Una “smart city” prototipo all’interno della Capitale, come primo passo di un progetto che potrebbe essere esteso a tutta la città di Roma. E’ questo uno degli obiettivi principali del protocollo d’intesa siglato dal ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, e dal rettore della Sapienza, Eugenio Gaudio.
Il progetto di un “distretto suburbano dell’energia” che comprenda a Roma l’area dell’università, quella del Policlinico Umberto I, dell’aeronautica e di tutto il distretto militare di Castro pretorio, potrebbe partire già il prossimo anno e vedere la sua realizzazione dal 2021. Tutto procederà nell’ottica di una smart city sperimentale, con l’efficientamento dei consumi elettrici e termici, la produzione di energie rinnovabili e la corretta gestione del ciclo dei rifiuti: una sorta di prototipo per la Capitale.
“Partiremo con la progettazione entro un anno- assicura Livio De Santoli, prorettore alle Politiche energetiche della Sapienza- che dovrà essere seria e combinata. Poi servirà trovare i finanziamenti. Servono svariate decine di milioni di euro, ma non tutti subito, e si potrà fare affidamento sui fondi europei”. Di durata triennale e promosso dalla Struttura Progetto Energia della Difesa guidato dal Generale Francesco Noto, l’accordo prevede inoltre lo svolgimento di attività di formazione nel campo della produzione da energie rinnovabili, della corretta gestione del ciclo dei rifiuti, dei principi teorici su cui si fondano Smart grid e Smart Cities. Le due istituzioni promuoveranno dunque conferenze, workshop e stage didattici.
Per la parte militare, il responsabile del progetto è il generale Francesco Noto, coadiuvato dal colonnello Mauro Cassata, per il quale “gli efficientamenti energetici porteranno automaticamente a risparmi da diversi milioni di euro”.
“La Sapienza vuole offrire il proprio contributo per ottimizzare e ridurre i consumi energetici ed eliminare gli sprechi- ha sottolineato il rettore Eugenio Gaudio– Riduzione dei costi e salvaguardia ambientale sono obiettivi che le istituzioni pubbliche devono necessariamente perseguire per il benessere nazionale. Studio formazione possono Inoltre rappresentare una misura attraverso la quale raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni come ci viene chiesto da diversi accordi internazionali”.
“Oggi rinnoviamo l’accordo quadro sottoscritto nel 2015 con questo ateneo, grazie al quale sono state già attivate proficue collaborazioni in questi anni – ha ricordato la ministra Trenta – Il rinnovato accordo permetterà il rilancio di una vasta gamma di ambiti di cooperazione, fra cui l’efficientamento energetico e la promozione di attività di studio, ricerca, sviluppo e trasferimento di nuove tecnologie basso-emissive o a emissioni zero”.
“Questa con La Sapienza- ha concluso Trenta- è una collaborazione che riteniamo preziosa, per le specifiche, altissime competenze formative che vanta questo prestigioso Ateneo nel campo dell’efficienza energetica e della produzione di energie rinnovabili, come nella realizzazione di programmi di ricerca e innovazione tecnologica sul territorio e a livello nazionale”.