Qual è il primo passo per una città che vuole diventare smart? Citando forse il più famoso motto socratico, potremmo dire “Conosci te stesso”: la conoscenza e consapevolezza di sé come punto di partenza per poter procedere sulla via del sapere. Diverse amministrazioni cittadine hanno scelto questa strada e stanno seguendo un percorso di analisi e approfondimento per capire (attraverso focus group territoriali e analisi di dati e indicatori) i punti di forza e di debolezza della propria realtà urbana, comprendere l’impatto delle azioni portate avanti fino ad oggi e impostare su basi solide gli interventi futuri, verso una città più sostenibile, efficiente e partecipata. Sarà “Smart Benchmarking” – ideato e guidato da FPA -, questa volta, ad essere raccontato dalle città protagoniste del progetto il 18 ottobre a Firenze in occasione dell’evento di chiusura di ICity Lab 2018.
Firenze, Bergamo, Parma, Reggio Emilia, Cosenza, Cremona e Cesena: queste le città di Smart Benchmarking, un progetto che, nato come percorso di accompagnamento per i comuni verso la definizione di un’agenda digitale condivisa a livello locale, è cresciuto poi di incontro in incontro, strutturando e stratificando la complessità delle esperienze raccolte. È risultato evidente, in questo anno di lavoro, quanto il rapporto con gli stakeholder sia centrale nella buona riuscita del governo del territorio e quanto l’unicità di ogni realtà sia un plus. Non si tratta, infatti, di una rincorsa alla città più innovativa, ma di trasformare le differenze in opportunità, in risorse che creano valore. Un percorso che vede imprescindibilmente legate la dimensione tecnologica e quella della governance dei diversi attori e processi locali di sviluppo.
La “smartness” delle città Smart Benchmarking. Ecco qualche istantanea dalle città del progetto.
Bergamo: la città intelligente del 2030 immaginata dal Comune e dai protagonisti dello sviluppo urbano è una realtà attrattiva e inclusiva, in cui l’innovazione tecnologica è al servizio della sostenibilità economica, sociale e ambientale, declinata localmente grazie a una forte cultura identitaria. Una città attrattiva per le imprese innovative, che punta su rigenerazione degli spazi urbani, formazione delle persone, turismo di qualità, modelli di consumo sostenibile, crescita digitale, mobilità sostenibile.
Cesena: con i suoi tre asset della trasformazione digitale mira a diventare una città ultraconnessa ed intelligente, partendo dalla creazione di uno strato tecnologico di base, capillare e uniformemente distribuito sul territorio che possa costituire l’innesto per una serie di servizi evoluti.
Cosenza: città sempre più connessa, grazie alla sfida intrapresa nel settore del trasporto pubblico. E sostenibile, grazie all’utilizzo di fonti alternative e soluzioni energetiche.
Cremona: al paradigma della smart city ha affiancato quello della smart land, ossia del territorio intelligente, della città diffusa, puntando su capitale umano, business autoctoni e investimenti di privati per lo sviluppo di progetti. L’innovazione non manca, dunque, e dà vita e sviluppo al territorio (dal Polo Tecnologico per l’innovazione, il CRIT, a Cremona Lab ecc.) facendosi strada, così, tra le big lombarde.
Firenze: obiettivo del capoluogo toscano è costruire una governance condivisa della mobilità, uno strumento condiviso di monitoraggio permanente e gestione della mobilità nell’area metropolitana, tale da essere utilizzato sia per la gestione di singoli “eventi” (programmati o occasionali, dalla manifestazione all’incidente stradale all’intervento puntuale delle aziende di servizio) sia per supportare le valutazioni di “scelte strategiche” (modifica della viabilità, riorganizzazione delle linee di trasporto).
Parma: “La città delle persone, la città che cambia”, così l’abbiamo definita nel nostro dossier lo scorso anno. Oggi Parma è Capitale italiana della cultura 2020, e si pone l’obiettivo di stabilizzare una piattaforma collaborativa pubblico-privato volta alla produzione culturale, all’ampliamento e all’inclusione dei pubblici, all’innalzamento dei consumi culturali tra i giovani per promuovere l’imprenditorialità creative driven a tutti i livelli. La città sta sviluppando convergenze tra tutti gli attori urbani nella direzione della Smart City, dalle istituzioni agli attori economici, dalla ricerca all’associazionismo, per una città più vivibile e a misura di cittadino.
Reggio Emilia, che appare tra le tre città più social del 2018 secondo i primi dati ICity Rate, ha investito con un impegno strategico crescente sulle proprie competenze distintive, dall’educazione ai servizi alla persona, dalla sostenibilità ambientale alla mobilità sostenibile fino al digitale per famiglie e imprese, e puntando con decisione su politiche del territorio come la rigenerazione urbana secondo una logica di fondo di una città europea e smart.
Attraverso l’analisi e la misurazione di Smart Benchmarking abbiamo cercato di agganciare le attività che derivano dal piano di mandato, inserite nei documenti di programmazione, a quelli che sono gli indicatori ritenuti più significativi per un percorso di sviluppo sostenibile e di comprendere come si sta trasformando la città, anche in ottica digitale. E questo non per fare una graduatoria di bravi o meno bravi, ma per capire qual è il livello di modernità, di innovazione, di qualità dei servizi e il livello di qualità dell’amministrazione con l’intento di migliorare, a vantaggio dei cittadini e della comunità.
L’appuntamento con le città di Smart Benchmarking è a Firenze il 18 ottobre (ore 15,45) all’interno di ICity Lab, Manifestazione di FPA in programma il 17 e 18 ottobre. Per iscrizioni: https://icitylab2018.eventifpa.it/event-details/?id=8333