L'INTERVISTA

Smart building, la rivoluzione collaborativa del metodo Bim

Così il Building Information Modeling mette a disposizione di progettisti e manutentori i dati e i documenti relativi a una struttura, lungo il suo intero arco di vita. Parla Giulio Vezzelli, Energy and Engineering Solution Expert, Europe di OpenText

Pubblicato il 11 Set 2019

Giulio Vezzelli_high resolution

Un edificio è qualcosa di molto complesso, una struttura le cui prerogative, a pensarci bene, vanno al di là del piano materiale. È un’entità che conglomera – per poter funzionare correttamente e garantire ai propri occupanti sicurezza e comfort –, tecnologie, servizi, piani di manutenzione, professionalità specifiche. Tutti elementi che devono essere integrati lungo l’intero ciclo di vita del manufatto, a prescindere dalla sua destinazione d’uso. Una complessità che oggi, grazie al Bim (Building Information Modeling) può essere notevolmente ridotta, favorendo maggiore efficacia ed efficienza nella gestione di tutte le componenti di un edificio, fin dalla sua progettazione. “Il Bim è infatti una metodologia associata a un insieme di strumenti e standard interdisciplinari che consente di far convergere tutti i dati e i documenti relativi a una struttura, lungo il suo arco di vita, su una dashboard collaborativa, garantendo visibilità e operatività semplificata su ciascun processo relativo al manufatto”. A parlare è Giulio Vezzelli, Energy and Engineering Solution Expert, Europe di OpenText. Il gruppo, specializzato nell’Enterprise Information Management (Eim), segue -grazie a 131 uffici- oltre 100 mila clienti in tutto il mondo, dà lavoro a 13 mila dipendenti e nell’ultimo anno fiscale ha fatturato 2,92 miliardi di dollari. Con oltre cento applicazioni nelle aree chiave della gestione del flusso di informazioni, a partire dalle soluzioni di Enterprise Content Management, Business Networks e Digital Asset Management, OpenText ha maturato un’offerta all’avanguardia anche rispetto allo sviluppo di programmi Bim. E Vezzelli, per l’appunto, è specializzato nell’ideazione e nell’esecuzione di progetti basati su un approccio che promette di rivoluzionare il modo in cui si realizza, si gestisce, si mantiene e si dismette un edificio. “Utilizzare una struttura al suo pieno potenziale significa riuscire a integrare le informazioni che la riguardano e metterle a disposizione degli attori chiamati a gestirla, favorendone la collaborazione. È esattamente ciò che riescono a fare le soluzioni Bim più avanzate”, rilancia l’esperto.

Che ruolo avete sviluppato rispetto alla metodologia Bim?

Da sempre, nei confronti dei nostri clienti, abbiamo ricoperto un ruolo fondamentale nel perfezionamento delle strategie di content management, sia attraverso soluzioni software, sia con il supporto ai progetti di ingegneria. Dalla gestione documentale alle piattaforme collaborative, le nostre radici affondano nell’elaborazione di processi controllati, nella centralità del dato, nella condivisione delle informazioni. In questo, rispetto al Building Information Modeling, ci troviamo allineati con una serie di attività in cui siamo storicamente specializzati. Dunque nel mettere al servizio delle aziende queste competenze di solito sviluppiamo una metodologia operativa a partire dalla piattaforma di information management. Sono tre i pilastri del nostro approccio: innanzitutto puntiamo a facilitare l’adozione della metodologia mettendo al servizio degli standard Bim la tecnologia e l’esperienza di OpenText. In secondo luogo, garantiamo quantità, qualità e natura dei dati gestiti: i sistemi devono poter agire in modo dinamico, avendo sempre a disposizione una documentazione aggiornata e affidabile per estrarre continuamente nuovo valore dalle informazioni. Terzo punto, la già citata collaborazione. Siamo ossessionati dalla collaborazione, per noi è un punto di attenzione fondamentale. Il massimo risultato, dal nostro punto di vista, viene raggiunto nel momento in cui si dà vita a una piattaforma digitale, possibilmente in cloud, grazie alla quale tutti gli attori che ruotano attorno alla creazione e alla gestione di un edificio riescono a partecipare accedendo a un’unica fonte di verità costantemente aggiornata. In altre parole, quando tutti i dati sono “fit per operation”, esattamente quanto offre la soluzione ‘Core for Bim’ – una soluzione cloud native che permette a tutti gli attori coinvolti in un progetto di collaborare in ottica Bim.

In Italia quali sono i destinatari ideali di queste soluzioni?

