Bologna è sul podio delle smart city italiane, Torino guadagna il podio e Milano si conferma tra le prime, mentre Enna è ultima. Sono, in sintesi, i risultati dello Smart City Index 2014 di Between, che rileva un forte divario tra grandi città e piccoli centri. Resiste lo storico gap Nord-Sud anche se alcune città del Meridione (Bari, Lecce, Napoli, Catania e Palermo) cominciano a riscattarsi attraverso le soluzioni Smart.
Più in dettaglio, le aree metropolitane si confermano anche quest’anno tra le prime posizioni con 6 città nelle prime 10; tuttavia, la maggior parte delle aree metropolitane del Sud non riesce a tenere il passo rimanendo nelle retrovie. Al contrario, le città medie rinforzano la loro posizione di rincalzo (20 città nelle prime 30 posizioni); Trento è la città media più in alto nel ranking (4°) mentre Pisa, Verona, Parma e Brescia sono le altre città medie della top 10.
Le città piccole occupano, invece, gli ultimi posti del ranking; si distinguono solo 5 città (Lodi, Siena, Cremona, Pavia e Mantova) presenti in prima fascia.
Null’ultimo anno si è riscontrata una forte accelerazione di alcune dinamiche innovative chiave (driver) tra quelle identificate nel 2013: resce la banda ultra larga fissa e mobile: i capoluoghi coperti da VdslL risultano, infatti, triplicati e quelli in cui è stato avviato l’LTE aumentati di 9 volte.
In Sanità, grazie al deployment sul territorio di nuove piattaforme regionali di pagamento, vi è un forte incremento del pagamento on-line del ticket. Nell’area eGovernment, invece, accelerano gli Open Data; i Comuni che pubblicano Open Data sui propri portali risultano più che raddoppiati mentre il numero di data-set pubblicati sono quintuplicati.
Cresce anche la diffusione dei servizi x-Sharing (Car sharing, car pooling e bike sharing); rispetto al 2013 aumenta del 37% il numero di comuni capoluogo che mettono a disposizione dei cittadini almeno uno di questi servizi).
Nell’ambito della mobilità, si sviluppano travel planner e App con un incremento del 50% di capoluoghi con travel planner e del 120% di capoluoghi con app ufficiali del trasporto pubblico.
Per quanto riguarda il numero di impianti per la produzione di energie rinnovabili, cresce del 45% il numero di impianti fotovoltaici e dell’81% il numero di impianti a bioenergie attivi sul territorio nazionale. Trento, Emilia-Romagna, Toscana e Sardegna di posizionarsi in alto in classifica.
Lo Smart City Index è costituito da una componente “digital” (broadband + aree tematiche digitali) e da una componente “green” (formata dalle aree inerenti le tematiche dell’energia, della mobilità e delle risorse naturali). Mettendo in correlazione l’aspetto “digital” con quello “green”, emerge che le diverse città hanno uno sviluppo equilibrato tra le due componenti, seppur con qualche disequilibrio più o meno marcato.
Ad esempio, un gruppo di città presenta valori molto elevati nelle aree “green” e molto più bassi nelle aree “digital”, decisamente sotto la media. Bolzano è il caso più eclatante: la città (27° posto nel ranking totale) risulta prima (e di parecchi punti) nelle aree “green” e 78ma nelle aree “digital”. Anche altre città presentano uno sbilanciamento a favore delle tematiche “green”: Lecce (10° posto nel “green” e 61° nel “digital”), Sondrio (rispettivamente 13° e 53°), Aosta (12° e 72°), Salerno (28° e 107°), Avellino (36° e 115°). Queste città mostrano una vocazione allo sviluppo sostenibile che mette un po’ in ombra i temi delle infrastrutture e dei servizi digitali.
Sull’altro versante troviamo invece le città con punteggi molto più elevati nel “digital”. I casi di più forte sbilanciamento a favore del “digital” sono Monza (11° nel “digital” e 68° nel “green”), Vicenza (15° e 73°), Mantova (23° e 81°), Como (25° e 80°) e Lecco (42° e 100°). Queste città mostrano un’elevata attenzione all’innovazione digitale, ma devono ancora introdurre innovazioni legate allo sviluppo sostenibile.