RAPPORTO EY

Smart city, a Bologna lo scettro dell’innovazione: in Italia vincono le città medie

Index EY 2016: sul podio anche Milano e Torino. Ma sono i centri meno grandi ad avere performance migliori con un trend generale che ne vede oltre 23 posizionarsi tra il 4° e il 39° posto. Roma scivola dalla quarta alla nona posizione. Ritardo strutturale al Sud

Pubblicato il 15 Mar 2016

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Bologna conquista la palma di città più “smart” d’Italia, seguita da Milano e Torino. Al quarto posto si posiziona Mantova che conferma l’ascesa delle città medie. Roma scivola dal 4° al 9° posto. Fanalino di coda il Sud: la prima città metropolitana in classifica – Napoli – occupa la 32esima posizione. E’ la fotografia scattata dal rapporto “Smart City Index 2016” presentato oggi a Roma all’evento “Italia Smart” di EY – patrocinato da Agenzia per l’Italia Digitale e organizzata con il supporto di Ericsson, Indra e Tim – che ha visto i protagonisti del processo di trasformazione delle città condividere idee e progettualità indirizzate a migliorare la vivibilità e fruibilità delle stesse.

Smart City Index, giunto alla terza edizione, analizza le 116 città capoluogo italiane utilizzando oltre 470 indicatori, classifica lo sviluppo di reti e infrastrutture intelligenti delle città italiane, misurando la loro capacità di innovare e offrire servizi di qualità ai propri cittadini. Quest’anno l’analisi è stata realizzata con un’impostazione a strati: dalle infrastrutture di rete, ai sensori che rilevano le informazioni, alla delivery platform che le elabora, permettendo di erogare applicazioni e servizi a valore aggiunto per i cittadini da parte di soggetti pubblici e privati. I risultati del rapporto consentono inoltre alle aziende dei settori maggiormente coinvolti nel processo di trasformazione delle città (IT, Utility e mobilità) di individuare le aree d’intervento più redditive, in cui sviluppare iniziative ad alto potenziale, partendo da un sistema condiviso e comparabile.

Le Smart City sono resilienti, attrattive e competitive e rappresentano un volano per l’economia del Paese. Gli indicatori utilizzati da EY per stilare la classifica prendono in considerazione la capacità delle istituzioni di investire in servizi per i cittadini, l’esistenza di infrastrutture capaci di assorbire il cambiamento e l’abilità nel fornire alla comunità delle piattaforme integrate ed efficaci per l’erogazione dei servizi. Tra questi le infrastrutture per la diffusione della Banda Larga, i servizi digitali (infomobilità, scuola, sanità, turismo, e-government), lo sviluppo sostenibile delle città (ambiente, reti energetiche, mobilità alternativa).

Anche quest’anno il podio resta saldamente nelle mani delle grandi città del Nord Italia: subito dopo Bologna la città più innovativa è Milano anche grazie ad Expo, che strappa l’argento a Torino, quest’anno scesa al terzo posto della classifica. Roma perde terreno e scivola dal 4° al 9° posto. Purtroppo il Sud mostra un ritardo strutturale, bisogna aspettare la 32esima posizione per incontrare la prima metropoli del Sud, Napoli, e Lecce la prima città media al 52° posto. La maglia nera resta in Sicilia con i principali capoluoghi che, come nel 2014, si attestano in fondo della classifica. Cagliari al 33° posto guadagna 11 posti rispetto allo scorso anno, anche grazie alla forte informatizzazione delle scuole con l’81% delle aule connesse nella regione.

Le città medie mostrano le performance migliori con un trend generale che vede oltre 23 città tra il 4° e il 39° posto. Tra le piccole città brilla Mantova che si posiziona al 4° posto con un balzo dal 35° posto nel 2014, dimostrando di essere una città “smart e vivibile” a dimostrazione della smartness come moltiplicatore della qualità della vita. Seppur in fondo alla classifica, le città del “benessere analogico” mostrano alta vivibilità anche in presenza di bassa diffusione delle innovazioni, tra queste Fermo nelle Marche e Lanusei, Tempio e Olbia in Sardegna.

Nonostante il panorama italiano sia ancor in ritardo rispetto alle principali città europee e mondiali, il grado di innovazione dei comuni capoluogo continua a crescere. L’Italia mostra punte di eccellenza in alcuni ambiti. Ad esempio, Pordenone supera l’80% di rifiuti raccolti e differenziati e la Puglia rappresenta la regione italiana con la maggiore produzione di energie rinnovabili. Inoltre l’ascesa digitale crea un nuovo paradigma tecnologico, grazie alla crescente diffusione delle IoT (Internet of Things), contribuendo così alla trasformazione dei consumatori italiani in prosumer e alla diffusione dell’economia della condivisione e della collaborazione: il 70% dei comuni capoluogo offre un servizio di sharing mobility e i dati sulla “Collaborative Economy” vedono l’Italia il 3° Paese al mondo per case su AirBnb.

“Il nostro Paese – ha dichiarato Andrea Paliani, Partner EY, Med Advisory Leader – deve guardare alle iniziative smart di successo e interpretarle come tappe di un percorso che trasformi le città in luoghi con qualità della vita crescente e a costi sostenibili. Questo deve essere frutto di piani efficaci che valorizzino le peculiarità di ciascun territorio nell’ambito dello sviluppo dell’intero Paese. L’Index di EY, sin dalla sua prima pubblicazione, ha contribuito a rinnovare ed evolvere la progettualità della Smart City, anche grazie al confronto e al dialogo con i decisori pubblici e i privati. Il nuovo approccio d’indagine per strati, implementato quest’anno da EY, ci ha consentito di evidenziare la smartness di ciascun territorio e definire i percorsi più sostenibili di sviluppo”.

“Ericsson svolge un ruolo fondamentale nella realizzazione della Networked Society e nel creare le condizioni per avere città più intelligenti ed efficienti – evidenzia Alessandra Rosa Ammaturo, Head of Marketing di Ericsson per la Regione Mediterranea – Ci troviamo nella condizione unica e privilegiata di poter sostenere sia le amministrazioni pubbliche che le aziende private nel cogliere al meglio le opportunità della Società Connessa. Alla leadership di mercato nella fornitura e gestione di infrastrutture di rete fisse e mobili, alla base di ogni smart city, aggiungiamo la capacità di realizzare soluzioni e servizi Ict innovativi per i trasporti, le utilites, l’education, l’e-government e la sicurezza, e l’abilità nel creare le migliori condizioni perché tutti gli attori possano sedersi allo stesso tavolo e co-progettare le città del futuro”.

Anche Indra rinnova il suo impegno per le smart city. “Il progetto Coruna Smart City, portato avanti da Indra – spiega Arnaldo Bernal, manager di Indra – ci ha consentito di realizzare un ambizioso progetto di innovazione tecnologica applicata alla trasformazione della città che è stato selezionato come best practice internazionale alL’interno del terzo rapporto Smart City Index di Ey, che analizza il grado di innovazione delle cittàitaliane”.

“Il progetto di La Coruna è un riferimento a livello mondiale per il suo approccio trasversale – prosegue – anzichè progettare e sviluppare unicamente soluzioni verticali specifiche si è basato infatti sullo sviluppo di una piattaforma tecnologica globale”. La piattaforma di Indra ha consentito lo sviluppo di diverse applicazioni smart della città spagnola, “che comprendono sistemi per la gestione integrata del ciclo idrico, per il settore turistico e per la mobilità smart”, conclude Bernal.

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