Penso innanzitutto alla Pubblica amministrazione, a patto che si garantisca un’offerta differenziata ambito per ambito. Poi ci sono le grandi aziende di ingegneria e naturalmente le Epc (Engineering, Procuremnt & Construction, ndr). Impossibile poi non menzionare chi si occupa di grandi progetti di infrastrutture, come per esempio quelle dedicate all’Oil and gas, e gli stessi operatori che commissionano alle Epc impianti e centrali.

In che modo è possibile aiutare le aziende che vogliono implementare il processo Bim?

Rispondo citando un aneddoto, una situazione a cui io stesso ho partecipato. Un grande cliente del settore ingegneristico si confrontava con noi per l’appunto per sapere come intendessimo supportarlo nell’adozione della metodologia Bim, che – lo ripeto – include aspetti e strumenti molto specialistici. Uno degli interlocutori, responsabile in azienda per l’It, ci ha chiesto, volendo metterci alla prova, in che modo avremmo consentito ai sistemi di comunicare tra loro su piani così complessi e su software così verticalizzati. Abbiamo colto la palla al balzo per condividere con il cliente una demo che dimostrava quanto fosse semplice per il nostro sistema spostarsi da un ambito all’altro, per esempio dal procurement alla manutenzione delle opere, senza bisogno di particolari integrazioni e customizzazioni. È uno dei valori fondanti la nostra offerta, anche rispetto a eccellenti fornitori specializzati nei verticali dell’ingegneria: un approccio inedito nel settore, che fa leva sulla capacità di gestire i documenti, universalmente e a 360 gradi, che abbiamo maturato attraverso lo sviluppo delle soluzioni Enterprise Information Management. Non è più necessario ragionare per silos se si dispone di una piattaforma che consente a chiunque in azienda di accedere a un documento tecnico che può essere collegato a qualunque contesto. Le possibilità sono infinite, e anzi spesso sono i nostri clienti a suggerirci nuovi link.

La metodologia Bim si presta anche all’adozione di soluzioni evolute, come per esempio la realtà aumentata applicata alle attività manutentive?

Assolutamente. È grazie al Building Information Modeling che il concetto di Digital twin, la rappresentazione digitale di un’opera, riesce a esprimersi compiutamente. Con la combinazione di Bim e mixed reality posso navigare virtualmente un edificio sulla base dei dati inseriti a sistema, e osservarne ciascun elemento richiamando sul display il contesto documentale legato all’oggetto, dalle caratteristiche fisiche alla scheda tecnica fornita da chi l’ha prodotto. Il Bim è fondamentale soprattutto nell’ottica di accedere a informazioni corrette. Se si realizza un ottimo modello digitale ma non si dispone di una piattaforma adeguata per aggiornarlo in modo costante, il modello diventa rapidamente obsoleto. E altro che “fit for operation”: la struttura descritta dal modello, semplicemente, non è quella che corrisponde alla realtà.

Dunque la conversione a una tecnologia basata sul Bim costituisce un passaggio ineludibile per l’introduzione dei sistemi di modellazione…

Il Bim apre scenari manutentivi affascinanti, e dal nostro punto di vista una spinta innovativa soprattutto per la PA. D’altra parte, questi strumenti stanno diventando requisiti essenziali per chi fa costruzioni. Il Dm 560 del 2017 (il cosiddetto “decreto Bim”, ndr) richiede una progressiva adozione degli strumenti abilitanti per la digitalizzazione e la tracciabilità di ciascuna opera, con focus su sicurezza e qualità. Le soluzioni sul mercato non mancano, ma spesso non offrono il giusto supporto rispetto alla collaborazione, che rimane la parte più debole di molte piattaforme Bim.

E sul fronte della security?

Quello della sicurezza che un tema che non va mai dato per scontato, specie ora che il Cloud sta cambiando le regole del gioco ponendo nuove sfide. Noi come Open Text siamo avvantaggiati dal momento che, lavorando da sempre sulla gestione documentale, la protezione dei contenuti all’interno di ecosistemi condivisi è letteralmente il nostro pane quotidiano. Grazie all’utilizzo di una piattaforma Cloud, la Ot2, certificata e rigorosamente controllata sia su specifici prodotti sia su intere suite di servizi, siamo in grado di offrire l’erogazione dei prodotti con una security by design. Come detto, uno dei focus di OpenText, a maggior ragione quando si parla di Bim, è sulla collaborazione, la cui sicurezza, per definizione, dev’essere garantita a tutti i partecipanti.

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