti, per lo sviluppo dell’azienda nel prossimo biennio. Un percorso di crescita che deve tenere conto della contrazione degli investimenti del principale cliente del gruppo, Telecom Italia, sul fronte dell’infrastrutturazione Ftth (compensata però dalle commesse Open Fiber, per il 20% in mano proprio a Sirti, che lavora sulle aree C e D), e delle nuove opportunità a cavallo di trasporti e utilities.

“In effetti siamo da sempre più conosciuti per il lavoro svolto per gli operatori telco sulle reti fisse, mobili e di trasporto, e tutt’ora più della metà del business attuale è generata attraverso quelle attività, estese nel corso nel 2018 a nuovi player come Iliad e Linkem”, ha spiegato Loiola stamattina, in occasione di un incontro con la stampa organizzato a Milano a cui ha partecipato pure John Davison, Founder e Cec di Pillarstone, che ha acquisito Sirti nel 2016. “Ma non bisogna dimenticare che i nostri servizi di rete vengono sviluppati anche in ambito ferroviario”, ha continuato Loiola, “dove inoltre ci occupiamo di impianti di trazione elettrica, controllo del traffico, videosorveglianza, sistemi di annuncio, sicurezza e segnalamento, e per la mobilità urbana, con le partnership attive per esempio a Milano per la realizzazione dell’M4 e a Firenze per la costruzione della tramvia”. Rispetto alle utilities, il gruppo ha dato vita a una società ad hoc, Sirti Energia, dedicata alla progettazione, all’implementazione e alla manutenzione delle reti ad alta tensione, e che ha tra i suoi clienti di spicco Enel e Terna e, tra i nuovi arrivati, Snam. “Infine, c’è la divisione Digital Solutions, con cui intendiamo farci strada soprattutto nel mondo Enterprise”, ha detto Loiola.

Passando alle performance finanziarie, il manager ha svelato per il 2018 i ricavi dovrebbero essere di poco inferiori alle stime, per cui si attendeva una sostanziale conferma del risultato 2017: 673 milioni di euro. “Ma il decremento degli investimenti Tim porterà in cassa una ventina di milioni in meno rispetto al previsto”, ha spiegato Loiola, precisando che l’Ebitda dovrebbe essere invece in aumento, attestandosi sul 5,3% del fatturato, contro il 4,4% del 2007. “Puntiamo sulla crescita dei margini, che nel 2020 dovrebbero arrivare al 7,8% delle revenue, pari a 743 milioni di euro”. Per Loiola sarà proprio la diversificazione del business, l’allargamento della quota di attività in carrier diversi da Tim (Vodafone, Fastweb e Wind Tre) e in particolare il settore dei trasporti a trainare risultati e profittabilità di Sirti. “Certo, non possiamo nascondere la preoccupazione sui ritardi dell’alta velocità. Le nostre stime di crescita tengono per esempio in conto la presa in carico del terzo valico sulla linea Genova-Milano, rispetto al quale deve ancora essere finalizzata l’analisi dei costi-benefici”. Il 5G applicato ai mercati verticali dell’Internet of things è un capitolo interessante, ma da considerarsi ancora a parte, visto che secondo Loiola, in questo senso, Sirti scenderà in campo tra il 2020 e il 2021. “Molto probabilmente non ci soffermeremo sull’area dell’Industry 4.0 e dello Smart Manufacturing, mentre esploreremo i settori vicini al nostro business, occupandoci di smart grids nel comparto energetico e di smart stations in ambito ferroviario”.

Ultimo punto, l’internazionalizzazione: Sirti è uscita dai mercati di Libia, Arabia Saudita e Dubai ed è entrata in Germania, dove è stato raggiunto un accordo per stendere la fibra di Deutsch Telekom, oltre che in Romania, per supportare lo sviluppo di Enel. A questo proposito, Loiola e Davison hanno anche annunciato che il gruppo è tra le prime aziende in Italia ad aver ottenuto la certificazione ‘Anti-bribery management systems’ Uni Iso 37001, rilasciata dall’organismo indipendente di certificazione Rina, che attesta l’adozione delle migliori prassi, riconosciute a livello internazionale, di contrasto alla corruzione.

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