IL PROGRAMMA

Smart city, appello dei sindaci per il Pon Metro: “Confermare le risorse”

Con una dotazione di 859 milioni il programma ha già finanziato le città del Sud con 90 milioni. 40 milioni a quelle Centro-Nord. 450 i progetti in corso. Anci: “Rafforzare l’iniziativa nella nuova programmazione Ue 2020-2027”

Pubblicato il 12 Feb 2019

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Pon Metro leva strategica per innovare le città. A fine 2018, grazie ad una spesa di 125,8 milioni di euro, il programma operativo nazionale ha superato gli obiettivi fissati dalla soglia definita a livello Ue, dalla regola N+3, in 119 milioni di euro. Con una dotazione finanziaria di circa 859 milioni di euro sono state distribuite risorse direttamente alle 14 città metropolitane italiane, marcando una novità assoluta rispetto agli altri programmi operativi. Ciascuna città del Sud ha ricevuto 90 milioni di euro, mentre 40 milioni sono andati a quelle del Centro Nord e Sardegna.

I dati sono stati resi noti da Anci in una conferenza stampa. “Grazie a risultati concreti in tutte le realtà metropolitane, l’esperienza del Pon Metro è stata sicuramente positiva e va pertanto rafforzata e rilanciata nel nuovo ciclo di programmazione Ue 2020/2027 – ha spiegato Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria e delegato Anci al Mezzogiorno e Politiche per la coesione territoriale –  Per questo i sindaci auspicano che, ad ogni livello di governo, ci sia un migliore coordinamento tra gli interventi, coinvolgendo in modo più intenso le autorità urbane e le loro rappresentanze nella definizione degli obiettivi strategici della programmazione”.

Il Pon si è rivelato strumento di finanziamento efficiente con un impatto visibile sulla qualità della vita dei cittadini negli ambiti: Agenda Digitale (Asse 1), Sostenibilità dei servizi pubblici e della mobilità urbana (Asse 2), Servizi per l’inclusione Sociale (Asse 3), e Infrastrutture per l’inclusione sociale (Asse 4). Al momento sono in corso di attuazione 450 progetti che vanno dalla infomobilità e sistemi di trasporto intelligenti (167 nuovi autobus acquistati), a impianti di illuminazione pubblica sostenibile (oltre 22mila punti luce realizzati) e alle azioni di recupero e realizzazione di alloggi e immobili da destinare ad infrastrutture per l’inclusione sociale, fino all’attivazione di servizi digitali in ambito metropolitano (oltre 100) con particolare attenzione alle politiche sociali. Al momento nell’ambito del Pon Metro sono in corso di attuazione 450 progetti.

Secondo l’Anci, anche in vista della riforma della politica di coesione, “è necessario rafforzare le misure finanziarie dirette a favore delle città, ampliando anche ad altre aree urbane, semplificando i processi di assegnazione ed eliminando le intermediazioni, per garantire interventi più rapidi ed efficaci”.

Mentre “la Commissione Ue dovrebbe designare – ha aggiunto Falcomatà – un coordinatore speciale sulle questioni urbane per monitorare e valutare la sua attuazione pratica negli ambiti strategici oltre che a livello di governo”. Infine, per i sindaci “è indispensabile che gli Stati membri coinvolgano in modo vincolante le città e le aree urbane nell’elaborazione e programmazione delle politiche nazionali rafforzando lo scambio di esperienze sui programmi nazionali (o regionali) per lo sviluppo urbano”.

Soddisfatto il direttore dell’Agenzia per la Coesione territoriale Antonio Caponetto. “Il nostro è un impegno costante per lo sviluppo delle città metropolitane e dei territori circostanti. Il Pon Metro ha rispettato gli impegni con la Commissione superando il target di spesa al 31 dicembre 2018. Adesso bisogna guardare al futuro e agli ultimi anni della programmazione 2014-2020 per continuare a sfruttare le enormi potenzialità del Programma, che riguardano la mobilità urbana, l’agenda digitale e l’inclusione sociale”.

Per il presidente dell’Anci, Antonio Decaro si tratta di  “uno strumento innovativo che vale la pena di rafforzare perché in questi anni ha consentito alle nostre città metropolitane di utilizzare risorse senza il filtro di altri organismi”.

“Basti pensare a quanto fatto con il co-housing, alla digitalizzazione dei servizi, allo sportello unico per i servizi o ai Jobs Center, con cui – ha aggiunto Decaro – alcuni comuni hanno già anticipato meccanismi contenuti nel reddito di cittadinanza. A questo punto sarebbe utile che con le regioni ci fosse la possibilità di contrattare i finanziamenti per far funzionare il tutto al meglio, anche perché l’Ue continua a credere all’utilità di un rapporto diretto con le città, e questo è positivo”.

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