ICITY RATE

Smart city: Milano, Bologna e Firenze le regine d’Italia

ICity Rate 2014: il capoluogo lombardo scala la classifica, passando dal quinto al primo posto in tre anni. Economy, living e mobility le aree d’eccellenza. Ancora accentuato il divario Nord e Sud

Pubblicato il 23 Ott 2014

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Sono Milano, Bologna e Firenze le città più smart d’Italia: lo dicono i risultati di ICity Rate 2014, presentati a Smart City Exhibition, in corso a Bologna.

Realizzato da Forum PA, il rapporto stilala classifica, analizzando 106 Comuni capoluogo sulla base di 72 indicatori statistici – che vanno dal valore aggiunto per unità di lavoro ai followers twitter delle amministrazioni comunali – per descrivere la situazione in sei dimensioni: economy, living, environment, people, mobility e governance, secondo uno schema consolidato nelle analisi internazionali delle smart cities. Rispetto alle edizioni precedenti, ai tradizionali indicatori “standard” sono state affiancate una serie di variabili “smart”, più direttamente collegate alle dinamiche di innovazione tecnologica e sociale.

Quest’anno sono le città metropolitane del Centro-Nord a vincere la sfida del cambiamento e a conquistare la testa della classifica: Milano con 623 punti è prima eguadagna due posizioni rispetto al 2013; seconda a breve distanza si riconferma Bologna (610 punti), al terzo posto si colloca Firenze (558 punti), con un balzo in avanti di quattro posizioni. In forte crescita anche Venezia, che passa dal 10° al 6° posto e Roma che guadagna 11 posizioni, dal 23° al 12° nel 2014.

Rispetto al 2013 risulta ancora più evidente il divario tra le città del Nord e quelle del Sud e delle Isole, con una graduatoria praticamente spaccata in due. La migliore tra le realtà del Mezzogiorno è Cagliari, che si ferma al 60° posto. Seguono Pescara al 62° e L’Aquila al 64°, che insieme a Bari e Sassari costituiscono la fascia più avanzata del Mezzogiorno.

“Come scrive Bloomberg, l’ex sindaco di New York: If you can’t measure it, you can’t manage it. Se non la conosci, se non puoi misurare le dinamiche e gli effetti delle politiche di una città, non puoi governarla. E questo è ancor più vero in questi ultimi anni in cui i fenomeni sociali, economici, ambientali e culturali si sono fatti sempre più complessi, articolati e frammentati. – commenta Gianni Dominici, Dg di Forum PA e curatore della ricerca per Smart City Exhibition – ICity Rate è uno strumento gratuito a disposizione di tutti coloro che operano nelle città e che vogliano capire i processi in corso. Fornendo un set unico di indicatori come completezza e trasparenza, è strumentale alla diffusione di una nuova cultura di governo delle città che metta la conoscenza al centro dei poteri decisionali”.

Entrando nel dettaglio delle città vincintrici, Milano conquista la vetta della classifica generale con ottime performance praticamente in tutte le dimensioni: è prima in economy e living (che comprende i fattori relativi alla vivibilità e vitalità urbana), seconda nella dimensione people (qualità del capitale umano e sociale) e terza in mobility (accessibilità e mobilità). La prevalenza nella dimensione economica è molto netta, il capoluogo lombardo è primo assoluto in 3 indicatori su 12: produttività (il valore aggiunto per unità di lavoro è superiore a 74.000 euro contro una media nazionale che non arriva a 59.000), direzionalità (ci sono più di 20 imprese con oltre 250 addetti ogni 10.000 mentre a scala nazionale sono meno di 8) e intensità brevettuale (90 brevetti depositati ogni 10.000 unità di lavoro contro una media nazionale di 23,5) ma si colloca tra le prime dieci anche per qualificazione degli occupati, intensità del flusso di visitatori stranieri per motivi di lavoro, dinamismo del credito e concentrazione delle attività di ricerca e sviluppo. Per quanto riguarda la componente Living Milano fa registrare la prima posizione assoluta sia per qualità delle connessioni residenziali (massima velocità media rilevata per le utenze Adsl consumer) sia per internazionalizzazione culturale (51,6 euro di export pro capite dei prodotti delle attività artistiche, creative e di intrattenimento, più di dieci volte il valore nazionale) oltre che un punteggio molto elevato per diffusione della sharing economy.

