LE RACCOMANDAZIONI

Smart city, ecco la strategia del Consiglio d’Europa: inclusione parola d’ordine

Lotta al digital divide, tutela della privacy e difesa dei diritti umani devono essere al centro delle politiche urbane. Massima attenzione ai sistemi di intelligenza artificiale

Pubblicato il 27 Ott 2022

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L’evoluzione delle tecnologie digitali ha avuto un impatto considerevole sulle autorità locali e regionali, come accaduto nella trasformazione delle città con la nascita delle smart city. Se ne è occupato il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa che, nella sua 43ma sessione a Strasburgo, in Francia, ha adottato due relazioni sulle prospettive e le sfide per la governance locale e regionale.

Le smart city, afferma l’organizzazione internazionale che promuove la democrazia, i diritti umani e l’identità culturale europea, coprono più aspetti: applicazioni, sensori, software, algoritmi, piattaforme o telecamere. Nel rapporto preparato da Tony Buchanan (Regno Unito) e Jan Markink (Paesi Bassi, Ildg), il Congresso raccomanda di implementare queste tecnologie nel quadro di politiche proattive che siano volte all’inclusione e alla sostenibilità. La smart city devono essere incentrate sull’uomo e sui diritti umani: per questo andrà data massima attenzione agli impatti dei sistemi di intelligenza artificiale.

Smart city: l’innovazione rispetti i diritti

Per creare una città o regione “intelligente” non bastano le tecnlogie, occorre anche coinvolgere tutte le parti interessate, inclusi i cittadini, e far si che gli sforzi siano tesi a costruire comunità inclusive, sostenibili e resilienti, afferma il report.

Nel documento si legge che “le città e le regioni dovrebbero indirizzare in modo proattivo le politiche in materia di digitalizzazione e promuovere l’innovazione sulla base dei bisogni e delle richieste della comunità”.

Ciò richiede la conformità delle nuove tecnologie e degli strumenti di intelligenza artificiale ai diritti umani, alla democrazia e agli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Lotta al divario digitale, tutela della privacy

L’attenzione dovrebbe essere rivolta alla riduzione del divario digitale, per esempio tra chi vive in città e chi vive nelle zone rurali, e a far sì che le nuove tecnologie non aggravino le disparità socio-economiche e la discriminazione.

Altro diritto da tutelare è quello alla privacy, attraverso la protezione dei dati personali. Anche il miglioramento della sicurezza informatica è da considerarsi un pilastro della smart city.

Il Congresso ha insistito sul fatto che la tecnologia deve essere utilizzata per migliorare la qualità della democrazia locale e regionale, quella dei servizi pubblici, la mobilità e l’efficienza energetica, ma anche per controllare l’inquinamento, al fine di creare città e regioni più a misura d’uomo e sostenibili.

Le autorità nazionali devono fornire alle autorità locali il sostegno necessario per la loro attuazione.

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