Vivere la Formula 1 ai box e in pista grazie alla realtà virtuale. La divisione per la virtual reality di Sky, VR Studio, ha appena reso disponibili sulla pagina Facebook 360 (la pagina ufficiale del social network dedicata alla tecnologia video a 360°, ndr) due filmati sui test di F1 di Barcellona, basata su contenuti di realtà virtuale. In una nota stampa la pay-tv, che ha realizzato le riprese in collaborazione con Formula One Management e Williams Martini Racing, spiega che la novità permette agli utenti di assaporare l’esperienza di vari giri di pista, la concitazione della pit lane e l’attività nel box. Non si sa precisamente quando, ma questo tipo di contenuti sbarcherà anche sui device Samsung Gear VR e Oculus Rift.
Entro la fine dell’anno sarà distribuita un’app ad hoc, che permetterà di riprodurre tutti i contenuti video realizzati. Mentre per il 2017 sono in cantiere più di 20 contenuti riguardanti importanti eventi culturali e sportivi, tra cui i match di pugilato di Anthony Joshua e il Tour de France. L’annuncio di Sky è il frutto del lavoro iniziato nel 2013 da Jaunt, società specializzata in contenuti di realtà virtuale, acquisita dalla compagnia di Murdoch e diventata una vera e propria divisione del Gruppo. “Lo Sky VR Studio ci consentirà di aggiungere una nuova dimensione allo storytelling, portare i telespettatori in luoghi straordinari e offrire un’unica prospettiva su tutta una serie di eventi“, spiega Gary Davey, manager dell’area contenuti di Sky.
Nei giorni scorsi, inoltre, la pay-tv avrebbe allacciato i primi contatti con Cattleya, Lucisano Group, Wildside, Palomar e Indiana Production per valutare un ingresso nella distribuzione cinematografica. Una mossa che permetterebbe a Sky di concorrere con Warner Italia, che nel nostro paese distribuisce film e serie Tv in esclusiva per Mediaset. Non a caso, il fondatore di Palomar Carlo Degli Esposti si è recentemente espresso così sulla necessità di ripensare i modelli esistenti di business del mercato audiovisivo: “Il racconto italiano, il prodotto audiovisivo, può conquistare un ruolo strategico per il Paese, per la prima volta. Bisogna uscire dal duopolio