LA STRATEGIA

Recovery Fund, ecco il piano di Roma: 550 milioni per le smart city

Nel documento inviato al governo, l’elenco dei progetti chiave: strumenti di mobilità connessa, piazze smart attrezzate con dispositivi e servizi digitali per supportare l’interazione tra i cittadini. La sindaca Raggi: “Vogliamo una città sostenibile, inclusiva e innovativa”

Pubblicato il 06 Ott 2020

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Roma alla sfida innovazione urbana. Nel ‘‘Piano di Sviluppo resiliente, sostenibile e inclusivo” che il Campidoglio ha inviato al governo un’attenzione particolare è rivolta a progetti di digitalizzazione e innovazione tecnologica, per un totale di 550 milioni di euro: realizzazione di strade e strumenti di mobilità smart, piazze smart attrezzate con dispositivi e servizi digitali (app, download di video, giornali, libri) in grado di supportare l’interazione degli abitanti di quel quartiere, facilitare l’animazione di attività sociali nella piazza e sostenere lo sviluppo di competenze digitali degli utenti.

Altri progetti che vanno in questa direzione riguardano la realizzazione di spazi di coworking in tutta la città e il potenziamento delle infrastrutture digitali, ma anche progetti che possano porre le basi per la completa transizione digitale del sistema di Roma Capitale e delle sue partecipate.

Il documento delinea una strategia di sviluppo urbano finalizzata a garantire una ripresa sociale ed economica dopo l’emergenza Covid-19, mettendo nero su bianco un elenco di opere pubbliche e un set di fabbisogni di investimento per un valore complessivo di circa 25 miliardi di euro, da finanziare principalmente con le risorse del Recovery Fund. ”L’obiettivo di questo Piano è quello di rendere Roma una città sostenibile, equa, accessibile e inclusiva, innovativa, che supporti le imprese locali e sia attenta ai bisogni dei soggetti più fragili. Abbiamo una visione chiara per il futuro della Capitale – spiega la sindaca Virginia Raggi – Una città rigenerata dal punto di vista urbano, con strutture sicure ed efficienti, dove ci si potrà muovere come nelle grandi Capitali europee grazie allo sviluppo della rete metropolitana, tranviaria e di mobilità sostenibile. Il programma di investimenti prevede una serie di interventi sinergici che contribuiscono complessivamente allo sviluppo urbano della città”.

Il complesso di interventi si articola in ambiti fondamentali per la crescita e la ripresa della città: inclusione sociale e rigenerazione urbana, mobilità sostenibile e integrata, infrastrutture sicure ed efficienti, transizione ecologica, digitalizzazione e innovazione.

Smart city e Recovery Fund, la vision di Anci

Anci ha consegnato al Senato un documento in cui elenca dieci settori su cui dirottare le risorse del Recovery Fund.

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Secondo l’associazione dei Comuni, i fondi vanno prioritamente utilizzati per potenziare le reti digitali con l’obiettivo di far uscire dall’isolamento, “ormai del tutto ingiustificabile” – precisa Anci – interi paesi e comunità.

“Gli enti locali sono un collettore importante di big data – si legge nel documento – che devono imparare a gestire per rendere intelligenti le città attuando un piano nazionale per la diffusione e l’utilizzo dei big data pubblici come fattore determinante per la crescita economica e culturale dell’Italia e dei suoi cittadini”.

Il potenziamento di fibra e 5G, così come lo sfruttamento dei dati per erogare servizi ai cittadini che siano efficienti e facili da utilizzare, sono azioni chiave anche per l’elaborazione – e l’adozione – di programmi per la rigenerazione urbana che, avendo come principio guida l’irriproducibilità della risorsa suolo, punti sul recupero delle periferie, intese dal punto di vista geografico e sociale. L’obiettivo è di rafforzarne il senso di comunità e di far emergere il potenziale di creatività e innovazione in esso presente, integrando il recupero degli spazi pubblici e delle aree dismesse con l’attivazione di servizi di prossimità e opportunità di lavoro, specie per i più giovani.

Su questo fronte va poi rilanciato un piano straordinario per le periferie con la destinazione di una quota consistente dei finanziamenti per dare continuità alle politiche urbane in corso, attuate attraverso Pon Metro, Patti per le città metropolitane e piano periferie, attuando un programma di interventi straordinario che adotti l’approccio “place based” per coinvolgere tutti i livelli (aree interne, città medie e città metropolitane) alla costruzione di un’Agenda urbana condivisa.

Per avitare lo spreco di risorse, Anci punta all’erogazione di finanziamenti diretti e non intermediati a sostegno di interventi e con una riduzione al minimo dei passaggi formali e burocratici per l’individuazione ed erogazione dei finanziamenti: i Comuni lamentano troppi anni in attesa del perfezionamento dei vari passaggi burocratici prima dell’erogazione del finanziamento ai beneficiari.

“Su questo serve una assunzione maggiore di responsabilità da parte di tutti, istituzioni, organi politici, amministrativi e di controllo affinché l’obiettivo della efficienza della capacità di spesa per lo sviluppo diventi elemento comune di azione”, evidenzia il paper consegnato al Senato.

L’appello è dunque chiaro: bisogna evitare che le risorse dal Recovery Fund non si disperdano nei rivoli di un improduttivo assistenzialismo ma raggiunga in modo efficace i cittadini in tutte le città italiane, dai comuni più piccoli alle grandi metropoli, dalle periferie ai distretti industriali.

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