IL REPORT EY

Fibra e 5G perni della Fase 2. Le smart city più avvantaggiate

Uso della sensorisitica e wi-fi pubblico le altre chiavi di volta per gestire in tempo reale il monitoraggio della mobilità. Determinante l’engagement digitale dei cittadini attraverso l’erogazione di servizi pubblici online per evitare gli assembramenti agli sportelli

Pubblicato il 21 Apr 2020

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Potenziamento delle reti di telecomunicazioni, per supportare non solo lo smart working, la didattica a distanza e l’entertainment online, ma anche il tracciamento capillare degli individui attraverso le reti mobili. E rafforzamento delle tecnologie di controllo delle città, per monitorare gli affollamenti e gli assembramenti, regolare opportunamente l’afflusso ai mezzi pubblici e agli esercizi commerciali, quando verranno riaperti. Sono queste due delle azioni chiave per la “ripartenza” delle città italiane nella fase post emergenza Coronavirus evidenziate da un nuovo report di EY realizzato incrociando gli indicatori di resilienza dello Smart City Index di EY (fattori sanitari, economici e sociali) con i dati del contagio Covid-19.

L’adeguamento delle strutture sanitarie e la riorganizzazione delle infrastrutture di mobilità – gli altri due perni su cui fare leva – dovranno dunque essere accompagnati da azioni incisive sul fronte Ict. Secondo EY bisognerà spingere sulla posa delle reti a banda ultralarga in fibra e su quelle mobili 5G, nonché potenziare il wi-fi pubblico. Determinante il ruolo della sensoristica per tenere sotto controllo la città sul fronte del traffico e della sicurezza attraverso il monitoraggio in tempo reale dei flussi di spostamento dei cittadini che consentono di prevenire le situazioni di congestionamento e regolare tempi e orari di spostamento evitando i picchi degli orari di punta. I servizi pubblici – indica lo studio – dovranno essere interamente digitalizzati, per permettere la continuità di erogazione dei servizi ed evitare l’affollamento agli sportelli. Last but not least sarà fondamentale l’engagement digitale dei cittadini attraverso comunicazione con app e social network, anche per favorire l’adozione della app di tracciamento.

Le città che hanno le infrastrutture più resilienti e le tecnologie più avanzate, sono pronte più di altre a ripartire, si legge nel report – E se la città ha un sistema di mobilità più capiente e più flessibile, se il suo sistema di logistica urbana è più avanzato, se ha più fibra ottica nelle abitazioni e magari il 5G è già partito, ecco che potrà permettersi ancora più libertà di azione, perché i suoi cittadini potranno ad esempio fare più agevolmente smart working e didattica a distanza, avere più facilmente la spesa a domicilio ed uscire solo quando è strettamente necessario; se invece non hanno banda sufficiente e non riescono a lavorare efficacemente da casa, saranno costretti ad andare più spesso in ufficio ed aumentare così i rischi di assembramenti, si legge sempre nello studio.

“Non è detto che le città più resilienti riescano a trarre più vantaggi dalla ripartenza, perché molte di esse hanno una situazione più complessa da affrontare – sottolinea Marco Mena, Senior Advisor di EY, responsabile dello Smart City Index – Tutte le città devono sfruttare gli investimenti fatti nella smart city negli ultimi anni e capitalizzarli verso la ripartenza, facendo sistema tra i soggetti coinvolti. Chi è in una situazione critica di contagio farà molto più fatica a muoversi in quest’ottica, mentre le città che hanno il contagio sotto controllo hanno maggiori probabilità di sfruttare la ripartenza e tornare più velocemente alla situazione che definiremo “new normal”, che sarà comunque molto diversa da quella precedente. Noi stimiamo che più del 20% dei capoluoghi italiani non sarà in condizione di cogliere immediatamente questa opportunità, ma farà molta fatica, perché non ha le infrastrutture e le tecnologie adatte ad affrontare la complessità della ripartenza”.

“Oltre a tenere conto della situazione del contagio e dello stato delle infrastrutture urbane, le città dovranno lavorare imprescindibilmente su altri fattori, come la comunicazione per influenzare i comportamenti dei cittadini, la rifocalizzazione dei fondi nazionali ed europei sugli investimenti su infrastrutture e servizi e lo snellimento delle decisioni per favorire la collaborazione con i soggetti privati in grado di capitalizzare sulle infrastrutture e sviluppare i servizi (es. sanità e mobilità). Diviene quindi indispensabile la velocità nel mettere a punto le concessioni e lanciare i servizi per adattarsi al cambio di abitudini e creare il “new normal” delle città”, aggiunge Andrea D’Acunto, Mediterranean Government and Public Sector Leader di EY.

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