Milano, sottolinea il Comune in una nota, “ha promosso 70 progetti smart, per un valore di oltre 200 milioni di euro, finanziati con risorse interne ed esterne, volti a promuovere l’innovazione tecnologica e sociale, la mobilità sostenibile, il risparmio energetico, la semplificazione. Progetti, dedicati all’innovazione come alla mobilità, che hanno permesso a Milano di scalare in tre anni la classifica delle città più smart d’Italia, passando dal quinto posto del 2012 al prmo posto di oggi”.

Bologna ottiene il secondo posto con uno scarto molto ridotto e difende la sua tradizione in termini di vivibilità: resta prima ad esempio nella cura dell’infanzia e registra punteggi molto elevati nell’assistenza ospedaliera, nell’assistenza domiciliare agli anziani (11,2% della popolazione over 65 trattata in assistenza domiciliare contro una media nazionale del 4,12%) oltre che nella coesione sociale, grazie alla modesta quota di popolazione in condizione di povertà relativa.Contribuiscono al secondo posto le buone performance in termini di mobilità e governance.

Firenze conquista la terza posizionegrazie in particolare all’ottima performance in termini di governancee una forte capacità di adeguarsi ai cambiamenti. Molto buoni i risultati anche dal punto di vista della qualità del capitale umano e sociale (people), della vivibilità (living), e in termini economici (economy).

Analizzando i sei parametri, il report evidenzia che, in un paese provato da sei anni di crisi, Milano conferma il proprio primato nella graduatoria economy ponendosi come punto di riferimento per le strategia di ripresa. Bologna conquista una seconda posizione, a conferma di una struttura produttiva equilibrata oltre che dinamica. Roma si colloca al terzo posto.

Milano prevale su Bologna e Trieste grazie soprattutto agli indicatori della componente smart (dal valore dell’export di prodotti delle attività artistiche, culturali e di intrattenimento alla velocità media di download delle connessioni consumer). La vivibilità, intesa come sicurezza personale e sicurezza e coesione sociale è invece più elevata in realtà piccole come Sondrio o intermedie come Trieste e Parma. Pescara (54°) è la prima città del Mezzogiorno.

In termini di environment si ridimensionano molto le performance delle grandi città, nettamente superate dai centri piccoli e medio piccoli. Trento si conferma prima, seguita da Belluno e Matera, prima città del Mezzogiorno.

Venezia prevale invece nella dimensioni mobility grazie ai risultati standard, a cominciare dalla “propensione alla mobilità collettiva” (707 passeggeri annui del trasporto pubblico locale per abitante contro una media dei comuni capoluogo di 189), sia di accessibilità che di mobilità interna, ma anche a quelli smart. Seguono Bologna e Milano.

Ravenna, forte dei massimi punteggi in fattori standard come la “partecipazione a spettacoli” (1.994 ingressi registrati dalla Siae ogni 100 residenti contro una media nazionale di 394) e ‘l’equilibrio di genere nei tassi di occupazione’ (il rapporto tra tasso femminile e tasso maschile è pari a 0,85 contro una media nazionale di 0,72), riesce a precedere l’élite delle città metropolitane (Milano, Firenze e Bologna) nella dimensionepeople.

Le città metropolitane Firenze, Torino e Bologna conquistano la testa della graduatoria governance. Il capoluogo toscano prevale soprattutto grazie al maggiore equilibrio tra la componente standard e quella smart, ottenendo il punteggio assoluto più elevato per numerosità dei dataset liberati (oltre 100 per ciascuno dei tre livelli istituzionali considerati), gamma di strumenti di comunicazione e di rendicontazione sociale attivati dall’amministrazione comunale nonché piazzamenti notevoli nelle graduatorie per intensità dei followers su twitter (dove è seconda con 7,16 followers per 100 residenti preceduta solo da Torino che ne ha 9,25) e propensione all’associazionismo. La prima città del Mezzogiorno (Cagliari) è 50^.

La performance di Milano nel contesto nazionale si ridimensiona però fortemente se si amplia lo sguardo al confine europeo. Nei principali ranking internazionali la metropoli lombarda è ancora molto lontana dalle performance delle global cities Londra e Parigi e comunque indietro rispetto ai principali poli urbani del continente (Amsterdam, Berlino, Brussels, Francoforte, Madrid, Stoccolma, Vienna, Zurigo).

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