Copertura broadband estesa al 100% e rete wifi pubblica per 2.302 abitanti serviti da ciascun hotspot. Sono questi i numeri con cui Milano fa strike nel confronto con Amsterdam, Barcellona, Berlino, Monaco e Parigi sul fronte delle città intelligenti europee e a misura di cittadino: emerge dal report “Booklet smart city” curato da Assolbarda in collaborazione con EY, che analizza infrastrutture digitali, mobilità, energia, ambiente e servizi digitali.
Infrastrutture digitali per la resilienza
In crescita la dotazione di sensori in ambito sicurezza e gestione dei rifiuti. Ma si registrano gap in termini di performance della rete fissa e mobile, con Milano che si posiziona a metà nel benchmark per velocità di download, upload e latenza. Comparabile al benchmark europeo è il livello di interattività dei servizi digitali della PA e l’engagement con i cittadini.
Milano si dimostra città smart per quanto riguarda l’infrastruttura digitale, grazie alla forte copertura broadband e alla capillare rete wifi. Nel confronto con le principali città europee rimangono però notevoli distanze relativamente alle reti energetiche (la rete di teleriscaldamento è un quinto di quella di Berlino; la potenza dei pannelli fotovoltaici installati è la più bassa nel benchmark) e alle infrastrutture per l’elettrico, queste ultime comunque in crescita (183 le colonne di ricarica per milione di abitanti, quadruplicate dal 2017, ma ancora meno della metà di Monaco e un decimo rispetto ad Amsterdam).
Collaborazione pubblico-privato al centro
“La competitività di Milano passa attraverso la sua capacità di gestire i cambiamenti in atto, sia sotto il profilo della crisi climatica che dal punto di vista socioeconomico – spiega Gioia Ghezzi, vicepresidente di Assolombarda con delega a Infrastrutture mobilità e Smart city e presidente della Milano smart city Alliance –. I dati che abbiamo raccolto confermano che la città sta rispondendo in modo efficace a queste sfide con azioni concrete e puntando sul coinvolgimento di tutti i settori per produrre rapidamente soluzioni che abbiano un forte impatto”. Ma è necessario “contare sempre più su modelli di collaborazione tra pubblico e privato e continuare a fare rete con le maggiori città globali per agire in modo coordinato nella gestione delle straordinarie sfide che ci si prospettando nel prossimo futuro”.
Le prestazioni della PA digitale
In termini di fornitura dei servizi e comunicazione della PA, Milano e i benchmark condividono un approccio sempre più digitale e mostrano un sostanziale allineamento verso l’alto. Tutte, infatti, forniscono online i principali servizi anagrafici e di impresa e registrano un buon livello di innovazione dei pagamenti digitali in ambito turismo e mobilità.
Nelle scelte delle piattaforme social per la comunicazione da parte dei Comuni si ricerca un bilanciamento tra i canali utili a rilanciare contenuti maggiormente amministrativi (come Facebook, ma soprattutto Twitter, il più seguito a Milano) e quelli più di marketing (Instagram la piattaforma i cui follower più crescono in tutte le città).
A che punto è la sostenibilità urbana
Il capoluogo lombardo conferma, inoltre, il proprio impegno per la sostenibilità urbana. Sul tema della mobilità, diminuisce il potenziale inquinante degli autoveicoli (10% delle auto circolanti a Milano sono a basse emissioni, quota maggiore nel benchmark insieme all’11% di Monaco), aumentano più che nel benchmark le colonne di ricarica per le auto elettriche (183 per milione di abitanti nel 2022, 4 volte il numero nel 2017) e l’estensione delle piste ciclabili (doppie rispetto al 2017). Inoltre, cresce la dotazione di bici condivise a 12.316 per milione di abitanti (quasi il doppio che a Parigi) e di scooter condivisi (3.166).
Relativamente ad energia e ambiente, da sottolineare la sempre elevata quota di rifiuti conferita a riciclo (63 per cento, +7 p.p. rispetto a Monaco seconda nel benchmark e +15 p.p. rispetto ad Amsterdam, terza). I punti maggiormente critici riguardano la qualità dell’aria e la scarsità di aree verdi.
Smart working e smart mobility
Nelle città analizzate gli spostamenti per motivi di lavoro misurati (dati di metà 2022) sono un quinto inferiori ai livelli pre-Covid (eccetto Monaco, con un gap nell’ordine del 10 per cento). Questo perché incide ancora l’adozione dello smart working in modalita’ strutturale da parte di molte imprese.
In particolare nel Comune di Milano nei primi tre mesi del 2022 il 90% delle imprese propone lo smart working ai propri dipendenti.
Gli spostamenti con Tpl sono quasi un terzo inferiori al pre-pandemia, un gap simile ad Amsterdam e Berlino, ma più ampio che a Monaco, Barcellona e Parigi. Con riferimento agli usi della città, si rafforzano le strategie “smart” dei centri analizzati. Anche Milano sta approcciando questo modello e inizia a includere sotto la formula “15 minuti” iniziative e bandi recenti per ripensare la mobilità e il co-working di prossimità o sostenere attività di impatto sociale.