Il futuro è “brillante” per le smart city. Secondo il rapporto “Smart cities: connected public spaces” di Berg Insight il comparto dell’illuminazione stradale “intelligente” crescerà con un tasso del 24,5% da qui al 2023: l’Europa farà la parte del leone con quasi i due quinti della base installata. Base che potrebbe aumentare nei prossimi anni. Stando ai dati rilasciati dalla Commissione europea attualmente ci sono circa 90 milioni di lampioni, ¾ dei quali hanno più di 25 anni. Per questo motivo Bruxelles ha lanciato un progetto che mira ad innovare circa 10 milioni di elementi e risparmiare fino a 2 miliardi di euro l’anno.
L’impegno della Ue racconta dunque l’importanza che i lampioni smart rappresentano nella realizzazione delle città del futuro, in quanto asset non solo in grado di garantire efficienza e risparmio ma anche di erogare servizi a valore aggiunto per i cittadini.
In questo scenario in forte fermento opera Alosys, azienda italiana con un “dna telco” ma che, nel tempo, ha diversificato il suo business avvicinandosi a settori strategici quali big data, industry 4.0 e smart city. Proprio per le smart city Alosys ha sviluppato e brevettato Alosys Switch, un dispositivo che permette l’alimentazione degli apparati collegati alla rete di pubblica illuminazione senza eseguire cablaggi strutturali o lavori sul manto stradale.
Ne parliamo con l’Amministratore delegato, Gianni Pignatelli.
Pignatelli, che ruolo svolge una soluzione come Alosys Switch nella realizzazione delle città del futuro?
Partiamo dal presupposto che, spesso, le pubbliche amministrazioni non sono in grado di sostenere gli investimenti che le infrastrutture 4.0 richiedono. Diventa dunque indispensabile riutilizzare quelle che già sono disponibili per offrire servizi innovativi sostenibili nel lungo periodo. Alosys Switch è stata progettata proprio con l’obiettivo di accelerare la diffusione dei servizi a valore aggiunto erogabili dai lampioni – penso alla videosorveglianza, al wi-fi oppure alle connessioni 5G – implementando gli impianti già esistenti.
Come funziona il dispositivo?
Si tratta di uno “switch” – un interruttore – di accensione e spegnimento, installato sul palo, contestualmente a una modifica nel cabinet stradale, che garantisce il “prelievo” dell’elettricità a tutte le ore dalla rete trifase dell’impianto dell’illuminazione pubblica. Entrando nel dettaglio tecnico, Alosys Switch è un interruttore allo stato solido con uscita NO (Normally Open) e circuiti di protezione che in caso di guasto lo isolano dalla rete. Il valore aggiunto del dispositivo sta nel fatto che, una volta installato, il lampione è immediatamente abilitato ad ospitare dispositivi che erogano servizi innovativi.
Ha fatto riferimento anche al vantaggio economico della soluzione. In questo senso è pensata in particolar modo per i piccoli operatori?
In realtà il vantaggio economico riguarda sia le grandi Esco (Energy service company) sia i piccoli operatori. Nel primo caso la facilità e velocità di installazione ed uso garantisce un time-to-market molto stretto anche in realtà medio-grandi, recuperando in questo modo il tempo speso nella partecipazione ai bandi di gara, non ritardando il ritorno economico sugli investimenti e, quindi, il momento in cui questi diventano profittevoli. Per le piccole città il vantaggio sta nel fatto che Alosys Switch è un abilitatore, facile e veloce da installare anche nel caso in cui gli impianti su cui intervenire aumentino di numero rispetto a quanto preventivato. Il dispositivo dunque diventa un’importante leva anti-digital divide consentendo anche alle città più piccole di agganciare il treno della rivoluzione digitale.